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REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL - La Privata Repubblica

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Nei giorni successivi alla terribile esplosione della stazione, si<br />

registravano dichiarazioni, provenienti dall'interno<br />

dell'ambiente carcerario, di persone che avevano avuto la<br />

possibilità di captare informazioni di un certo interesse che<br />

sembravano confermare la direzione delle indagini nei confronti<br />

della estrema destra.<br />

Agli inquirenti, quindi, perveniva un primo rapporto, redatto dal<br />

vicequestore LAZZER<strong>IN</strong>I della DIGOS di Roma, che orientava le<br />

indagini nella direzione degli ambienti della destra eversiva.<br />

Si arrivava, cosi, alla emissione dei primi ordini di cattura a<br />

carico di soggetti<br />

ricompresi in quel rapporto, oltre che del R<strong>IN</strong>ANI<br />

e del FACH<strong>IN</strong>I, del FIORAVANTI e del MELIOLI.<br />

Ma già dal 19 settembre la inchiesta subiva una svolta, destinata<br />

ad aprire nuovi, e illusori, campi di indagine: prendeva avvio,<br />

con l'intervista ad ABU AYAD, la cosiddetta "pista libanese".<br />

Il 21 settembre la istruttoria veniva formalizzata.<br />

Da registrare, ancora, alla fine del 1980, il deposito della prima<br />

perizia sull'ordigno adoperato il 2 agosto alla stazione; e, poi,<br />

il<br />

13 gennaio 1981, il rinvenimento, annunciato nei dettagli da una<br />

"informatissima" fonte, di una valigia carica di esplosivi sul<br />

treno Taranto-Milano e l'inizio della relativa pista di indagini.<br />

<strong>La</strong> istruttoria proseguiva con acquisizioni probatorie che<br />

interessavano sia l'oggetto più immediato, costituito dal fatto<br />

della esplosione del 2 agosto; sia la ricostruzione di una banda<br />

armata, all'interno della quale si sarebbero mossi i responsabili<br />

di quella strage;<br />

sia, infine, la individuazione degli autori del depistaggio,<br />

perché tale era risultata la indicazione della pista<br />

internazionale e ritenuta la intera operazione del treno Taranto-<br />

Milano.<br />

Si giungeva, cosi, dopo faticose e complesse indagini che si<br />

estendevano ai servizi segreti ed all'ambiente della loggia<br />

massonica P2, ai mandati di cattura del dicembre 85 nei confronti<br />

di SIGNORELLI, FACH<strong>IN</strong>I, R<strong>IN</strong>ANI, FIORAVANTI, MUSUMECI, BELMOMTE, DE<br />

FELICE, PAZIENZA, RAHO, CAVALL<strong>IN</strong>I, GIULIANI, IANNILLI, GELLI,<br />

<strong>DEL</strong>LE CHIAIE, MELIOLI.<br />

Ed, il 14 giugno 1986, alla sentenza-<br />

ordinanza del giudice istruttore, con riferimento ai delitti di<br />

strage, omicidio, porto e detenzione di materie esplodenti, banda<br />

armata, associazione eversiva, calunnia aggravata.<br />

1. I distinti settori di indagine<br />

L'opera degli inquirenti, come si è appena detto, si sviluppava in<br />

tre distinti settori dando anche origine a procedimenti separati,<br />

poi unificati in sede dibattimentale.

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