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LE SCARPE DEI SUICIDI - Tobia Imperato - Indymedia Piemonte

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all’orizzonte alcun segno di saturazione ferroviaria o stradale. Può raccogliere traffico proveniente dal sud<br />

della Francia o dal nord della Spagna, ma per questo è in ovvia concorrenza con altri valichi, e specialmente<br />

con Ventimiglia. Nel migliore dei casi, il progetto di cui si parla è un progetto di concentrazione in un unico<br />

corridoio di passaggio di traffico che altrimenti passerebbe altrove. Ma la redditività di una tale opera è<br />

inesistente. Si tratta di costruire, più o meno, 120 km di gallerie, sotto montagne con copertura di qualche<br />

migliaio di metri, senza poter suddividere l’investimento, poiché nessuno di questi tronconi ha funzionalità<br />

autonoma.<br />

Una volta costruita la linea, per attirare traffico sarà necessario mettere in atto una politica di sovvenzioni<br />

mascherate, una svendita del servizio sottocosto che durerà un tempo indeterminato, almeno fino a quando la<br />

crescita globale non arriverà a saturare - ma accadrà? - tutti i valichi. Tenuto conto dello stato finanziario in<br />

cui si trova il paese, si può dire che questo non è un progetto, sia pur faraonico, di infrastruttura. E’ una truffa<br />

ai cittadini italiani” 195 .<br />

Il presidente delle FS Claudio Demattè, ad un convegno indetto da Pinifarina all’Unione Industriale di Torino nel<br />

dicembre ‘99, interrogato in merito al previsto incremento del trasporto di merci verso la Francia da parte delle ferrovie<br />

in seguito alla chiusura del traforo del Monte Bianco, dichiara:<br />

“Abbiamo provato a inserire sull’attuale linea ferroviaria del Frejus 50 treni merci in più al giorno e siamo<br />

riusciti a riempirne solo due. Sono stati ridotti i costi sulla linea del 25% e neanche questa operazione è servita<br />

a qualcosa. Il punto è che, allo stato attuale, la linea ferroviaria verso Lione non è al collasso, anzi è vero il<br />

contrario” 196 .<br />

Mentre sul progetto TAV Torino-Lione afferma:<br />

“Economicamente è un disastro. E poi, strategicamente non serve” 197 .<br />

Tali dichiarazioni faranno imbestialire il presidente della regione Enzo Ghigo che - pregustando quanti orologi<br />

potrà aggiungere alla propria collezione grazie al TAV - sostiene:<br />

“La Torino-Lione è una struttura di fondamentale importanza per l’Italia. Quella di Demattè è una valutazione<br />

superficiale e miope” 198 .<br />

“Sulla Torino-Lione interviene anche Umberto Agnelli. Alla domanda sulle motivazioni delle proteste delle<br />

popolazioni e dei sindaci della Valle, Agnelli risponde: - Credo che ci sia qualche politico che ne approfitta.<br />

[…] Un nuovo collegamento ferroviario si tramuterà ne sono assolutamente certo, in occasione di sviluppo. Se il<br />

<strong>Piemonte</strong> si riprende, anche in virtù della Torino-Lione, la Val di Susa non potrà che ricavarne benefizi” 199 .<br />

In realtà il TAV non è altro che un progetto folle di un capitalismo schizofrenico.<br />

“La desertificazione delle campagne, l’ammucchiarsi in periferie senza nome e in città invivibili, l’omologazione<br />

delle esistenze, la vita totalmente dominata dagli imperativi economici, il tempo libero e gli svaghi divenuti essi<br />

stessi merci, il crescente sentimento dell’assurdità di una simile vita e la continua fuga in avanti per tentare di<br />

dimenticarlo, questa è la sorte comune della nostra epoca. Il trasporto rapido delle merci e degli uomini, da<br />

esigenza essenzialmente economica è diventato un fine in sé […]; le esigenze funzionali della vita stereotipata<br />

dei dirigenti, mediatori e cortigiani di questa mobilità mercantile e vere appendici biologiche dell’Economia, si<br />

sono imposti all’insieme della popolazione come bisogni dominanti” 200 .<br />

195<br />

“Alta Velocità: un dannoso, faraonico imbroglio”, Dialogo in Valle - mensile di Condove (TO), n. 4, 24/2/2001 (l’articolo è riprodotto in Alta<br />

velocità - Breve storia di una inutile nocività e di un progetto per Torino e la Valsusa, Istrice Autoproduzioni, Torino, 2001).<br />

196<br />

BRUNO ANDOLFATTO, “Alta velocità, una settimana di parole”, La Valsusa, 16/12/1999.<br />

197<br />

Ibidem.<br />

198<br />

MARIO CAVARGNA, “Demattè e Ronchi dicono no al TAV”, Luna Nuova, 14/12/1999.<br />

Cfr. anche “Ghigo: Non perdiamo il treno dell’alta velocità”, La Valsusa, 4/5/1995.<br />

Ghigo, all’inizio del 2002, sarà coinvolto nelle scandalo delle tangenti incassate dal direttore dell’ospedale torinese delle Molinette Luigi Odasso che<br />

gli aveva regalato un orologio del valore di 10 milioni. Il presidente della Regione si difenderà dicendo che, essendo collezionista, non aveva prestato<br />

particolare attenzione al dono.<br />

199<br />

“Umberto Agnelli: Il futuro? Su rotaia”, Famiglia Cristiana, n. 11, 18/3/2001.<br />

“[D.] Qualcuno sostiene che la FIAT abbia interessi diretti nel progetto... [R.] - Non mi risulta ci sia alcun interesse. Proprio per non dare spazio a<br />

insinuazioni di questo genere, a un certo punto, quando la FIAT era ancora presente con alcune sue società nel settore ferroviario, nel marzo 1991, ho<br />

lasciato la presidenza del Comitato alta velocità. Parlo e agisco a favore della Torino-Lione esclusivamente perché la ritengo un’opera di interesse<br />

regionale e nazionale”, Ibidem.<br />

200<br />

AL<strong>LE</strong>ANZA per l’OPPOSIZIONE a TUTTE le NOCIVITÀ, Treni ad alta nocività – Perché il treno ad alta velocità è un danno individuale ed un<br />

flagello collettivo, a cura di Claudio Barbieri e Riccardo D’Este, Edizioni Nautilus, Torino, 1993 (I ed. Relevé provisoire de nos grief contre le<br />

dispotisme de la vitesse à l’occasion de l’extension des lignes du TGV, Paris, 1991), p. 14.<br />

Questo opuscolo è l’unica pubblicazione sul TAV che circolava negli ambienti libertari prima dell’arresto di Edo Sole e Silvano, dimostrazione del<br />

fatto che gli anarchici in generale, pur essendo contrari in linea di principio al TAV – come ad ogni cosa lesiva nei confronti dell’ambiente -, non<br />

erano (e non sono tuttora) particolarmente impegnati nella lotta contro l’alta velocità (una parte dell’opuscolo è pubblicata da Umanità Nova nei nn.<br />

12-13-14, dei giorni 17/4, 1 e 8/5/1994).<br />

Scarso interesse è dedicato al problema anche dalla stampa anarchica in genere. Uno dei primi ad occuparsene è Senzapatria (cfr. SALVATORE<br />

GUGLIARA, “Distruzione ad alta velocità”, n. 61, gennaio-febbraio 1993. PIPPO GURRIERI, “Treni ad alta voracità”, n. 70, luglio 1996).<br />

Cfr. anche “Treni ad alta velocità”, La Lince, n. 4, 8/5/1994 e n. 5, 22/5/1994. R. G., “Il tempo della velocità”, La Lince, n. 13, marzo 1995.<br />

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