LE SCARPE DEI SUICIDI - Tobia Imperato - Indymedia Piemonte
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dell’evasione fiscale” 69 .<br />
La manipolazione dell’intera vicenda operata dai media ha ormai raggiunto un livello insopportabile, il termine<br />
“squatter” è tutti i giorni sulle prime pagine, condito di panzane di tutti i generi. La Repubblica apre sul suo sito Internet<br />
un “Forum / Squatter Che fare? Che fate?”:<br />
“Che sta succedendo? Che si può fare? Se ne può parlare? Lo chiediamo ai nostri lettori e ai protagonisti di<br />
questo fenomeno - se accetteranno il dibattito con noi. Cliccate qui”.<br />
Le risposte saranno del tipo “bisogna integrarli ed omologarli tutti”, “Il caro vecchio manganello... forza sbirri<br />
ammazzateli!!!”, mentre un “onesto e giovane lavoratore italiano, anche imprenditore” suggerisce di trattare gli<br />
squatter come - molto probabilmente - fa lui con i propri salariati: “Mandateli a lavorare con la pala ed il picco sotto il<br />
sole a pane e ad acqua”.<br />
Non solo l’uomo qualunque vuol mettersi in mostra alla fiera delle vanità: filosofi, romanzieri, artisti, opinionisti,<br />
politologi, sociologi, storici, criminologi, giuristi, psicologi, teologi, educatori, preti, industriali, sindacalisti, giullari,<br />
mimi, politicanti, ex militonti, dissociati e pentiti, tuttologi di ogni genere fanno ormai la fila, tutti vogliono dire la loro<br />
anche se non sanno nemmeno di cosa stanno parlando 70 .<br />
Il Pulitzer per la genialità creativa nell’inventare stronzate – è doveroso riconoscerlo - spetta comunque a Vittorio<br />
Feltri:<br />
“Anzitutto hanno riscoperto uno dei mezzi di sostentamento più antichi: l’elemosina. Alcuni girano per la città<br />
con una muta di cani, ma non partono per la caccia alla volpe: trattasi di attività venatoria di altro genere, le<br />
prede sono le banconote che quei delinquenti di borghesi, impietositi dai poveri animali spelacchiati, sfilano dal<br />
portafogli. L’unico problema è distinguere tra i questuanti chi abbaia e chi mena, perché l’abbondanza di peli e<br />
pulci e sudiciume costituisce un denominatore comune per bipedi e quadrupedi. Gli squatter non sono tutti così.<br />
C’è di peggio. La maggioranza vive nei centri sociali, si nutre di birra e sfugge con puntigliosa regolarità a ogni<br />
occasione di lavoro. Si diletta o si dilettava con le pere, canta ed esprime la sua creatività scrivendo sui muri in<br />
un linguaggio incomprensibile alla gentaglia come noi che, in quanto diversa, va punita a calci e pugni. […]<br />
non hanno niente da dire e hanno scelto di investire le loro energie non nella conversazione […] bensì in attività<br />
più serie. Come la preparazione di bombe-carta e molotov da lanciare, al posto di messaggi verbali, durante i<br />
gioiosi cortei. […] non fanno niente, mangiano e se non mangiano bevono, ballano, strimpellano, passeggiano<br />
spesso nei paradisi artificiali, presumibilmente tra maschi e femmine il corteggiamento è sbrigativo, non pagano<br />
l’affitto, all’abbigliamento non dedicano attenzione, sapone e shampoo non servono, per tenersi in forma non<br />
investono al club Conti, tanto è pieno dappertutto di cubetti di porfido da tirare” 71 .<br />
E’ logico che uno così provi tanta invidia nei confronti degli squatter. Povero Feltri, chissà che vita noiosa deve fare,<br />
sempre al lavoro, senza mai concedersi una pausa per cantare, ballare, ubriacarsi, farsi una canna, una bella scopata, e<br />
poi dover sempre chinare il capo, sempre dire di sì all’editore, pagare l’affitto, i conti della moglie, le tasse… Lo stesso<br />
ritornello sarà ripreso dal forzitaliota trombato aspirante sindaco, Raffaele Costa, nel suo giornaletto di propaganda<br />
personale con cui insozza periodicamente le buche delle lettere dei torinesi, Torino 2000:<br />
“[…] ballate un po’ troppo, suonate un po’ forte, fornicate un po’ tanto, fumate un po’ di tutto, scrivete<br />
parolacce sui muri, spaccate le vetrine”.<br />
Evidentemente quello che maggiormente turba i sonni dei bacchettoni nostrani è l’idea che tra i giovani dei posti<br />
occupati si possano sviluppare forme libere di sessualità.<br />
Il movimento torinese reagisce a questa canea mediatica con la chiusura di ogni dialogo con la stampa, e questo fa<br />
letteralmente impazzire i giornalisti, che cercano in ogni modo possibile di ottenere lo scoop: l’intervista allo squatter<br />
69 “Strategia della tensione”, n. 35, settembre 1998.<br />
Ma dove l’avranno trovato costui? Non sarà mica un vecchio redattore di Servire il Popolo - giornale dell’Unione dei Marxisti-leninisti di maoista<br />
memoria - che (rimasto del tutto disoccupato dopo Tien an Men) si è rifugiato tra gli anarchici?<br />
70 “Se gli squatter avessero conosciuto la guerra e la fame dura… Invece, non hanno mai conosciuto delle paure cosmiche”, LUIGI OFFEDDU,<br />
“L’intervista / Il politologo Angelo Bolaffi – Allarme eccessivo, scimmiottano Autonomia operaia”, Corriere della Sera, 4/4/1998.<br />
“Questi ragazzi sono eredità del ‘68, residuo di quella cultura che lascia il vuoto nella testa. Non più un contenuto, non una strategia rivoluzionaria,<br />
non più un’effervescenza, per quanto di cretinate e versioni impazzite di Marx. No oggi rimane solo la negazione ebete, come di quelli che lanciano i<br />
sassi dal cavalcavia… […] ebetismo criminale […] ospitato nelle sedi accoglienti dei centri sociali gentilmente concessi dalle amministrazioni<br />
pubbliche”, ROBERTO SCARFURI, “Vertone: Sono teste vuote ma ci vuole la linea dura”, Il Giornale, 6/8/1998.<br />
“Gli squatter torinesi non sono un fenomeno sociale di massa, sono alcune centinaia di disadattati, di disgraziati, di sventurati, di anomali, di<br />
provenienti da precedenti ribellioni e violenze, chiamateli come volete, di cui è impossibile dare una definizione comunque”, GIORGIO BOCCA, “Il<br />
ritorno della violenza”, La Repubblica, 3/4/1998.<br />
Cfr. anche MARIO BAUDINO, “L’analisi del sociologo – Si è rotto il dialogo tra generazioni – Gallino: rispetto alla nostra società si sentono dei<br />
marziani”, La Stampa, 5/4/1998.<br />
71 “Inutile piagnisteo per gli squatter”, Panorama, 16/4/1998.<br />
Sembra che Feltri ultimamente abbia scoperto la propria vocazione libertaria o di “anarchico di centro”; infatti il suo nome figura tra i relatori del<br />
convegno degli anarcocapitalisti, tenutosi a Milano all’Hotel Duomo nei giorni 8-9 dicembre 2000 (cfr. “Milano: contestato il convegno degli<br />
anarcocapitalisti”, Umanità Nova, n. 41, 17/12/2000).<br />
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