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Duplessis, Giorgio, Le meraviglie dell'incisione ... - Toni Pecoraro

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stile di un piccolo numero d'opere da questi firmate, e che non dicono una parola sulla loro vita, può<br />

servire a riconoscere, con più o meno certezza, l'opere alle quali non apposero il nome, ma non<br />

basta a farci rintracciare quelle di niellatori celebrati ai tempi loro, e dei quali non esiste un'opera<br />

firmata; per cui si hanno in proposito; opere delle quali non si conoscono gli autori, ed autori dei<br />

quali non si conoscono le opere. In tali condizioni occorrono qualche volta dei documenti, come è il<br />

caso di certe polizze pubblicate dal Gaye, nel suo Carteggio d'artisti, che provano, come la Pace di<br />

Firenze rappresentante l'Incoronazione della Vergine, è opera di Maso Finiguerra; di Matteo di<br />

Giovanni Dei, invece, al quale si attribuiscono due lastre della Galleria degli Uffici, la Crocifissione<br />

e la Conversione di san Paolo (anonime), è impossibile dire nulla di certo, perché non si possiede di<br />

suo niente di firmato.<br />

Peregrino da Cesena, che incise in metallo una gran quantità di nielli, apponendovi il nome intero ,<br />

od un monogramma , è il solo che abbia firmato la massima parte de' suoi lavori: fors'era più degli<br />

altri avido di gloria.<br />

Si attribuiscono al pittore ed incisore Antonio Pollaiolo due altri piccoli nielli, notevoli per<br />

un'insistenza puerile nell'accusare il disegno dei muscoli, e l'osteologia del corpo umano.<br />

Fra i nielli d'origine certa vanno annoverate le lastre del Francia, che si conservano a Bologna; sul<br />

merito di questi lavori, copiati dopo la morte del Francia da Marcantonio Raimondi, basti dire, che<br />

erano cari a Raffaello, cui sembravano degnissimi d'ammirazione.<br />

Marcantonio Raimondi non acquista fama ad esser considerato come niellista; le poche stampe di<br />

questo genero a lui attribuite, e che si vedono a Parigi, ed a Genova nella collezione del conte<br />

Durazzo, non aggiungono nessun nuovo titolo alla sua gloria; parleremo quindi meglio di lui,<br />

trattando <strong>dell'incisione</strong> propriamente detta.<br />

D'altri niellisti non occorre parlare: sono moltissimi, ma sono anonimi, e si arguiscono dalle opere.<br />

Chiudiamo il capitolo dei nielli, per non intrometterci in una selva senza sfogo.<br />

Mentre in Italia gli orefici inventavano, senza volerlo, l'incisione; altri artefici, usi a maneggiare il<br />

bulino, profittavano dell'invenzione, ed insensibilmente, senza previa determinazione, diventavano<br />

incisori. Questo fatto essendosi asse in ogni parte d'Italia, ne segui che l'incisione riflettesse l'indole<br />

delle varie scuole italiane, e si mostrasse dal suo nascere, varia, diversa, sotto tutti gli stili, come la<br />

pittura dell'istessa epoca. Da queste diversità trarremo argomento alla di visione del nostro studio,<br />

col quale cercheremo di cogliere i tratti distintivi d'ognuna delle diverse scuole di incisori.<br />

CAPITOLO III.<br />

SCUOLA DI FIRENZE.<br />

Prime incisioni. Sandro Botticelli, le Sibille e la Venere del Museo Campana. Antonio e Pietro<br />

Pollaiolo. Filippo Lippi: incisioni che gli sono attribuite, e suoi quadri. Il Robetta negletto dal<br />

Vasari: sua eccellenza nell'arte d'incidere, suo stile, suoi pregi e difetti: egli è l'ultimo dei primitivi.<br />

Dalla scuola di Firenze nasce la scuola francese a Fontainebleau,<br />

Prima nel tirare prove dai nielli , Firenze, città predestinata, dopo aver dato luce alle opere più<br />

portentose del pennello italiano nel medio evo, dovea 'precedere tutte le altre città italiane<br />

nell'incisione, ed esserne la culla: come se le due arti, chiamate a soccorrersi mutuamente con<br />

perpetua vicenda, dovessero veder la luce sotto lo stesso cielo.<br />

<strong>Le</strong> prime incisioni su metallo eseguite in Italia, si trovano nel Monte Santo di Dio (1477), ed in<br />

un'edizione di Dante (1481). Secondo Vasari, Sandro Botticelli ne avrebbe fornito i disegni, ed<br />

anche aiutata l'incisione, condotta da Baccio Baldini , incisore di cui s'ignora la vita, ed al quale<br />

Bartsch attribuisce un buon numero di stampe. Quelle del Monte Santo, di Dante, dei Profeti e delle<br />

Sibille, accusano mano poco esperimentata, ma sono preziose per la sicurezza di disegno che le<br />

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