Bollettino S. Pietro 1/04 - Circolo S.Pietro
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te dell’uomo. La croce diventa così strada obbligata d’incontro con l’uomo<br />
ferito dagli strali dell’esistenza. La croce è perciò cattedra, sorgente<br />
di grazia, strada per raggiungere la patria sia per chi la vede che per colui<br />
che non la vede.<br />
La croce di Cristo è pensata da Agostino talmente via obbligata per ogni<br />
uomo, da costituire un tribunale che misura tutti. Il passare per essa - dice<br />
Agostino - è al di là della stessa fede nella divinità, perché è meglio stare<br />
attaccato alla croce senza disprezzarla che vedere la stessa divinità. La<br />
vita infatti della storia umana è come un mare che può essere attraversato<br />
solo se attaccati alla croce di Cristo.<br />
Desidero concludere queste mie riflessioni trascrivendo un brano del processo<br />
verbale, tratto dagli “Atti dei martiri”, che avvenne nel 295, durante<br />
il quale Massimiliano tiene testa al proconsole d’Africa Dione. La scena<br />
si colloca sul solido terreno della storia: un perfetto cristiano, che non<br />
vuole portare armi, Massimiliano per l’appunto, è condannato a morte per<br />
insubordinazione. Il fatto è datato e localizzato a Teveste (oggi Tebessa,<br />
in Algeria). Il giovane obiettore non intende portare che la Santa Croce,<br />
escludendo ogni altra insegna. E’ iscritto nel martirologio del 12 marzo,<br />
morì all’età di 21 anni, tre mesi e otto giorni.<br />
Dione: `Ricevi il sigillo militare, segno del soldato dell’impero romano!<br />
Massimiliano: Non ricevo alcun sigillo, perché ho già in me il segno di<br />
Cristo, mio Signore.<br />
Dione: Centurione, che gli venga imposto il marchio del soldato.<br />
Massimiliano: Non accetto il distintivo del mondo. Io sono cristiano, non<br />
mi è lecito portare appesa al collo una piastra di piombo, perché io porto<br />
in me il segno salutare del mio Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio”.<br />
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