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Download integrale PDF - Progetto Mondiale Asma - Ginasma

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(RX o TC) dei sintomi; i segni clinici della sinusite sono spesso<br />

troppo sfumati per fare una diagnosi 618 . Il trattamento antibiotico<br />

della sinusite è stato associato ad un miglioramento a breve e<br />

medio termine dei sintomi; tale terapia sembra essere più<br />

efficace se gli antibiotici vengono somministrati per almeno 10<br />

giorni 619 (Evidenza B). Il trattamento dovrebbe inoltre<br />

comprendere farmaci (decongestionanti topici nasali, o<br />

glucocorticoidi topici nasali) in grado di ridurre la congestione<br />

nasale. Per quanto questi farmaci siano importanti, rimangono<br />

però solo un trattamento di supporto rispetto al trattamento di<br />

fondo antiasmatico.<br />

Polipi nasali<br />

I polipi nasali, associati ad asma e rinite e, spesso,<br />

all’ipersensibilità all’aspirina 620 , si osservano soprattutto in<br />

pazienti di età superiore ai 40 anni e sono prevalenti nei<br />

pazienti con prove allergometriche cutanee negative. Diversi<br />

studi hanno evidenziato che dal 7 al 15% dei pazienti con asma<br />

ha polipi nasali, con la frequenza più alta di polipi tra i pazienti<br />

di età superiore ai 50 anni. Gli stessi studi hanno evidenziato<br />

che dal 36 al 96% dei pazienti intolleranti all’aspirina ha polipi<br />

nasali e che dal 29 al 70% dei pazienti con polipi nasali che<br />

afferiscono ai dipartimenti ORL ed alle cliniche allergiche,<br />

rispettivamente, sono anche affetti da asma 620,621 . I bambini con<br />

polipi nasali dovrebbero essere esaminati con particolare<br />

attenzione, al fine di escludere la fibrosi cistica e la sindrome<br />

delle ciglia immobili.<br />

I polipi nasali rispondono molto bene ai glucocorticoidi e il<br />

trattamento steroideo topico ha un ruolo consolidato nella<br />

gestione di questa condizione. I pazienti con un’ostruzione<br />

nasale cronica che persiste nonostante il trattamento, possono<br />

beneficiare della chirurgia, sebbene il ruolo della chirurgia<br />

come trattamento efficace a lungo termine dei polipi nasali non<br />

sia stato ancora stabilito con precisione.<br />

La terapia della poliposi nasale può influire sul controllo<br />

dell’asma 613 .<br />

ASMA PROFESSIONALE<br />

L’asma è la patologia respiratoria professionale più comune nei<br />

Paesi industrializzati 622 ed è definita come “asma causato<br />

dall’esposizione ad agenti presenti nell’ambiente di lavoro”.<br />

Si stima che in circa il 9% dei casi di asma nell’adulto,<br />

comprendendo sia i casi di nuova insorgenza, sia gli<br />

aggravamenti di asma preesistente, vi sia una relazione con<br />

l’attività lavorativa 622 .<br />

Più di 300 sostanze sono state descritte come agenti eziologici<br />

di asma professionale 625-627 . Sebbene esse varino a seconda<br />

delle aree geografiche, isocianati e farina sembrano essere i<br />

più comuni in tutto il mondo 623 .<br />

Negli anni recenti anche il lattice è divenuto un’importante<br />

causa di asma professionale, pertanto, al momento attuale, i<br />

lavoratori a più alto rischio sono verniciatori, panettieri e<br />

operatori sanitari.<br />

150 PROGRAMMA DI TRATTAMENTO DELL’ASMA IN SEI PARTI<br />

Liste esaustive e aggiornate degli agenti eziologici di asma<br />

professionale sono disponibili su siti web<br />

(www.asmanet.com; www.asthme.csst.qc.ca) 624<br />

A seconda della presenza o meno di un periodo di latenza fra<br />

l’inizio dell’esposizione e la comparsa dei sintomi, si<br />

distinguono due tipi di asma professionale 628 . L’asma con<br />

periodo di latenza include tutte le forme di asma<br />

immunologicamente mediato o in cui un meccanismo<br />

immunologico, anche se non dimostrato, è fortemente<br />

sospettato. È il tipo più comune, e il periodo di latenza può<br />

essere di mesi o addirittura anni. Nella maggior parte dei casi le<br />

reazioni sono IgE-mediate, in alcuni casi è coinvolta l’immunità<br />

cellulo-mediata con i linfociti T, in altri casi il meccanismo<br />

immunologico non è noto.<br />

L’asma senza periodo di latenza si identifica con l’asma da<br />

irritanti, il cui esempio più tipico è la sindrome da disfunzione<br />

reattiva delle vie aeree (RADS). In essa i sintomi tipici di asma,<br />

associati ad ostruzione delle vie aeree e/o a iperresponsività<br />

bronchiale, si presentano entro le 24 ore successive<br />

all’esposizione accidentale ad alte concentrazioni di un gas<br />

irritante, fumo o agente chimico in un soggetto<br />

precedentemente sano, e persistono per almeno tre mesi 631 .<br />

La diagnosi di asma professionale dovrebbe essere presa in<br />

considerazione in ogni paziente adulto con recente insorgenza<br />

di asma o con peggioramento di asma preesistente.<br />

La diagnosi di asma professionale richiede un’anamnesi<br />

accurata sull’attività lavorativa attuale e precedente del<br />

paziente (anamnesi lavorativa), oltre all’anamnesi patologica,<br />

che deve anche indagare sulla relazione temporale fra sintomi<br />

e esposizione lavorativa. Il miglioramento loro peggioramento al<br />

ritorno al lavoro suggeriscono una relazione positiva con<br />

l’ambiente di lavoro 632,633 .<br />

Dato che la gestione dell’asma professionale richiede<br />

frequentemente che il paziente cambi professione, la diagnosi<br />

comporta considerevoli implicazioni socio-economiche e<br />

medico-legali 645, 634,635,636 ed è quindi importante che un’anamnesi<br />

suggestiva venga confermata da dati oggettivi.<br />

Il primo step nell’iter diagnostico di asma professionale è la<br />

conferma dell’esistenza di asma bronchiale secondo le<br />

metodologie usuali. Successivamente deve essere dimostrato il<br />

legame causale (nesso di causa) fra esposizione lavorativa e<br />

sintomatologia. A questo scopo, il metodo di elezione (gold<br />

standard) è il test di broncostimolazione specifico (TPBS), che<br />

va però eseguito in Centri specializzati e dotati delle necessarie<br />

infrastrutture 638 . Un altro metodo utile, sia pure non privo di<br />

problemi interpretativi, è il monitoraggio del PEF almeno 4 volte<br />

al giorno per un periodo di 2 settimane durante l’esposizione<br />

lavorativa e per un periodo analogo durante l’astensione dal<br />

lavoro, confrontando le curve ottenute nei diversi periodi 639,632,633 .<br />

Al monitoraggio del PEF si può utilmente associare la misura<br />

seriata dell’iperresponsività bronchiale non specifica all’inizio e<br />

alla fine, rispettivamente, del periodo lavorativo e del periodo<br />

non lavorativo 637 .<br />

Una volta formulata la diagnosi, il provvedimento principale<br />

consiste nell’evitare completamente l’esposizione all’agente<br />

causale 632 .

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