Bollettino S. Pietro 1/04 - Circolo S.Pietro

dissertazione accademica, ma mostrava di essere impegnato sul campo,
spesso in prima linea nelle difficoltà più scottanti sul vasto territorio del
panorama equense.
“Infanzia negata”: veramente notevole il contributo della dottoressa Valeria
Rosetti della Procura del Tribunale dei Minori di Napoli per portare al convegno
l’incoraggiamento a collaborare con le istituzioni, mai sostituendosi
al delicato compito investigativo degli organi preposti, ma rompendo gli
schemi di assuefazione agli episodi di abuso e di violenza anche solo subdolamente
psicologici nei confronti dei più piccoli.
Significativo l’intervento della Vice Presidente Nazionale dell’UNICEF,
dottoressa Margherita Dini Ciacci, a rendere chiaro come l’infanzia negata
abbia come problema territoriale un’area vasta che non si ferma alla
borgata, al paese, all’Italia e all’Europa, ma costituisca un punto critico
su cui misurare la capacità di edificazione di un mondo migliore, come
tema di dimensione planetaria e non circoscritta: è la rete di informazione
e collaborazione a costituire lo snodo più costruttivo per rendere un problema
difficile come il non rispetto dell’infanzia, il suo uso e il suo abuso
in tutti i campi, compresa la spina dolens della criminalità, non differibile
nel tempo e da affrontare in tempi rapidi nelle realtà comunali come nella
vasta interdipendenza dei rapporti internazionali.
Nel convegno non sono mancati i riferimenti dei racconti dei “grandi”, il
ricordo che in tarda età faceva della sua “infanzia negata” l’attore
Peppino De Filippo, come non sono mancati veri e propri interventi di
denuncia, tra i quali spicca la relazione del prof. Paolo Farnaro Presidente
dell’AEDE, importante Associazione degli Insegnanti, ed interventi di
diffusa spiegazione degli ostacoli da superare sul piano legislativo -
molto chiara la relazione della dottoressa Maria Giorgia de Gennaro - e
delle possibilità di rinnovato orientamento a tutela dei minori e di chi
molto può fare per passare dalla negazione all’affermazione di un’infanzia
che rimetta al centro della sua ragione d’essere e del suo esserci quei
contenuti che la rendono bella: solarità, allegria, spensieratezza, nel contesto
di una società degli adulti urgentemente più matura e profondamente
più responsabile.
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