La didattica della storia attraverso le fonti orali - Centro Studi Ettore ...
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<strong>La</strong> <strong>didattica</strong> <strong>della</strong> <strong>storia</strong> <strong>attraverso</strong> <strong>le</strong> <strong>fonti</strong> <strong>orali</strong><br />
proprietario del terreno non vedendo pagar l’ affitto e te mandava via<br />
dalla terra… diventa questa…<br />
GCAP: I lo ciamava lo sfratto…<br />
FBAR: … e mi go una bellissima fotografia a casa mia de me noni dove<br />
che se vede me nona che a un certo punto quando se ga sposà ga portà in<br />
“dota” dell’oro che a quel tempo iera molto e dopo nel ‘29, ‘30 e ‘31 che xe<br />
sta anni di grossa siccità e freddo, non avendo la possibilità di avere<br />
raccolto per pagare l’affitto, ha dovuto vendere l’oro per poter stare là. A<br />
un certo punto su altre fotografie dopo, non se vedeva sta donna con un<br />
fil d’oro addosso perché questo ghe xe servio e per salvarsi per poter star<br />
in azienda. Queste xe testimonianze che adesso, quando che semo drio<br />
parlare de te<strong>le</strong>fonini o de schermi piatti o de te<strong>le</strong>vision, sembrano barzel<strong>le</strong>tte,<br />
però e iera molto toccà con man e dopo de là venia anca la grinta<br />
per poder aggredire anche quando ghe iera stagioni sfavorevoli per poter<br />
far qualcosa perché se non se faceva qualcosa il prob<strong>le</strong>ma, se ciapava, se<br />
partiva, queo che ghe visto su “L’albero degli zoccoli” e che robe là. I<br />
partiva con questo carretto a volta con a man, a volte trainato da un asino,<br />
i se metteva su un posto pubblico finchè no i trovava un altro appezzamento.<br />
Purtroppo erano situazioni che certamente, adesso, per fortuna,<br />
non ci sono più.<br />
EDOR: Verso gli anni ‘60, nel comune di Camposampiero, i servizi<br />
(ospeda<strong>le</strong>, casa di riposo, uffici…) si ampliano; nascono nuove, picco<strong>le</strong> e<br />
medie imprese artigianali che frenano l’emigrazione ed offrono posti di<br />
lavoro. Molti contadini lasciano definitivamente o in parte i campi e<br />
indossano <strong>le</strong> tute blu. Voi invece avete continuato a lavorare la terra, a<br />
credere in essa. Perché? Come mai?<br />
GCAP: Forse perché… niente… erimo appassionati, mi appassionava<br />
l’ambiente agricolo, mi appassionava, che so, il bestiame, mi appassionava<br />
il bestiame, <strong>le</strong> galline, mi appassionava quando magari si faceva la<br />
semina, quando si doveva prendere <strong>le</strong> piantine e dopo st’anno che vien<br />
cresceva, dava frutto, era qualcosa che dava così una certa… certi interessi,<br />
insomma, in cui io avevo fatto anche dei corsi professionali, però<br />
dopo un bel momento ho deciso di rimanere in azienda perché vedevo<br />
l’agricoltura e vedevo un po’ quest’era di cambiamento… sta gente che<br />
andava via dall’agricoltura, pensavo che c’era il fabbisogno di qualcuno<br />
che si fermava in agricoltura. Allora così mi sono fermato e abbiamo iniziato<br />
a fare un po’ di colture specializzate, vedendo che la gente cominciava<br />
a lavorare, a prendere dei soldi cominciava anche ad acquistare dei<br />
prodotti che prima non acquistava, insomma… allora noi abbiamo<br />
iniziato un po’ con orticoltura ed era quello che mi ha appassionato an-<br />
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Casi di studio – 1. Camposampiero<br />
cora di più e… vedendo che erano anni che più o meno c’era qualcosa che<br />
cresceva automaticamente allora prendevamo anche passione di farlo<br />
questo lavoro. Man mano che passavano gli anni, con fatica, siamo riusciti<br />
ad organizzarci, acquistare dei mezzi tecnici, mezzi meccanici ed<br />
abbiamo cercato di rinnovare anche noialtri l’agricoltura.<br />
FBAR: A dir la verità, qua xe presente Giacomo che xe queo che me ga<br />
fare l’agricoltore, il contadin, mi ad un certo punto go finio la terza media<br />
il 29 de giugno, me sembra, e il trenta mio fratello aveva un’officina e mi<br />
so andà in officina che faceva l’e<strong>le</strong>ttrauto.<br />
Però a casa mia me papà gavea otto campi de terra circa e ad un certo<br />
punto nei periodi estivi, dove c’era lavoro, restavo a casa a darghe ’na<br />
man perché me papà iera vecchio, mi jero l’unico che iera sta a casa<br />
perché me fradei eran più grandi. Però ad un certo punto questo era un<br />
lavoro che si, se faceva, finchè ad un certo punto non si imparava ben il<br />
mestiere di e<strong>le</strong>ttrauto. E mi, ad un certo punto, ho continuato a fare ‘sto<br />
lavoro da quattordici fino a ventidue anni de e<strong>le</strong>ttrauto però a diciotto,<br />
diciannove anni ho conosciuto Giacomo qua che aveva già una bell’azienda<br />
avvià; invece la mia iera ancora un’azienda tradiziona<strong>le</strong> dove<br />
che ad un certo punto non se ghe iera neanche il trattore e me ga appassionà<br />
el lavoro che faseva eo e go dito: “perché non farlo anca mi?” in<br />
quel momento, a ventidue anni dovevo fare del<strong>le</strong> scelte: se, ad un certo<br />
punto, fare l’e<strong>le</strong>ttrauto, o cosa fare, contro la volontà de me papà, perché<br />
me papà me ga ostacolà proprio tre, quattro anni in una maniera forte.<br />
Go deciso de fare la serra che ad un certo punto in qualche maniera go<br />
trovà i soldi per comprarla, ma proprio contro, proprio spintonandose,<br />
perché assolutamente me papà non vo<strong>le</strong>va che fasse ‘sto lavoro, non<br />
perché ad un certo punto, perché secondo lui visto il tipo di vita che<br />
gavea fatto lavorando la terra e visto queo che aveva di esperienza, secondo<br />
lui fare quel lavoro là significava fare una vita molto, molto grama,<br />
una vita de stenti, di sacrifici, con pochi soldi e così via. Mi e go creduo,<br />
ad un certo punto go voesto con tutte <strong>le</strong> forze fare questo lavoro e l’ho<br />
fatto perché, ad un certo punto, questa a iera una scelta che certamente<br />
quando anche si disubbidisce, però disubbidendo, si fa fatica nel disubbidire,<br />
perché ad un certo punto non costa fatica… quindi la disubbidienza<br />
me ga costà un sacco de fadiga, però questa è stata la molla che<br />
me ga portà anca a dire, adesso anche col senno di poi, ad aver successo<br />
sul lavoro perché un lavoro, quando si fa, deve essere sentito e dopo<br />
soprattutto deve essere, ad un certo punto, desiderato, nel senso de<br />
vo<strong>le</strong>rlo fare fortemente, perché se uno fa un lavoro così tanto perché ga<br />
da arrivare sera e via, e mi de ‘sta esperienza non ne saevo niente, perché<br />
quando che me go messo a fare verdura e Giacomo è buon testimone,<br />
perché ga visto tutto, certamente lui gavea già una condizione in famiglia<br />
dove che i gavea già del<strong>le</strong> esperienze via, mi proprio non ne savea niente