REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL - La Privata Repubblica
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Conferme esterne delle dichiarazioni VETTORE provenivano dalle<br />
notizie circa un progetto di<br />
attentato ad un magistrato e dagli stessi collegamenti fatti dal<br />
teste tra SIGNORELLI, SEMERARI e FACH<strong>IN</strong>I.<br />
Conclusivamente, secondo i primi giudici, il VETTORE aveva fatto<br />
rivelazioni di insuperabile forza probatoria proprio perché<br />
anteriori alla strage.<br />
Altri elementi di giudizio venivano tratti dalle dichiarazioni di<br />
GIOVAGN<strong>IN</strong>I e di Mirella ROBBIO.<br />
Il primo, arruolato in T.P., ricordava che il FIORE gli aveva<br />
detto che il movimento a Roma era diventato molto forte, tutti i<br />
militanti erano armati ed il movimento si riprometteva azioni<br />
militari destabilizzanti per una rivoluzione di popolo.<br />
<strong>La</strong> ROBBIO, moglie separata di Mauro MELI, ricordava che, poco<br />
prima della strage della stazione di Bologna, le si era presentato<br />
il<br />
capitano SEGATEL per chiedere informazioni, sospettando che la<br />
destra stesse preparando qualcosa di molto grosso.<br />
Quando, poi, vi era stata la strage alla<br />
stazione, ricordava ancora la teste, "mi rammaricai di non aver<br />
fatto il possibile per raccogliere qualche informazione."<br />
Le dichiarazioni di SPIAZZI<br />
Nell'ambito del rapporto di collaborazione col SISDE, lo SPIAZZI<br />
era giunto a Roma il 17.7.80 al fine di raccogliere notizie sulle<br />
iniziative nell'ambiente neofascista.<br />
Un controllo ed una conferma delle cose riferite dal teste<br />
provenivano dalle dichiarazioni del SALERNO, del BENFARI, della<br />
RACANIELLO Giulia e Anna Maria, del D'APRILE.<br />
Il contenuto di quelle informative al SISDE poteva cosi<br />
sintetizzarsi: a Roma vi era un tentativo di riunificare in unica<br />
organizzazione i vari gruppi definiti genericamente NAR;<br />
l'opera di riunificazione era condotta da certo Ciccio,<br />
identificato, poi, in MANGIAMELI.<br />
Questi infatti, leggendo la intervista a SPIAZZI pubblicata<br />
sull'Espresso, doveva riconoscersi immediatamente nel "Ciccio"<br />
(vedi in proposito le dichiarazioni della vedova, Rosaria AMICO).<br />
Quello stesso MANGIAMELI che, sempre secondo la informativa<br />
SPIAZZI, stava progettando un attentato ad un magistrato, ed aveva<br />
deplorato la strage della stazione di Bologna perché si era<br />
colpito nel mucchio.<br />
"Alcuni volevano obiettivi indiscriminati, altri selettivi - si<br />
voleva uccidere un giudice"<br />
Significativo, ancora, il fatto che il MANGIAMELI, prima di essere<br />
ucciso dal FIORAVANTI, aveva detto al VOLO che la strage della<br />
stazione di Bologna era opera dei servizi segreti, diretta a<br />
provocare una reazione contro la destra e che SIGNORELLI e FACH<strong>IN</strong>I