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L'iniziativa Ubabalo in occasione dei Mondiali di Calcio<br />

Con <strong>il</strong> pallone<br />

t’insegno la vita<br />

Chipata, Enrico Carretta<br />

RAPPRESENTANTE PAESE <strong>CCS</strong> ITALIA<br />

Il 2010 è stato un anno importante per<br />

l’Africa. Per la prima volta i mondiali di<br />

calcio si sono svolti nel continente e l’avvenimento<br />

è stato molto sentito. Già da<br />

alcuni mesi prima dell'inizio del campionato<br />

si parlava di come fossero gli stadi,<br />

ci si chiedeva se una squadra africana<br />

avrebbe potuto raggiungere i primi posti<br />

e se i livelli di sicurezza sarebbero stati<br />

adeguati; poi sono venute la polemiche<br />

sulla “vuvuzela”, la trombetta africana, e<br />

sul pallone che non rigava dritto...<br />

In effetti, la preparazione al campionato<br />

era cominciata molto prima, forse tre o<br />

quattro anni fa, e con essa anche un iniziativa<br />

delle chiese sudafricane, legata<br />

appunto al calcio e alla coppa del<br />

mondo. L’iniziativa, dal nome “Ubabalo<br />

Africa”, che in lingua locale vuol dire<br />

“dare grazia all’Africa”, è nata nel 2006,<br />

grazie appunto alle chiese sudafricane,<br />

che hanno pensato di fare un parallelo tra<br />

8<br />

ZAMBIA<br />

i valori della vita e quello che si sperimenta<br />

nel mondo dello sport, attraverso<br />

l’esempio-guida di allenatori appositamente<br />

selezionati e formati.<br />

L'iniziativa è andata diffondendosi in vari<br />

paesi limitrofi al Sud Africa arrivando<br />

anche in Zambia e proprio lo scorso anno<br />

<strong>CCS</strong> ha avuto la fortuna d’incontrare alcuni<br />

dei giovani partecipanti ai corsi di<br />

formazione tenuti da Ubabalo nel Paese.<br />

È nata cosi la possib<strong>il</strong>ità di collaborare<br />

con loro e con l’organizzazione di cui<br />

Una delle partite organizzate con Ubabalo (foto <strong>CCS</strong>)<br />

fanno parte, la YCE (Youth Care Entertainment),<br />

portando un pezzettino di<br />

Ubabalo e della coppa del mondo nelle<br />

scuole sostenute.<br />

Il progetto ha interessato 8 scuole delle<br />

23 sostenute. In ciascuna di esse sono<br />

stati individuati gli insegnanti di educazione<br />

fisica, uno per i ragazzi e uno per<br />

le ragazze, incaricati di occuparsi di diversi<br />

sport. Va detto infatti che <strong>il</strong> pro-<br />

getto, anche se nato ispirandosi al gioco<br />

del calcio, è stato applicato successivamente<br />

anche a altri sport quali la pallavolo,<br />

<strong>il</strong> rugby o altri giochi di squadra. In<br />

particolare, nelle scuole sostenute da<br />

<strong>CCS</strong>, i maschi hanno preferito <strong>il</strong> calcio<br />

mentre le femmine hanno praticato un<br />

gioco a metà tra <strong>il</strong> basket e la pallamano.<br />

La prima parte del progetto è stata dedicata<br />

alla formazione dei giovani insegnanti:<br />

durante un corso di tre giorni gli<br />

insegnanti hanno potuto fare loro lo spirito<br />

di Ubabalo e la sua visione che vuole<br />

“trasformare i giovani africani attraverso <strong>il</strong><br />

metodo dell’allenatore alla vita”.<br />

La prima importante caratteristica che gli<br />

insegnanti hanno imparato è di essere<br />

dei modelli per i ragazzi non solo nello<br />

sport ma anche attraverso le loro vite, in<br />

modo da dare ai ragazzi un buon esempio<br />

oltre che <strong>il</strong> supporto di cui hanno bisogno<br />

per crescere. La seconda<br />

caratteristica importante del metodo è<br />

quella di associare i valori della vita con<br />

quelli dello sport e delle pratiche sportive.<br />

Nelle venti lezioni del metodo Ubabalo,<br />

s'impara che passare la palla a un compagno<br />

equivale a capire l'importanza<br />

delle relazioni che abbiamo con le altre<br />

persone e come queste sono interdipendenti<br />

e portano benefici ad entrambi, si<br />

associa <strong>il</strong> valore della fedeltà al concetto<br />

di aiutarsi in difesa oppure quello del coraggio<br />

al momento di un fulmineo colpo<br />

di testa, e così via.<br />

I partecipanti al workshop hanno messo<br />

in pratica <strong>il</strong> metodo alternando sessioni<br />

di allenamento fisico con momenti di incontro<br />

di riflessione per capire la “morale”<br />

che è possib<strong>il</strong>e ricavare dal gioco<br />

per applicarle alla propria vita.<br />

A conclusione del workshop gli insegnanti<br />

hanno ricevuto un attestato di partecipazione<br />

e sono tornati nelle varie<br />

scuole per mettere in pratica insieme agli<br />

alunni, nelle settimane successive, quello<br />

che avevano imparato.<br />

Il progetto prevede infine per quest’ anno<br />

una terza ed ultima fase di competizione:<br />

le scuole coinvolte si affronteranno in un<br />

mini torneo per determinare <strong>il</strong> vincitore di<br />

Ubabalo Africa Chipata 2010. Sarà un<br />

piccolo mondiale tra le scuole sostenute<br />

e che vinca <strong>il</strong> migliore! Anche se non<br />

mancheranno premi in palloni e magliette<br />

per tutti i partecipanti.<br />

www.ubabalo2010.com<br />

www.yce.empowerment.ca

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