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Bollettino S. Pietro 1/04 - Circolo S.Pietro

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quale è stato purtroppo addossato un pesante edificio conventuale<br />

moderno, adibito a sede generalizia dell’Ordine Domenicano, si<br />

scorge il famoso albero di arancio che la leggenda vuole piantato da<br />

S. Domenico di Guzman verso il 1220. Essa sarebbe la prima pianta<br />

di questa specie introdotta in Roma.<br />

L’atrio è reso celeberrimo soprattutto dalla porta d’ingresso, originaria<br />

del V secolo e intagliata finemente, oltre che con potenza espressiva,<br />

in legno di cipresso. La porta è incompleta poiché i pannelli<br />

scolpiti si sono ridotti al numero di diciotto dai ventotto originari.<br />

Essi sono montati secondo un ordine che non è più quello originario,<br />

dentro fasce decorative che raffigurano motivi di vite. Di particolare<br />

importanza è il pannello con la Crocifissione, uno dei primi che rappresenta<br />

questa scena. Ci troviamo di fronte a uno dei massimi tesori<br />

dell’arte paleocristiana ed una delle più dimostrative manifestazioni<br />

della potenza creativa della Fede.<br />

L’interno vastissimo, ripristinato nelle sue linee originarie, accoglie<br />

il visitatore nella serena luminosità e nella bellezza del doppio ordine<br />

di colonne corinzie scanalate che suddividono gli spazi delle tre<br />

navate basilicali; purtroppo deve però essere ben lontano dal riprodurre<br />

l’estrema suggestione che il tempio doveva possedere quando<br />

esso era interamente rivestito di mosaico. Dello splendore di questa<br />

forma di ornato ci testimonia ancora la grande fascia mosaicata, policroma,<br />

che sta sulla porta centrale, prendendo l’intera parete e recando<br />

la iscrizione dedicatoria del sacro edificio. Significativa testimonianza<br />

è altresì il fregio di tarsia marmorea policroma che riveste la<br />

zona degli archi (questi furono i primi ad essere introdotti a Roma, in<br />

luogo dell’architrave continuo delle basiliche classiche e del consueto<br />

modello paleocristiano).<br />

Il pavimento marmoreo è di recente ricostruzione, così come i semplici<br />

lacunari del soffitto; dal catino dell’amplissima abside, rivestita<br />

di marmi e con tre grandi finestroni, ci richiama il greve colore del-<br />

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