LE SCARPE DEI SUICIDI - Tobia Imperato - Indymedia Piemonte
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In seguito - durante il processo - sia la DIGOS, per bocca del capo dell’Antiterrorismo Giuseppe Petronzi, sia i ROS,<br />
per bocca del maggiore Aldo Jacobelli comandante del Nucleo Operativo di Torino, troveranno una giustificazione del<br />
fatto che si siano buttati anima e corpo sulla pista anarchica, volutamente trascurando ed escludendo altri settori<br />
d’indagine: secondo la polizia il nome di Pelissero fu segnalato da una fonte confidenziale “istituzionale”, ovvero dai<br />
servizi segreti 459 , secondo i carabinieri nel maggio ‘97 un informatore aveva riferito che un certo Lorenzo era l’autore<br />
degli attentati e, siccome Silvano abitava a Bussoleno in via S. Lorenzo, le indagini si erano subite concentrate su di<br />
lui 460 .<br />
Quindi, mentre per la PS Silvano è denunciato da quegli stessi servizi di cui, in base alla deposizione dell’armaiolo<br />
Andrea Torta, dovrebbe far parte e - vista la riservatezza della fonte – non si potrà sapere altro, per i CC il delatore di<br />
turno avrebbe semplicemente scambiato il nome con l’indirizzo. Queste affermazioni ridicole non riescono certo a<br />
coprire quello che salta subito agli occhi anche dell’osservatore più sprovveduto, cioè che l’inchiesta parte con un nome<br />
preciso, quello di Silvano Pelissero, che è il colpevole ideale, poiché ha il torto di abitare in Val di Susa, di essere<br />
anarchico, di avere precedenti per detenzione di armi.<br />
“[…] la particolarissima e torbida situazione valsusina, legata a singolari e presunti collegamenti tra<br />
criminalità organizzata, imprenditoria delle grandi opere infrastrutturali, ex militanti di formazioni eversive e<br />
apparati deviati dei Servizi Segreti, rendevano pressoché impossibile, sulle prime battute, l’enucleazione di<br />
quegli elementi che, più degli altri, potevano avere una valenza tale da indirizzare le indagini in una direzione<br />
anziché in un’altra. – scrive il capitano della DIGOS Giuseppe Petronzi in una relazione alla procura -<br />
Contribuivano a rendere gli episodi in oggetto d’indagine ancor più inintelligibili alcune insistenti e<br />
concordanti notizie provenienti da fonti fiduciarie, non sperimentate, raccolte negli ambienti valsusini, orientate<br />
in direzione investigativa divergente da quella che poteva essere considerata comunque una premessa<br />
investigativa.<br />
Queste, indistintamente, operano una stretta correlazione tra il noto ex maresciallo dell’Arma Tessari, indagato<br />
nell’ambito delle indagini su di un traffico d’armi in Valle di Susa, la spa SITAF […], l’istituto di vigilanza<br />
Telecontrol e un nucleo di ex militanti dell’organizzazione terroristica Prima Linea, residenti in zona” 461 .<br />
Come mai le “insistenti e concordanti notizie provenienti da fonti fiduciarie” quando tirano in ballo nomi eccellenti<br />
come Tessari e la SITAF servono solo a rendere “gli episodi in oggetto d’indagine ancor più inintelligibili”, mentre<br />
quando farneticano su Lorenzo (fino, con logica acrobatica, ad arrivare a Silvano) sono considerate meritevoli<br />
d’attenzione? Come mai, se gli “apparati deviati dei Servizi Segreti” contribuivano a rendere “torbida” la “situazione<br />
valsusina”, si parte da una loro segnalazione per indagare su Pelissero?<br />
Le indagini nei confronti di Silvano partono nell’estate del 1997. Secondo gli inquirenti l’indagato risulterebbe<br />
irreperibile sino a dicembre, quando viene segnalato insieme a Sole e Baleno nella Casa Occupata di Collegno, dove<br />
verranno installate davanti al portone delle telecamere nascoste 462 .<br />
“Stato di irreperibilità degli indagati: in quanto Massari Edoardo risultava anagraficamente reperibile a Brosso<br />
(TO) mentre Pelissero Silvano dopo un breve periodo di abitazione di via Fiano n. 12 di Torino di fatto non vi<br />
risiede più. I due venivano quindi rintracciati insieme dimorare nella casa occupata di Collegno soltanto nel<br />
decorso mese di dicembre 1997.<br />
La particolare cautela circa l’indicazione dell’attuale dimora da parte del Massari Edoardo: fatto emergente<br />
dalle intercettazioni telefoniche che attestano come anche per la madre sia difficoltoso rintracciarlo dovendo la<br />
stessa ricorrere a terzi per fare riferire al figlio di richiamarla […] lo stesso Massari, sebbene le abbia lasciato<br />
un recapito telefonico, chiamava la madre da cabina telefonica pubblica” 463 .<br />
I carabinieri mentono: sanno benissimo dove trovarli. Silvano non è affatto irreperibile ma risiede, anche se si<br />
assenta ogni tanto, nella sua casa di Bussoleno, dove è continuamente sorvegliato, lui e i suoi familiari; mentre Baleno<br />
vive prima all’Asilo e in seguito alla Casa, posti che sono costantemente sotto il controllo di polizia e carabinieri.<br />
Alla Casa non c’era la linea telefonica e i “terzi” ai quali la madre ricorre “per fare riferire al figlio di richiamarla”<br />
sono i ragazzi dell’Asilo; infatti, anche se l’utenza è intestata ad una persona fisica, è proprio a quel numero che è<br />
diretta la telefonata intercettata. Appare del tutto logico quindi che Edo – non avendo un telefono a disposizione –<br />
dovesse ricorrere ad una cabina quando dall’Asilo gli riferivano che la madre lo aveva cercato. Tutta l’inchiesta si basa<br />
sulla supposizione che le cose più ovvie e banali fossero dovute a comportamenti sospetti.<br />
“Agosto 1997. Iniziano i pedinamenti stretti soprattutto contro le mie sorelle e i miei due cognati. - scrive<br />
459<br />
Cfr. GIANNI PACCHIARDO, “Pelissero, l’enigma si infittisce – In aula la figura dell’anarchico – Secondo la DIGOS: Strano ragazzo, esalta i<br />
partigiani ma legge Hitler”, Luna Nuova, 1/6/1999.<br />
460<br />
Cfr. ID., “Una fonte dei carabinieri di Susa dietro l’arresto di Pelissero”, Luna Nuova, 23/11/1999.<br />
461<br />
DIGOS (Divisione Investigazioni Generali Operazioni Speciali) - Questura di Torino, Esame analitico del materiale sottoposto a sequestro nel<br />
corso delle perquisizioni eseguite in data 6 e 19/3/1998 a carico di Pelissero Silvano, 24/4/1998.<br />
462<br />
Cfr. GIANNI PACCHIARDO, “Li spiavano mentre progettavano attentati”, cit.<br />
463<br />
ROS, Operazione TAV - Indagini di polizia giudiziaria relative all’incendio del Municipio di Caprie (TO), 29/1/1998.<br />
Il telefono dei genitori di Edo era sotto controllo dai primi di dicembre.<br />
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