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People
[i nostri collaboratori nel sud del mondo]
Con CCS ritorno
tra i piccoli cambogiani
Lucia Blandolino
Rappresentante Paese Cambogia
Il mio primo incontro con la Cambogia fu
nel 1999, a Phnom Penh, dove nacque
un forte legame con il Paese e dove cominciai
a lavorare con e per i bambini.
Alla fine del 2008 un momento di stanchezza
personale ha avuto il sopravvento
sulla motivazione che mi aveva sempre
sostenuta in tutti quegli anni e ho sentito
che avevo bisogno di una pausa, durata
circa un anno.
Dallo scorso luglio, ho deciso di tornare a
lavorare nella cooperazione e di tornare
in Cambogia per CCS Italia.
Lavorare con CCS è stato, per me, un
nuovo stimolo poiché gli interventi si realizzano
prevalentemente in aree rurali,
dove i bisogni della popolazione sono
ancora tanti e la partecipazione dei be-
Dopo ore di concentrazione e di lavoro
dedicate al Laboratorio Progetti (se ne
parla a pagg. 18 e 19 di questa rivista),
come hanno passato il tempo libero serale
gli operatori di CCS a Chipata, in
Zambia? Un modo per trascorrere la serata
è stato quello di cenare insieme. Tra
un commento della giornata, una battuta
o il racconto di qualche momento divertente,
il tempo passava piacevolmente e
in fretta. In particolare, ricordo un venerdì
sera. In quell’occasione abbiamo scelto,
sotto il consiglio dei nostri colleghi zambiani,
di andare al locale “Blugum”, dove
avremmo potuto seguire in diretta la partita
dei mondiali Ghana/Paraguay. L’atmosfera
era frizzante e piacevolmente
serena, mentre un invitante profumo di
cibo grigliato arrivava da un angolo del
pergolato, dove erano disposti il bancone
per le ordinazioni e i tavoli per cenare o
neficiari è forte.
Operare a Sihanoukville e aree limitrofe
ha un valore aggiunto: quello di poter
percepire, in modo reale, la situazione del
Paese, molto diversa da quella che si avverte
a Phnom Penh, la capitale, o a
Siem Reap, sito archeologico e turistico
di Angkor, dove il veloce e confuso sviluppo
in corso si concentra su una percentuale
bassissima di popolazione.
Il settore dell’educazione, quello su cui è
maggiormente concentrato l’intervento di
CCS, lo ritengo essenziale in un contesto
come quello della Cambogia dove una
percentuale elevata di popolazione (70%
nel 2000) è composta da minori, di età inferiore
ai 18 anni.
Tornare in Cambogia è stato un po’
per bere qualcosa. A lato c’era
un’altra sala, una vera e propria
sala da ballo, da cui proveniva
musica rock-pop. Alcuni di
noi sono andati ad ordinare
carne alla griglia. Dopo una
piccola attesa, sono arrivati
i primi piatti da condividere.
L’assenza di posate, non ci
ha impedito di gustare la
carne e le verdure, fra la
musica e le immagini della partita
che scorrevano sull’unico televisore del
locale. Ricordo il fremito di tutti i presenti
mentre seguivamo i passaggi del pallone
e la gioia al momento del goal della squadra
africana. Il risultato finale non è stato
poi favorevole al Ghana, ma questo non
ha tolto la voglia di divertirsi e di ballare a
tutti i presenti. Al termine, la maggior
parte delle persone si sono riversate in
come tornare a casa, con tutte le difficoltà
che ciò comporta, superate grazie
alla gioia di poter condividere parte del
cammino con i “Khmer” verso il miglioramento
del loro Paese.
Il Sabato del Villaggio
[giorni di festa nelle comunità lontani da casa]
Musica e goal di una sera africana
Samantha Armani
Coordinatrice Progetti EAS
16
pista,
mentre il gruppo CCS
ha concluso la serata restando ancora
tranquillamente a chiacchierare.