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REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL - La Privata Repubblica

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Quanto, poi, alla rapina all'armeria, l'operazione era stata<br />

decisa per indicare alle nuove leve il tipo di lotta che si<br />

intendeva fare, dopo la strage della stazione di Bologna, dalla<br />

quale si intendeva prendere le distanze.<br />

Dichiarazioni difensive giudicate dalla Corte come un tentativo di<br />

confondere l'episodio riferito dallo SPARTI con altro, ricordato<br />

anche dal SODER<strong>IN</strong>I, allorquando il VALE si era interessato per<br />

documenti in favore del FIORE e dell'AD<strong>IN</strong>OLFI, mentre doveva<br />

intendersi pienamente confermata la consegna dei documenti a Roma,<br />

dove i due erano il giorno 5 per la rapina, e menzognera la<br />

affermazione che i documenti servivano a FIORE ed AD<strong>IN</strong>OLFI, dal<br />

momento che, proprio in quel periodo, il gruppo meditava di<br />

eliminare i due leaders di TP.<br />

Sostegno probatorio della ipotesi d'accusa la sentenza ritrovava<br />

nella presenza degli imputati alla stazione il 2 agosto;<br />

nell'esplicito riferimento al botto, con le espressioni<br />

compiaciute di Valerio; nella esaltazione del<br />

coraggio della MAMBRO; nell'asserito travestimento del FIORAVANTI,<br />

che gli dava tranquillità e nella preoccupazione, invece, per la<br />

MAMBRO, ricorsa ad una tintura dei capelli; nella stessa<br />

eccezionale urgenza di entrare in possesso dei documenti falsi;<br />

nelle minacce allo SPARTI e nelle ritorsioni contro il figlio, se<br />

non avesse mantenuto il silenzio.<br />

Si chiedevano, ancora, i primi giudici, come avrebbe fatto lo<br />

SPARTI, se avesse voluto inventare l'intero episodio, ad<br />

indovinare la breve presenza a Roma ai primi di agosto, del<br />

FIORAVANTI e della MAMBRO provenienti dal Veneto per la<br />

consumazione della rapina di Piazza Menenio Agrippa.<br />

<strong>La</strong> sentenza impugnata si occupava, quindi, degli alibi proposti<br />

dagli imputati.<br />

Le ultime tracce, dei due imputati a Palermo, il 30 luglio, data<br />

di prenotazione di un volo a nome dei signori CUCCO.<br />

<strong>La</strong> vedova di MANGIAMELI aveva detto che, dopo avere ospitati i due<br />

giovani a tre Fontane, lei ed il marito, ritenevano di doverli<br />

ospitare anche in città, ma, "... giunti all'aeroporto,<br />

anzi nei pressi, ci chiesero di lasciarli li..."<br />

<strong>La</strong> successiva traccia, certa, era data dalla presenza dei due a<br />

Roma il 5 agosto per la rapina in piazza Menenio Agrippa.<br />

Le contraddizioni nelle quali i due imputati cadevano, riferendo<br />

di quei primi giorni d'agosto, erano state molteplici.<br />

FIORAVANTI aveva sostenuto che il 1 agosto si trovavano a Treviso,<br />

e precisamente, a Fontane, in un appartamento della Flavia<br />

SBROIAVACCA, convivente del CAVALL<strong>IN</strong>I, e che il 2 erano rimasti in<br />

casa senza fare nulla di rilevante; in quella casa, poi, avevano<br />

appreso dell'attentato di Bologna.<br />

<strong>La</strong> MAMBRO ricordava, invece, con assoluta certezza che la mattina<br />

del 2 era partita con FIORAVANTI, con CAVALL<strong>IN</strong>I e col CIAVARD<strong>IN</strong>I<br />

in macchina per Padova, dove si erano fermati al mercatino per

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