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Bollettino S. Pietro 1/04 - Circolo S.Pietro

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ogni cosa con immutata lucidità; scene mai più cancellate dalla mia<br />

memoria, poiché delle gioie si dimenticano facilmente molti particolari,<br />

mentre delle tragedie vissute tutto resta incancellabile. .<br />

Dopo aver cercato di calmare e confortare insieme agli altri sacerdoti<br />

della parrocchia quanti si erano rifugiati nella cripta, il senso del dovere<br />

mi spinse ad uscire all’aperto, sulla strada. Presi con me l’Olio Santo<br />

degli infermi e un certo numero di ostie consacrate. Da Via Gallia, in<br />

direzione di Piazza Tuscolo e di piazza Re di Roma, si alzavano altissime<br />

colonne di fumo. Mi avvicinai alla zona, correndo a buona velocità...<br />

Arrivato a piazza Re di Roma mi trovai coinvolto nella seconda ondata<br />

del bombardamento degli aerei inglesi. Fu un panico generale e anch’io,<br />

come avevano fatto gli operai nella cripta, mi aggrappai istintivamente<br />

alle mura di un palazzo, attendendo che terminasse l’ondata delle bombe.<br />

Ancora mi domando come mi salvai. Non fu coraggio e neppure fortuna,<br />

fu la Provvidenza che mi volle salvo. Superati i primi momenti di totale<br />

smarrimento, ripresi a correre e, in poco tempo, mi trovai sui luoghi del<br />

catastrofico disastro, cioè nella zona compresa tra le vie Taranto, Orvieto,<br />

Porta Maggiore, San Lorenzo, Piazza Ragusa. Palazzi di sei, otto piani<br />

erano ridotti a cumuli di macerie; straziante la scena dei parenti delle persone<br />

che erano rimaste sepolte. Mi trovai tra centinaia di morti con i<br />

corpi straziati, tra centinaia e centinaia di feriti; mi dedicai subito a questi.<br />

Amministrai molte sacre Unzioni, e diedi sotto forma di Viatico anche<br />

l’Eucaristia. Lo spettacolo era raccapricciante, un’autentica strage, considerando<br />

le vittime tra e sotto i numerosi palazzi crollati e colpite dal<br />

mitragliamento del treno Bari-Roma che, proprio a quell’ora, era arrivato<br />

nella capitale; si diceva che il convoglio trasportasse almeno duemila persone.<br />

Proprio dove il treno si era arrestato, sulla Via Casilina, davanti alla<br />

chiesa di Sant’Elena, cadde, vittima del suo dovere, padre Raffaele Melis,<br />

Oblato di Maria Vergine, religioso e prete esemplare che godeva, per il<br />

suo prestigio di pastore di anime, di grande ammirazione e di straordinaria<br />

popolarità. Giovanni Paolo II lo ha ricordato il 17 gennaio 1993 nell’omelia<br />

durante la sua visita a questa parrocchia romana. Dal 1987, le<br />

spoglie dell’eroico pastore riposano nella sua chiesa. Ricordo con particolare<br />

commozione le tante mamme che, scendendo dal treno e cercando<br />

disperatamente scampo, restarono abbattute stringendo tra le braccia un<br />

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