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I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi

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- Roma 5. 12. 95<br />

Gentilissimo Dottore,<br />

scusi se rispondo con tanto ritardo alla sua lettera. Mi è stata proprio ora restituita dalla<br />

polizia municipale una borsa rubatami dall’auto, contenete quasi esclusivamente<br />

corrispondenza e manoscritti, in cui avevo messo, appena ricevute la sua lettera e quella<br />

del suo paziente. Avevo bensì l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> quest’ultimo sul frontespizio del suo lavoro<br />

ma non volevo scrivere a lui prima <strong>di</strong> aver scritto a lei.<br />

È molto <strong>di</strong>fficile rispondere adeguatamente alla questione che lei mi pone. Io posso<br />

esprimere un giu<strong>di</strong>zio “psicologico” sul manoscritto <strong>di</strong> <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> _ e anche questo<br />

con estrema prudenza _ ma mai, in alcun caso, un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> valore letterario _ Posso<br />

<strong>di</strong>rle tuttavia che ho avuto l’impressione che l’opera del suo paziente manchi in gran parte<br />

della <strong>di</strong>mensione della comunicazione con un pubblico sia pur potenziale. Non è destituita<br />

<strong>di</strong> valore, tutt’altro, ma è come chiusa nel cerchio <strong>di</strong> una soggettività che non riesce a<br />

stabilire un rapporto con l’altro, con gli altri. D’al<strong>tra</strong> parte molti lavori letterari del nostro<br />

tempo sono nati e cresciuti in questa con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne (o forse <strong>di</strong> autismo). Penso,<br />

ad esempio, a Campana, prescindendo da ogni confronto, si intende.<br />

Posso anche <strong>di</strong>rle il suggerimento prudente che fornisco ai miei pazienti con attitu<strong>di</strong>ni<br />

(o semplicemente velleità) <strong>di</strong> carattere letterario: <strong>di</strong>stinguere e separare il materiale grezzo<br />

e caotico (per lo più vasto) da ciò che può emergere in seguito da esso ed avere valore <strong>di</strong><br />

autentica comunicazione. Faccio spesso l’esempio dell’immenso Zibaldone rispetto alle<br />

pochissime e brevissime opere <strong>di</strong> Leopar<strong>di</strong> giunte a compimento_ C’è sempre, nell’opera<br />

letteraria valida, un lavoro <strong>di</strong> selezione, decantazione, raffinamento che appunto <strong>tra</strong>sforma<br />

un [non sono riuscito a <strong>tra</strong>durre due parole] caotico in forma probabile, accessibile e<br />

soprattutto, comunicabile.<br />

Io incoraggio, certamente, la creatività nei pazienti che ne sono capaci ma cerco sempre<br />

<strong>di</strong> <strong>tra</strong>ttenerla nella circolazione delle comuni attività psichiche. Scrivere poesie è<br />

certamente giusto e probabilmente proficuo ma _ prima <strong>di</strong> tutto_ al servizio <strong>di</strong><br />

un’intuizione e <strong>di</strong> una chiarificazione severamente interiori_ L’altro è presente nello<br />

scrivere, certamente, ma si <strong>tra</strong>tta <strong>di</strong> un “altro” potenziale, non reale. Per giungere a questo<br />

altro occorre sottoporsi a una <strong>di</strong>sciplina cui solo pochi possono attingere. In ogni caso<br />

lascio che sia il paziente ha scon<strong>tra</strong>rsi con il problema della comunicazione vera e efficace.<br />

Comprendo tuttavia che il caso <strong>di</strong> <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> sia del tutto particolare e in un certo<br />

senso inconfrontabile. È possibile che noi ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad un autentico creatore,<br />

tanto più oggi, nel nostro tempo, in cui una certa incon<strong>di</strong>zionata spontaneità e fors’anche<br />

caoticità possono venir considerate segni <strong>di</strong>stintivi autentici dell’opera d’arte. Ma non<br />

posso en<strong>tra</strong>re in questo problema, a causa della povertà dei miei mezzi critici e<br />

<strong>di</strong>scriminativi. La lunga lettera che <strong>Marozzi</strong> ha voluto inviarmi ha senz’altro i caratteri<br />

dell’intelligenza ma non sempre quelli dell’intelligibilità. Di più non posso <strong>di</strong>rle perché,<br />

appunto, il problema della creatività <strong>di</strong> <strong>Marozzi</strong> supera le mie possibilità <strong>di</strong>scriminatrici.<br />

“La lettera si conclude con un consiglio <strong>di</strong> prudenza ma l’intera frase non sono riuscito<br />

a <strong>tra</strong>durla.”<br />

Con stima e cor<strong>di</strong>alità. Mario Trevi.<br />

Chiedo a <strong>Patrizio</strong> <strong>Marozzi</strong> che cosa sia accaduto poi.<br />

- “Niente <strong>di</strong> particolare, non ho mai ricevuto nessuna lettera. Chiesi al terapeuta se era<br />

possibile incon<strong>tra</strong>re il dott. Trevi, mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> telefonare a Trevi dopo le feste natalizie, per<br />

un appuntamento. Feci così ma ricevetti l’invito a scrivergli. Non sapevo proprio <strong>di</strong> cosa,

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