La didattica della storia attraverso le fonti orali - Centro Studi Ettore ...
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<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> <strong>della</strong> <strong>storia</strong> <strong>attraverso</strong> <strong>le</strong> <strong>fonti</strong> <strong>orali</strong><br />
Erano quelli anni in cui Camposampiero – come noi abbiamo potuto<br />
constatare nel corso <strong>della</strong> nostra indagine – registrava una diminuzione<br />
del numero di coloro che migravano e una crescita del settore secondario<br />
e, soprattutto, terziario. E l’agricoltura? Come reagiva al cambiamento?<br />
Il signor Giacomo Cappel<strong>le</strong>tto e il signor Francesco Barduca, che hanno<br />
vissuto in quegli anni il cambiamento del lavoro agricolo ed oggi sono<br />
stimati imprenditori agricoli, hanno accettato di aiutarci a trovare<br />
risposte al<strong>le</strong> domande di cui sopra. Direi allora di partire. Facciamo<br />
queste domande, loro poi ci risponderanno. Prestiamo attenzione, alla<br />
fine poi tireremo <strong>le</strong> somme. D’accordo?<br />
SMAC: Com’era scandita la giornata tipo di un contadino quando eravate<br />
bambini?<br />
GCAP: Attualmente oppure, perché qua se parlava degli anni… Beh ,mi<br />
me ricordo che da bambino la giornata del contadino iniziava abbastanza<br />
presto al mattino, perché al mattino si alzavano abbastanza presto e più o<br />
meno avevano il lavoro nella stalla, bestiame, darghe da magnare ae<br />
bestie e dopo la mungitura e dopo anche me ricordo che la mattina presto<br />
andavamo a falciare l’erba, perché mancava la meccanizzazione, mancava.<br />
E allora si faceva questi lavori, dopo si faceva una pausa che si<br />
chiamava la merenda e si mangiava, insomma, abbastanza abbondante<br />
perché si lavorava parecchio e poi si ritornava in campagna, a fare i lavori<br />
manuali, grosso modo, perché la meccanizzazione mancava: zappare… il<br />
fieno… raccogliere grosso modo i prodotti… Poi dopo al pomeriggio ci si<br />
fermava, si andava a pranzo. Nel periodo estivo si faceva anche una<br />
pausa al pomeriggio; si andava a <strong>le</strong>tto a dormire, si riposava perché al<br />
mattino ci si alzava presto e poi si riprendeva verso <strong>le</strong> tre, si andava in<br />
campagna. Più o meno i lavori <strong>della</strong> campagna erano colture un po’<br />
tradizionali: c’era il fieno, il mais… colture un po’ specializzate ce n’erano<br />
poche a quei tempi. C’era un po’ la patata dolce nella nostra zona. Si<br />
rimaneva in campagna. A na certa ora iera la tradizione che <strong>le</strong> donne<br />
preparavano uno spuntino magari verso <strong>le</strong> cinque perché magari… e<br />
allora si andava sotto ’na pianta all’ombra e si faceva lo spuntino, ci si<br />
fermava mezz’ora, si riposava e poi si riprendeva. E siccome che c’era<br />
abbastanza manodopera nel<strong>le</strong> aziende, allora magari dopo a ’na certa ora<br />
’ndava a casa in stalla e perché tutti avevano la stalla e seguivano gli<br />
animali e altri continuavano in campagna a zappare, a raccogliere il fieno<br />
a fare i lavori, insomma, che c’era da fare in campagna, insomma… Però<br />
la sera si terminava più o meno abbastanza presto perché mancava,<br />
oppure c’era, la luce in quel momento. Attualmente abbiamo <strong>le</strong> macchine<br />
che hanno i fanali oppure c’è illuminazione, al tempo non c’erano. Allora<br />
in quel momento si chiudeva la giornata insomma. Dopo si cenava grosso<br />
modo, però dopo ci si trovava magari fuori con dei vicini di casa magari a<br />
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Casi di studio – 1. Camposampiero<br />
fare <strong>le</strong> chiacchierate così si raccontava… C’era un sistema più tranquillo,<br />
più <strong>le</strong>nto, ecco, meno precipitoso, insomma, ecco. Così si passava la<br />
giornata. Dopo non so. Nel periodo inverna<strong>le</strong> era un po’ diversa ancora.<br />
Nel periodo inverna<strong>le</strong> avevano anca parecchio tempo libero e allora…<br />
facevano dei lavoretti, così, di manutenzione, pochi attrezzi che avevano,<br />
non so sistemavano i rastrelli, facevano <strong>le</strong> ceste perché ’na volta adoperavan<br />
<strong>le</strong> ceste… cosa posso dire qua… Ecco allora la gran parte avevano<br />
il lavoro nel<strong>le</strong> stal<strong>le</strong> oppure avevano da raccogliere la <strong>le</strong>gna, ecco. Ecco, <strong>le</strong><br />
vigne, potare <strong>le</strong> viti, nel periodo inverna<strong>le</strong>, avevano… pulire i fossati,<br />
allora ’na volta pulivano i fossati a mano, non c’erano gli scavatori e via.<br />
Comunque lavoravano anche d’inverno. Insomma con un ritmo un po’<br />
più calmo, insomma, ecco.<br />
EDOR: Come avveniva allora la lavorazione <strong>della</strong> terra? quali strumenti?<br />
Quali tecniche? Quali forze lavoro?<br />
GCAP: Beh, attualmente veniva fatta una gran parte manualmente e con<br />
forza anima<strong>le</strong> perché, ecco, c’erano i primi trattori per l’aratura, però<br />
dopo la preparazione del terreno e via, venivano fatte con i buoi, con i<br />
cavalli, con l’erpice insomma. Lo stesso anche la falciatura del fieno;<br />
c’erano <strong>le</strong> falciatrici trainate dai buoi oppure dai cavalli. Attualmente<br />
dopo teneva pulita l’erba da piante con la zappa manualmente, si faceva<br />
manualmente. <strong>La</strong> raccolta del fieno veniva fatta tutta manualmente…<br />
veniva caricato sfuso, adesso viene raccolto, fatto dei balloni, attualmente<br />
si caricava nel carro sfuso e poi si scaricava nel fieni<strong>le</strong> tutto quanto con la<br />
forca, insomma.<br />
FBAR: Quanto tempo che ghe xe de <strong>le</strong>zion, qua?<br />
RCOR: Quanto si vuo<strong>le</strong>.<br />
FBAR: No perché vo<strong>le</strong>vo capire che orari anche per interventi… Per<br />
capire quanto che… a che ora?<br />
RCOR: Un’ora, un’ora e un quarto…<br />
FBAR: Va bene, era capirsi. Comunque parlo in dia<strong>le</strong>tto perché me<br />
sembra che tutti lo capissa, perché anche questo xe un momento de<br />
cultura, anche el dia<strong>le</strong>tto che molto probabilmente lo parlè poco anca a<br />
scuola. Mi so’ nato nel ‘55, quindi go 51 anni. Nel ‘61 mi hanno iscritto a<br />
scuola a San Miche<strong>le</strong> del<strong>le</strong> Badesse, che è una frazione qua vicino e me<br />
ricordo ancora che ho la lista: eravamo 18 bambini iscritti, 18 bambini<br />
con la professione del padre contadino. Questa è la differenza che se nota<br />
de più fra 40 anni fa e adesso, perché certamente oggi, non so su questa