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I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi

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Un caso moderno <strong>di</strong> analfabetismo – un fatto <strong>di</strong> pura letteratura.<br />

[Vorrei <strong>di</strong>re due parole alla presentazione <strong>di</strong> quest’opera letteraria, qui nel sito, ma che<br />

non saranno nell’e<strong>di</strong>zione del libro. Chi ha letto un altro mio libro: “I racconti <strong>tra</strong> <strong>realtà</strong> e<br />

<strong>leggenda</strong> <strong>di</strong> mister x”, avrà letto quell’ipotesi d’intervista a me, e in aggiunta a quella<br />

vorrei semplicemente <strong>di</strong>re alcune parole <strong>di</strong> spiegazione. Dal libro il Faust, prima parte<br />

dell’opera letteratura sperimentale, è scaturita una lettera che lo riguarda questa lettera è a<br />

firma <strong>di</strong> Mario Trevi, in<strong>di</strong>rizzata a un Suo collega che mi fece da <strong>tra</strong>mite. In sostanza<br />

<strong>di</strong>ciamo ce ne fosse bisogno, che ringrazio per la lettura il Dott. Mario Trevi, poi aggiungo<br />

per la spiegazione, da quel che si evince dalla sua lettera, che l’ipotesi da lui formulata sul<br />

mio caso personale, quale potessi essere autistico è del tutto fuori dalla <strong>realtà</strong>. Non so per<br />

quale s<strong>tra</strong>na spiegazione <strong>tra</strong> lui e il suo collega, il signor Mario Trevi abbia visto nella<br />

capacità <strong>di</strong> scrittura del libro tale ipotesi, che in fondo è nell’arte stessa dello scrivere. Per il<br />

resto quella che forse potessi essere un autentico creatore, questa indubbiamente mi si<br />

confà meglio. Sia per essenza che per un’aspirazione creativa. Credo che vada detto che il<br />

concetto che le mie espressioni potessero superare le capacità <strong>di</strong> analisi del Signor Trevi,<br />

come da lui detto, su ciò non mi pronuncio, anche se credo che nella lettera da lui scritta<br />

certe analisi sul testo, non sono pareri privi <strong>di</strong> competenza personale. Forse la sua<br />

attenzione nella lettura l’ha posto in una con<strong>di</strong>zione tutt’altro che approssimativa, e anche<br />

la scorrevolezza della rappresentazione scritta è <strong>di</strong>ventata più impegnativa, cosa che può<br />

essere <strong>di</strong>versa per un lettore che aspira principalmente all’aspetto letterario del libro<br />

tutt’altro che superficiale. Intervento fuori testo.]<br />

Se pur l’esperienza <strong>di</strong>vulgativa <strong>di</strong> alcuni psicanalisti ha generato della letteratura, solo<br />

in alcuni casi, rari, possiamo parlare <strong>di</strong> arte, rischiando la loro irritazione o l’esaltazione<br />

della loro vanità. Non affermo niente <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>cendo che se l’arte può fare della<br />

psicanalisi materia ispiratrice per la propria espressione, <strong>tra</strong>sformando i concetti della<br />

psicanalisi in concetti vivi e qualitativamente vali<strong>di</strong> artisticamente – non è lo stesso nel<br />

processo inverso. La psicanalisi, ma anche le altre <strong>di</strong>scipline che si occupano dello stu<strong>di</strong>o e<br />

soluzione dei problemi della psiche, alla fin fine dei loro ragionamenti, riducono l’opera<br />

d’arte ad una elaborazione sintomatologica. La più alta aspirazione <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>scipline è<br />

quella <strong>di</strong> <strong>tra</strong>sformare l’opera d’arte nella riduzione delle loro teorie e la ricchezza della vita<br />

unica, peculiare dell’artista in una ben strutturata e riconosciuta nei ruoli stereotipati della<br />

società <strong>di</strong> massa, adeguarsi è rinunciare all’aspetto più importante per un creatore, quello<br />

<strong>di</strong> esprimersi e confrontarsi con la <strong>realtà</strong> della propria creatività. Cito per tutti i casi <strong>di</strong> Van<br />

Gogh, Artaud e quello <strong>di</strong> Janet Frame, dove una malattia ben più vasta come quella<br />

sociale, ha trovato un aiuto nella psichiatria per inibire le facoltà del talento artistico.<br />

Il fatto <strong>di</strong> cui sono venuto a conoscenza, nella specificità e nella <strong>di</strong>mensione propria<br />

delle persone coinvolte, che come personaggi della storia <strong>di</strong> un libro racconterò, qui,<br />

brevemente, non è niente altro che una storia moderna <strong>di</strong> analfabetismo e<br />

dell’incomprensione che lo ha generato.<br />

La storia potrebbe iniziare dal racconto fattomi da <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> che a un certo<br />

punto della sua vita ha scelto <strong>di</strong> essere un paziente e <strong>di</strong> “assistere ad alcune sedute <strong>di</strong><br />

psicoterapia. Del suo terapeuta rintanato nel suo stu<strong>di</strong>o come se fosse una s<strong>tra</strong>na fortezza,<br />

che gli garantisse la certezza del suo ruolo e delle bizzarrie che da ciò sono derivate.

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