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LE SCARPE DEI SUICIDI - Tobia Imperato - Indymedia Piemonte

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suonare. E’ pazzesco, tutto un oceano di distanzia e ho arrivato al posto indicado.<br />

Pensare che il mondo è tanto grosso, ma c’è un posto per ogni uno, e io penso che ho trovato il mio” 372 .<br />

Si mette in vista nelle attività degli squatter torinesi. Il 16 febbraio si reca con altri compagni a Milano, in occasione<br />

del processo di Patrizia Cadeddu. L’anarchica milanese sarà condannata - sulla base di una videocassetta confusa,<br />

registrata dall’impianto di sicurezza di Radio Popolare, in cui lei non è per nulla riconoscibile – a 5 anni di galera,<br />

ridotti a 4 in appello.<br />

“I contestuali accertamenti svolti in ordine al processo a cui aveva assistito la Rosas permettevano di stabilire<br />

che in data 16/2/1998 veniva visivamente identificata tra il pubblico presente all’udienza dibattimentale del<br />

processo penale a carico di Cadeddu Maria Grazia Patrizia” 373 .<br />

Gli sbirri la molestano in continuazione: sanno che il suo permesso di soggiorno non è in regola, minacciano di<br />

rimpatriarla. Per scongiurare questo pericolo, l’unica soluzione sarebbe un legame matrimoniale che le permetterebbe di<br />

rimanere in Italia senza più problemi. Baleno non se la sente di sposarla poiché ha ancora delle pendenze legali, allora<br />

un occupante dell’Asilo, Luchino, si offre volontario per un matrimonio fasullo. Facendosi beffe della sacralità delle<br />

istituzioni, il 26 febbraio, i due si sposano con rito civile al parco della Tesoriera.<br />

La vita di Sole, come ormai tutti la chiamano, riprende alla Casa Occupata come un’avventura; sono giorni di<br />

felicità e di continui progetti per il futuro.<br />

Poi, il 5 marzo 1998, arrivano Laudi e Tatangelo…<br />

“- Chi è? - Siamo compagni di Bologna!<br />

Abbiamo aperto la porta e così che trenta tipi con e senza divisa irruppero nella nostra vita. - scriverà nella sua<br />

ultima lettera –<br />

Un’indagine partita da lontano, lungo laboro il loro, quello di spiarci giorni e giorni, quello di tenere d’occhio<br />

le persone sospette. Tecnologia avanzata, tanto soldi (soldi della gente che paga le tasse, complice-vittima di<br />

queste schifoso operato) microspie, microtelecamere, rilevamenti satellitali, intercetazione, pedinamento.<br />

Monitoraggi senza pause avevano già permesso due mesi fa d’ipotizzare il nostro coinvolgimento in almeno tre<br />

attentati. Sono orgogliosi dei loro sofisticati mezzi d’investigazione. Non pensavano ancora fermarci quella sera<br />

del 5 di marzo, volevano aspetare un po’, così prendevano tutta la ipotetica banda. […] Banda armata?<br />

Associazione sovversiva? Ecoterroristi? Mabà!!! […]<br />

Banda armata sono gli sbirri, associazione sono tutto l’apparato giuridico, ecoterroristi sono quelli del TAV che<br />

devastano la Valle per aumentare il loro controllo su la vita de altre persone e per aumentare il loro capitale.<br />

Silvano capo di una banda? Non farme ridere. Non è tempo da ridere. […]<br />

Torniamo al caso, ancora siamo solo sospettati, niente di che prendersi concretamente. 3 volantini, 19 bottiglie<br />

antisgombero, una stampante, un tubo di silicone, un bengala, opuscoli, qualche indirizzo.<br />

– Ragazzi, venite con noi -, tutta la sera in questura” 374 .<br />

Da quel momento la sua vita sarà spezzata per sempre.<br />

“Cinque giorni di assoluto issolamento, senza nessuna spiegazione. Primo interrogatorio. Se confirma l’arresto.<br />

La Pironti, con quella faccia di mosca morta, ci parlaba come se fossemo deggli incapaci, come se lei fosse un<br />

esempio di persona e noi fossemo dei poveracci. Sempre con quelli sorriso falso, dietro del quale si nasconde le<br />

massacre. Di fianco a lei il PM (Pezzo di Merda) Tatangelo, per me quelli che ha messo la lenzuola al collo di<br />

Edo, assassino complice di Laudi” 375 .<br />

Il carcere sarà per lei un’esperienza estremamente traumatizzante.<br />

“La galera è un posto di tortura fisica e psichica, - scrive in un’altra sua lettera - qua non se dispone di<br />

assolutamente niente, non si può decidere a che ora alzarsi, che cosa mangiare, con chi parlare, a che ore<br />

vedere il sole. Per tutto bisogna fare una domandina, anche per legger un libro.<br />

Rumori di chiavi, di cancelli che si aprono e si chiudono, voci che non dicono niente che fanno eco in questi<br />

corridoi freddi. Scarpe de goma per non fare rumore ed essere spiato nei momenti meno pensati, la luce di una<br />

pila che a la sera controla il tuo sogno, posta controlata, parole vietate.<br />

Tutto un brutto inferno, tutto la morte” 376 .<br />

372<br />

La lettera è datata 13/3/1998.<br />

373<br />

Operazione TAV – Situazione delle indagini, 5/3/1998.<br />

“Proprio in relazione al grave reato per cui è processata la Cadeddu si ritiene sospetto il comportamento di Massari che, come è emerso dalle<br />

intercettazioni, ha evitato di farsi vedere al processo”, ibidem.<br />

E’ veramente sorprendente la logica dei carabinieri: se vai al processo sei un individuo sospetto; se non ci vai, sei sospettato per lo stesso motivo.<br />

374<br />

SO<strong>LE</strong>DAD, “Suona il campanello…”, Tuttosquat, n. 11, primavera 1998.<br />

375<br />

Ibidem.<br />

376<br />

Lettera dal carcere indirizzata all’Asilo, datata 28/3/1998.<br />

76

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