Bollettino S. Pietro 1/04 - Circolo S.Pietro
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della strada”, per le strade del mondo, non erano solo soggetto di diritti<br />
per le adozioni o gli affidamenti – a distanza o tout court che siano – ma<br />
erano spesso oggetto della zona d’ombra della società opulenta che farisaicamente<br />
trasfondeva la sua parte peggiore, il suo volto spietato in quel<br />
male che la Santa Sede per prima nel tempo ha denunciato e che gli Stati<br />
cominciano faticosamente ad avversare: turismo sessuale, pedofilia, traffici<br />
d’organi.<br />
Questi i “nuovi mostri” sociali che la “civiltà” cresciuta nel progresso e<br />
diminuita nei valori ha prodotto nel tempo e che spesso hanno aggravato<br />
la situazione del “Pianeta Fame”.<br />
In questi occhi di bambini, ricordava giustamente il missionario Padre<br />
Osvaldo Tini nella serata di beneficenza in favore della PAMO o.n.l.u.s. alla<br />
presenza del Cardinale Pio Laghi e con la presidenza della Dott.ssa Carla<br />
Martino, tutto si può trovare, ma mai la “pezzenteria”, un invito a capire che<br />
da come verranno o non verranno prese sul serio le richieste d’aiuto che<br />
quei bambini lanciano, come un disperato s.o.s. di Dio alle sue creature a<br />
ritrovare la preziosa umanità che è al cuore di ogni uomo, si gioca la partita<br />
ineluttabile che non avrà vincitori o vinti: a seconda delle risposte saremo<br />
tutti quanti salvi, oppure tutti quanti vinti, inesorabilmente sconfitti.<br />
Da qui l’invito a non sottovalutare i piccoli e i poveri e ad avere una<br />
visione tipica della solidarietà globale e della più autentica carità cristiana,<br />
anche dei beni che il Signore dona ai più fortunati per aiutare chi soffre<br />
più degli altri il peso dell’indigenza: i bambini della strada, meninõs<br />
de rua o scugnizzi che siano, sono – nello stesso modo in cui l’attuale<br />
Pontificato ci insegna a chiamare i giovani “speranza del futuro” e<br />
“nostra personale speranza”, – l’ investimento più bello che la società può<br />
fare per riscattarsi dalle proprie tante cattiverie e dal “peccato sociale”,<br />
così ben definito nella sua manifestazione in “strutture di peccato” nella<br />
enciclica “Centesimus annus” di Papa Giovanni Paolo II. Nessuno abbia<br />
paura di essere tacciato di buonismo o assistenzialismo nei confronti dei<br />
più piccoli tra i poveri, per non avere un giorno quel brutto argomento<br />
che trovò Caino per nascondere il proprio peccato omicida.<br />
Noi siamo veramente responsabili della persona di nostro fratello, perché<br />
spesso l’indifferenza che colpisce i bambini abbandonati, o peggio viola-<br />
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