LE SCARPE DEI SUICIDI - Tobia Imperato - Indymedia Piemonte
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Immediatamente la Casa risorge a nuova vita: vengono effettuati diversi lavori di ristrutturazione e organizzate<br />
numerose feste in solidarietà con i detenuti e diverse serate con dibattiti sull’AIDS, sulla medicina alternativa,<br />
sull’alimentazione e vari altri argomenti.<br />
“Dopo mesi di traversie varie, la Casa cerca di riprendere la sua attività – riporta Tuttosquat – e comincia<br />
proprio bene, ospitando il 31, l’1 e il 2 novembre, la tre giorni di presentazione del numero 5 de Ai Confini delle<br />
Realtà [periodico anarchico autogestito degli autoproduttori e degli autocostruttori, con redazione a rotazione,<br />
N.d.A.].<br />
Per l’importante occasione grandi lavori di maquillage per il fatiscente e tetro obitorio che ora si mostra con un<br />
ingannevole volto da casa delle bambole, blindature di quelle che non vanno mai alla fine e poi, finalmente, si<br />
dà il via alle feste: cene, merende e concerto che si concludono con una vittoriosa azione dell’FLNG (Fronte di<br />
Liberazione dei Nanetti da Giardino), contornati da discussioni, nuovi incontri e programmi per il futuro del<br />
giornale” 358 .<br />
Proprio in questo periodo i PM Laudi e Tatangelo stanno concentrando le loro attenzioni sulla Casa e anche queste<br />
normalissime attività sono considerate sospette da ROS e DIGOS.<br />
“[...] nella Casa di Collegno in data 28/2/98 era stata organizzata una festa a cui avevano partecipato oltre 200<br />
individui dell’area anarchica antagonista torinese – altri provenienti dal settore – e molti altri che, almeno<br />
apparentemente, provenivano anche da altri contesti sociali torinesi. La festa era stata organizzata per<br />
raccogliere fondi in favore dei compagni detenuti ed a comprova di ciò si rinveniva in occasione della<br />
perquisizione del 5/3/98 un manifesto con l’indicazione di tutti i detenuti anarchici” 359 .<br />
Alla Casa, come al Barocchio e in alcuni altri squat, si tenta anche il difficile esperimento della Bella vita, cioè il<br />
tentativo – nel rifiuto di trasformare il posto occupato in un business dove si vendono birra, panini e concerti – di<br />
“abolire” il denaro. Non si va alle serate per ricevere servizi in cambio di monete, ma si contribuisce creativamente alla<br />
festa portando gli ingredienti e cucinando, lavando i piatti, suonando, aggiustando una sedia, ecc.; insomma non<br />
fruizione passiva ma partecipazione collettiva.<br />
“La Bella vita, un’idea che spinge all’eliminazione del denaro all’interno dei rapporti umani e alla<br />
responsabilità individuale rispetto alle scelte discusse e praticate collettivamente. […]<br />
Bella vita non è soluzione immediata è chiaro, ma tende alla distruzione delle regole del denaro insediate anche<br />
all’interno di situazioni apparentemente liberate. Per esempio negli squat è molto diffuso il cliente simpatico, il<br />
consumatore alternativo che porta i soldi e si lava la coscienza aspettando di essere servito e non mette in<br />
discussione le proprie sicurezze.<br />
Una cena senza soldi […] o un concerto selvaggio con un bar senza barista e senza clienti non sono considerati<br />
un fine, ma un inizio di una ricerca di viva partecipazione attraverso un’esperienza creativa piuttosto che la<br />
sterilità e la garanzia del soldo […].<br />
Tutti sono parte viva dell’iniziativa, non esiste più il gruppo promotore che assiste e serve il cliente alternativo<br />
più o meno annoiato, non c’è più bar perché il bar sei tu, se ti pare. […] Direttamente protagonista fin dal<br />
primo incontro. […]<br />
Bella vita ha ucciso bella vita. Bella vita è da inventare. La vita non è bella. […]<br />
La bella vita è un azzardo che stuzzica l’appetito” 360 .<br />
Questo tentativo naturalmente attira come il miele i soliti furbacchioni, convinti che la Bella vita non sia<br />
partecipazione collettiva, bensì la solita fruizione passiva, ma questa volta gratuita. Anche la Casa è costretta a fare i<br />
conti con scrocconi vari, ma non demorde dal continuare l’esperimento.<br />
“Intanto continua la Bella vita alla Casa, ma non sempre per il meglio.<br />
In occasione dell’ultima serata abbiamo avuto l’onore di ospitare un sacco di CLIENTI insoddisfatti, di quelli che<br />
si forgiano ai bar dei centri sociali e degli oratori, molto irritati dalla scarsità di prodotti da consumare<br />
aggratis. Le discussioni sono state tante: la direzione porge le sue più sentite scuse, promettendo per la prossima<br />
occasione di recuperare il più cose possibile e chiedendo ai parassiti di levarsi dai coglioni” 361 .<br />
358 La CASA, “Squatter Collegno”, n. 10, inverno 1997-98.<br />
Il Fronte di Liberazione dei Nanetti da Giardino, nato in Francia, è composto da gruppi di giovani che, nottetempo, trafugano i nanetti di cemento dai<br />
giardini delle ville, liberandoli successivamente in boschi montagne o in altri luoghi ameni.<br />
Cfr. “Fronte di Liberasion dei Nanetti da Giardino”, Tuttosquat, n. 8, novembre 1996-97. “La realtà oscura”, “Fronte di Liberazione dei Nanetti da<br />
Giardino”, Tuttosquat, n. 9, luglio 1997. “L’FLNG come Asterix contro Giulio Cesare e l’impero”, Tuttosquat, n. 10, inverno 1997-98. SILVIA<br />
MANZONI, “Dove il Fronte osa”, Diario della Settimana, 1-7/7/1998.<br />
359 ROS, alla Procura della Repubblica Dr. Marcello Tatangelo e al ROS Reparto Anti Eversione di Roma, 28/9/1998.<br />
Nessun documento dell’inchiesta segnala che tra le varie iniziative pubbliche portate avanti dalla Casa Occupata ne sia mai stata organizzata una<br />
contro il TAV.<br />
360 BAROCCHIO OCCUPATO, Bella vita – Bella Rita uccide bella vita, Tuttosquat, n. 7, novembre 1996.<br />
Cfr. anche ID., Bella vita, s. i. [Torino]. [ID], Bella vita senza soldi solo complici, Torino, 1997. “Distribuzione bella vita al Barocchio”, Ai Confini<br />
delle Realtà, n. 3, maggio 1997.<br />
361 “Squatter Collegno”, cit.<br />
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