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I Racconti tra realtà e leggenda di Mister X - Patrizio Marozzi

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Una s<strong>tra</strong>na fama letteraria<br />

…indubbiamente la s<strong>tra</strong>nezza <strong>di</strong> certi posti può, ma forse è meglio <strong>di</strong>re certe epoche<br />

bizzarre, creare fenomeni <strong>di</strong> così paradossale espressione, che appunto in quella<br />

determinata epoca appaiono plausibili e logici.<br />

- Come si accorse <strong>di</strong> quello che le stava avvenendo intorno?<br />

- Come, come me ne sono accorto? Avevo dato in lettura il manoscritto… (continua)<br />

Il Goal<br />

…il giocatore avanza sulla fascia, arriva sul fondo en<strong>tra</strong> in aria dal lato sinistro, si<br />

spinge sino al limite dell’aria piccola, sta per calciare verso la porta, interviene un<br />

avversario, la palla rimbalza, uno spettatore seduto sulle gra<strong>di</strong>nate, in segno <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sappunto esclama: “E su!” ma la palla giunge ad un compagno <strong>di</strong> squadra: calcia. Goal!<br />

Tutti si alzano in pie<strong>di</strong> in segno <strong>di</strong> gioia, anche il tifoso che un attimo prima aveva temuto<br />

che l’azione fosse sfumata, poi torna a sedersi mentre intorno a lui tutti restano in pie<strong>di</strong>.<br />

Finita la partita quel tifoso torna a casa sod<strong>di</strong>sfatto per l’avvenuta vittoria della sua<br />

squadra, ma <strong>tra</strong> i tifosi si stava <strong>di</strong>ffondendo la voce che lui con quel “E su!” detto prima<br />

del goal, avesse fatto alzare in pie<strong>di</strong> l’intero sta<strong>di</strong>o e che perciò lo avesse detto a posta.<br />

Ora immaginando un mondo con un certo equilibrio tutto ciò può sembrare assurdo,<br />

tanto più quello che poi seguì. Infatti da quel giorno ogni volta che quel tifoso tornava allo<br />

sta<strong>di</strong>o e si sedeva <strong>tra</strong>nquillamente per guardare la partita, qualcuno il più delle volte uno<br />

sconosciuto, gli si sedeva vicino e incominciava ad alludere a quell’episo<strong>di</strong>o. Nessuno<br />

aveva il coraggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rgli quel che pensavano, perché tutti sapevano che quel che<br />

pensavano era una cosa completamente da matti e nessuno voleva <strong>di</strong>chiararsi tale, o<br />

lasciare che altri pensassero tal cosa <strong>di</strong> loro. Ma il loro alludere era ancor più folle <strong>di</strong> quel<br />

che immaginavano volesse significare quel “E su!” pronunciato dal quel tifoso, infatti<br />

successe che finirono col pronunciare quel “E su!” ogni volta che un giocatore si<br />

avvicinava alla porta con la palla, per vedere se così, poi, avesse segnato, ma anche perché<br />

qualcuno aveva ipotizzato un accordo <strong>tra</strong> il calciatore e il tifoso, altrimenti come poteva<br />

accadere, <strong>di</strong>cevano, una coincidenza <strong>di</strong> quel tipo; così in questo modo, immaginavano, che<br />

se il tifoso si fosse accorto <strong>di</strong> quel che facevano, voleva <strong>di</strong>re che era vero, che si era<br />

accordato con il calciatore e che aveva detto quel “E su!” per fare alzare in pie<strong>di</strong> lo sta<strong>di</strong>o.<br />

Ma il loro tentativo <strong>di</strong> far riconoscere al tifoso quel che immaginavano come vero, non si<br />

esauriva a questa cosa, già <strong>di</strong> per se incre<strong>di</strong>bile, ma si univa e moltiplicava in altri<br />

comportamenti alquanto bizzarri. Del tipo che magari due o più persone si mettevano<br />

d’accordo <strong>tra</strong> loro e allora una <strong>di</strong>ceva guardando la partita: “E su!” l’al<strong>tra</strong> come sentiva<br />

quel “E su!” si alzava in pe<strong>di</strong>, un’al<strong>tra</strong> <strong>di</strong>ceva tira la palla “giù” avanti, e quello che si era<br />

alzato in pie<strong>di</strong> tornava a sedersi. Un altro alzava il braccio e due o tre persone si alzavano<br />

contemporaneamente a quel gesto. Tutto ciò in continuazione. Accadeva anche, che quel<br />

tifoso che <strong>di</strong>sse “E su!” si alzasse del tutto naturalmente, all’improvviso, per imprecare per<br />

un’azione sbagliata da un giocatore, o per qualche decisione arbi<strong>tra</strong>le e che qualche al<strong>tra</strong><br />

persona, in quel momento si alzasse, chi prima <strong>di</strong> lui, chi insieme, altre dopo e che mentre<br />

tornava a sedersi <strong>di</strong>cesse: “Porca vacca doveva portare la palla giù in fondo alla fascia<br />

prima <strong>di</strong> crossare.” E quelli che si erano alzati intorno a lui tornavano a sedersi. Subito,<br />

quelli che si erano accordati <strong>tra</strong> loro incominciavano a <strong>di</strong>re: “Ve<strong>di</strong>!” come per <strong>di</strong>re lo sa<br />

anche lui e si è messo d’accordo con degli altri; <strong>di</strong>cevano solo quel “Ve<strong>di</strong>!” senza senso, da<br />

scemi, il resto continuavano a crederlo senza <strong>di</strong>rlo. E a forza <strong>di</strong> pensare e agire così, non

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