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I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi

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Fax PER ITALIA MIA BENCHÈ 16 DICEMBRE 1996<br />

Questa mattina ho spe<strong>di</strong>to, l’appello e le firme raccolte per il caso O’dell. Questa notte vi<br />

ho inviato, l’appello e parte delle firme raccolte. Pregandovi <strong>di</strong> farne cenno durante la<br />

<strong>tra</strong>smissione, che <strong>tra</strong> l’altro era anche in tema.<br />

Ora ho ascoltato il tg del terzo canale, e la notizia che lo scandalo, in questo caso ha<br />

assunto <strong>di</strong>mensioni, mostruose. E che Mercoledì a mezzanotte è prevista l’esecuzione.<br />

Tra lo psicanalista, che per fortuna non è stato detto ch’è junghiano, perché mi incavolo<br />

come una bestia quando sento gente che si spaccia per quello che non può essere; il<br />

pretuzzo che ha parlato della fede come dei cavoli a merenda, per fortuna l’eterogeneità e<br />

l’equilibrio dell’andropologa.<br />

La morte è tutta la certezza e l’incertezza <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spone l’essere umano.<br />

La morte è l’unico confronto sempre presente, ha vari livelli all’interno dell’essere.<br />

Il confronto con la morte è l’unica possibilità che la soggettività dell’in<strong>di</strong>viduo ha, per<br />

capire i suoi limiti e così confrontarsi con l’oggettività.<br />

La morte è l’unico ente innegabile, negare la morte equivale ad affermarla.<br />

La morte va accettata, non affermata. Accettarla significa “portarla” nella sua <strong>di</strong>mensione<br />

naturale, all’interno del processo vitale.<br />

La salvaguar<strong>di</strong>a naturale della vita, degenera con la “paura” <strong>di</strong> morire, che crea la<br />

scissione artificiosa <strong>tra</strong> la vita e la morte; generando quell’assurdo antagonismo <strong>tra</strong> loro.<br />

La vita non accetta più la morte, l’uomo pensa <strong>di</strong> essere immortale, e porta nella vita<br />

quest’illusione. Esempio parossistico il nazismo.<br />

Esempio banale, voi avete avuto paura <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> un uomo, che innocente sta per essere<br />

giustiziato, e non avete pensato che la vos<strong>tra</strong> paura alimenta “la morte”. La paura è così<br />

inconscia che neanche ve ne rendete conto, e così vi sarà sembrato <strong>di</strong> aver fatto una cosa<br />

ragionevole, ““ragionevole””. Povera coscienza. In compenso, con un milioni <strong>di</strong> libri a<br />

puntata ci sarà più gente che vi seguirà, bravi!<br />

Come <strong>di</strong>ci tu Giordano Bruno: “Vergogna”!<br />

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