I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi
I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi
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solo complicavano la vita al tifoso - che incominciava a credere <strong>di</strong> essere attorniato da<br />
gente molesta, ma anche la loro, che oramai vivevano in funzione <strong>di</strong> quel modo d’essere e<br />
la “partita <strong>di</strong> calcio” non aveva più il suo senso, alcun senso reale. Allora chiamarono<br />
“l’esperto” che ad insaputa del tifoso, che ne capì le molestie, finì grazie ad esse per<br />
rimbambire da solo, e comportarsi ancor più da scemo <strong>di</strong> chi lo aveva chiamato. Grazie<br />
all’esperto capirono che il tifoso non era d’accordo con nessuno, e l’esperto <strong>di</strong>sse loro per<br />
giustificare il fatto del suo rimbambimento, che quel tifoso si comportava in maniera<br />
normale perché così li avrebbe costretti ad ammettere che i matti erano loro. Allora<br />
smisero <strong>di</strong> mettersi d’accordo, ma si comportarono in base a quello che accadeva loro<br />
intorno, come ora <strong>di</strong>cevano, aveva fatto quella volta che si era alzato in pie<strong>di</strong> il tifoso. E<br />
così finì che anche la naturalità <strong>di</strong>ventò innaturale e pian piano perse il senso e il<br />
significato reale e anch’essa si <strong>tra</strong>sformò in menzogna. Non ci si capiva più niente ed erano<br />
sempre più coloro che perdevano la bussola. C’erano quelli che ancora si mettevano<br />
d’accordo <strong>tra</strong> loro: i maniaci più incalliti, e quelli che invece non si accordavano; e oramai<br />
le persone naturali non riuscivano più ad incon<strong>tra</strong>rsi, tanto poche ne erano rimaste.<br />
Ognuno pensava che se avesse detto ad un altro che era matto, perché faceva quelle<br />
cose, gli rispondesse che il matto era lui che le immaginava; e così tutti continuavano a<br />
comportarsi da matti per indurre gli altri a <strong>di</strong>re che erano dei matti e così potevano<br />
rispondere, che loro erano i matti. In <strong>realtà</strong> erano <strong>di</strong>ventati tutti matti, lo sapevano ma lo<br />
accettavano e così continuavano ad esserlo e l’unica cosa che volevano, non era non essere<br />
più innaturali, ma che tutti fossero come loro. Un giorno guardando la partita, quel tifoso,<br />
appena il calciatore entrò in aria e ci fu un con<strong>tra</strong>sto al limite dell’aria piccola esclamò: “E<br />
su!” e quelli <strong>di</strong> sempre <strong>di</strong>ssero: “Finalmente!” come a <strong>di</strong>re, ha ammesso anche lui <strong>di</strong> essere<br />
innaturale, e la cosa è inutile <strong>di</strong>rlo era <strong>di</strong>ventata ancor più innaturale <strong>di</strong> quando era<br />
“iniziata”, incre<strong>di</strong>bilmente innaturale; quel giorno il tifoso capì che le partite <strong>di</strong> calcio da<br />
quella cosa meravigliosa che erano, erano <strong>di</strong>ventate un gran rottura <strong>di</strong> coglioni e pensò:<br />
chissà se ci sarà ancora un posto dove godere della bellezza della vita, e chissà se c’è<br />
ancora qualcuno con cui goderla. Ma!<br />
…(continua)<br />
nel raccontare il goal abbiamo perso la storia narrata dal protagonista dello s<strong>tra</strong>no caso<br />
<strong>di</strong> fama letteraria. Cercherò <strong>di</strong> riassumerla brevemente in base a ciò che mi ha detto.<br />
In sostanza è accaduto che dopo aver dato in lettura il romanzo, nella fattispecie ad una<br />
casa e<strong>di</strong>trice ed una persona privata, combinazione ha voluto che il giorno susseguente la<br />
consegna a quest’ultima dovunque l’autore andasse sentiva allusioni precise dei fatti<br />
raccontati nel libro, in particolare <strong>di</strong> quelli che per l’opinione pubblica del posto<br />
apparivano più scandalosi. Naturalmente nessuno si rivolgeva a lui personalmente, ma ne<br />
parlavano in sua presenza. Chi e cosa avesse generato tutto ciò non lo si può <strong>di</strong>re con<br />
certezza, giacché anche qualcun altro oltre i succitati poteva carpire i fatti scritti nel libro e<br />
provocare questa s<strong>tra</strong>na forma <strong>di</strong> fama letteraria. La persona privata a cui era stato<br />
consegnato il libro poteva averne parlato con altri, con il suo analista; o all’interno della<br />
casa e<strong>di</strong>trice c’era qualche s<strong>tra</strong>no personaggio che si prestava a s<strong>tra</strong>ni giochi. Infatti quello<br />
che il parlare del libro denotava era l’intendo <strong>di</strong> offendere l’autore per i fatti che vi erano<br />
narrati, senza neanche avere l’opportuna consapevolezza <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere <strong>tra</strong> il protagonista<br />
del romanzo e il suo autore, un clima che ondeggiava <strong>tra</strong> il bigotto perbenismo e la più<br />
schiatta e misera volgarità.<br />
Cosa aveva determinato tutto ciò e perché? Facendo un’indagine e chiedendo in giro è<br />
venuto fuori che c’erano dei “personaggi” che imbeccavano questi parlatori, riferendo loro