Fig. 7 Il Poeta (stampa di G. Ribera). la purezza dell'aria, l'indefinibile fisionomia della città delle lagune, - risultante da un insieme di apparenze fugaci e difficilissime a cogliersi - si trovano espresse colla massima felicità nelle opere del Canaletto, che nei musei sembrano illuminare i quadri vicini, trasportando i riguardanti in quella città originale, dagli orizzonti dorati, dai palazzi di marmo, natanti in un pelago trasparente di luce diffusa. <strong>Le</strong> stesse qualità, un po' menomate naturalmente, rendono brillanti le acque-forti di questo pittore. A' suoi tempi nell'incisione egli era unico ed eccezionale in Venezia, e se Guardi poté cercare d'imitare i suoi quadri, non è possibile citare un solo incisore che siasi provato ad imitare le sue acqueforti, rimaste per conseguenza come una manifestazione isolata. Mentre Canaletto ritraeva i sestieri di Venezia i i più frequentati e pittoreschi, un pittore di gran riputazione e di un talento quasi meraviglioso, si rendeva non meno cospicuo nella storia dell'arte, incidendo le proprie composizioni e quelle di suo padre. Domenico Tiepolo ottenne all'acqua-forte dei risultati veramente sorprendenti, e si mostrò originale in un tempo di assoluta, generale, e perfetta decadenza. Vivacità, moto, larghezza veramente unica nei partiti di luce e d'ombra; scienza grandissima nell'affaldare le stoffe delle vestimenta, con ampiezza e naturalezza da pochi artisti raggiunta; un contorno gustoso, un disegno ammanierato ma pieno di brio e di vita; una gran pratica dei grandi maestri, perfettamente assimilata; l'arte di dare moltissimo con pochi segni e poca macchia d'ombre; una cognizione inappuntabile delle leggi del chiaroscuro e della prospettiva, rendono pregievolissime le incisioni, come, i dipinti, del Tiepolo, al quale, per essere uno dei più grandi maestri della storia dell'arte, non mancò che di nascere in un'epoca d'incremento, invece che 24
in un tempo di decadenza. Marco Pitteri trovò nell'incisione un' originalità, traducendo i Sette Sacramenti del Longhi senza: usare del tratteggiare incrociato; egli si distinse dagli altri non incidendo che a tagli paralleli, che scavava più profondamente, ove doveano segnare un'ombra più forte; e più superficialmente nelle mezze tinte. Poco gradevoli a vedersi, queste incisioni producono però, ad una certa distanza, un'impressione abbastanza buona. La continuazione dei Sette Sacramenti, che è il miglior lavoro dell'artista, reca delle notizie interessanti sui costumi di Venezia nel secolo decimottavo, perché si compone di soggetti presi alla-vita: domestica. Insopportabile quando incide quasi di grandezza naturale le teste di G. Cristo; della Vergine, degli evangelisti, tolti dai quadri del Piazzetta, non manca di attrattive nelle scene di costume contemporaneo, sopratutto in quelle tratte pure da quadri del Longhi, rappresentanti degli episodi della vita di cacciatore dei grandi signori del suo tempo. Nell'istesso secolo decimottavo non sarebbe difficile trovare altri incisori in Venezia, dediti alla riproduzione delle opere di pittori che in vita loro ebbero maggior fama; mi contento di citarne uno: Gaetano <strong>Le</strong>onardi di Monaco, e questo dispensa dal nominare gli altri. «Valgono tanto poco, anche presi a mazzo.» Meglio è rivolgere la nostra attenzione alle opere degli incisori milanesi, parmigiani e bolognesi artisti, che hanno un'impronta propria e tendenze elevate, che li rendono degni di considerazione. A Milano un gran maestro ispirò tutta una scuola, e 1'influenza del suo genio alimentò un'intera generazione d'artefici. <strong>Le</strong>onardo da Vinci, le cui opere sublimi son cosi poco numerose, fu come, è noto a tutti, un uomo, come si direbbe oggi, enciclopedico. - Pittore, dipinse il Cenacolo delle Grazie, - scultore, modellò la statua equestre di Francesco Sforza, distrutta nel 1499 dai Francesi, che ne fecero un bersaglio occupando Milano sotto Luigi XII, - architetto ed ingegnere, diresse lavori di un'irrigazione artificiale che abbracciava una grande estensione di paese, - suonatore esimio, ottenne i suffragi di, tutti ad una festa, data da Luigi Sforza, suonando una lira costrutta da lui stesso, - fisico, chimico, empirista sorprendente, - naturalista al punto d'essere annoverato tra i fondatori della scienza geologica, - cavallerizzo, schermitore, ingegnere militare, e bell'uomo per sopramercato, - è impossibile che non abbia maneggiato il bulino, che a suoi tempi era una novità in gran voga fra: gli artisti. Un passo dell'opera de Proportione divina, di Luca Pacioli, parla con tutta chiarezza d'incisioni di <strong>Le</strong>onardo; in questo passo però a leggerlo bene, tratterebbe si soltanto d'incisione di lettere, arte esercitata sino d'allora da abili artigiani, il che toglie ogni importanza al testo del Pacioli; d'altra parte non si può non riconoscere la mano di <strong>Le</strong>onardo in una delle tavole citate in quel passo; è la prima del libro, e rappresenta un profilo, a contorno, preciso e dolce nell'espressione. Un'incisione indubitatamente sua però non esiste; certi ornati, che sembrano composti di corde annodate, e recano al centro l'iscrizione Academia <strong>Le</strong>onardi Vinci, ed identicamente riprodotte in altre stampe munite del monogramma di Alberto Duro, possono essere d'un altro artista; un'altra incisione, rappresentante tre teste di cavalli attribuita dal Passavant al Verrocchio, e da Ottley a <strong>Le</strong>onardo, sembra. veramente di sua fattura, e si ritrova in una pagina dei manoscritti suoi, conservati a Winsdor, nella splendida: collezione della regina d'Inghilterra, ed incollata in quel punto, come illustrazione del passo cui fa riscontro, scritto di pugno di <strong>Le</strong>onardo; ma egli poteva benissimo servirsi, in quel caso, d'un'incisione del suo maestro. La mezza figura di donna in profilo, la Donna incoronata di ellera, e la Testa di vecchio del British Museum, ricordano assai la maniera di quel grande artista; pure Bartsch non esita attribuire 1'ultima delle tre incisioni al Mantegna. Noi non osiamo decidere, e riconosciamo, che tanto questa, come l'altre due, possono essere ispirate da <strong>Le</strong>onardo ed incise da qualcuno de' suoi abili scolari, senza escludere che possa anche averle incise egli stesso. Il nome di <strong>Le</strong>onardo, e la rarità delle incisioni di scuola milanese, non ci hanno permesso di trascurare le incisioni attribuite a questo grande artista, benché incerte. Relative a <strong>Le</strong>onardo esistono tre stampe antiche 25
- Page 1 and 2: LE MERAVIGLIE DELL'INCISIONE descri
- Page 3 and 4: V. SCUOLA BOLOGNESE E ROMANA. Unit
- Page 5 and 6: Boyvin e Ruggieri. - Leonardo Limos
- Page 7 and 8: Fig. 1. Gioventù (incisione di Giu
- Page 9 and 10: L'incisione per incavo si eseguisce
- Page 11 and 12: Fig. 2. La sibilla Agrippa, di Sand
- Page 13 and 14: Fig. 3. Niello italiano. in altri l
- Page 15 and 16: Fig. 4. Stamperia per incisioni a t
- Page 17 and 18: distingue, e perché attestano in g
- Page 19 and 20: fiorentina lasciava il terreno nati
- Page 21 and 22: Fig. 6. Lucrezia (incisione di Marc
- Page 23: Mai il luogo di nascita di un uomo
- Page 27 and 28: Fig. 8. La garotta (incisione all'a
- Page 29 and 30: ed il primo s'aiutava colla punta s
- Page 31 and 32: pittori militanti, assolutamente li
- Page 33 and 34: perseveranza. nel cercare la sua st
- Page 35 and 36: dopo aver lavorato in patria, sotto
- Page 37 and 38: Cornelio Cort, Francesco Villamène
- Page 39 and 40: Fig. 12. Il campo difrumento (incis
- Page 41 and 42: è assai curioso ed interessante. P
- Page 43 and 44: molto discosto dai tempi dal Maestr
- Page 45 and 46: Fig. 13. Costume (incisione di H. G
- Page 47 and 48: nell'esagerazione del disegno, e no
- Page 49 and 50: debole ed intimidito davanti alla n
- Page 51 and 52: Fig. 15. Ritratto di Snyders (incis
- Page 53 and 54: CAPITOLO III. SCUOLA FIAMMINGA. Pao
- Page 55 and 56: abbattimento d'animo nel quale era
- Page 57 and 58: due generi d'incisione del Jegher r
- Page 59 and 60: PARTE IV. L'INCISIONE IN GERMANIA C
- Page 61 and 62: Al principio del secolo decimosesto
- Page 63 and 64: Germania però le tenne dietro assa
- Page 65 and 66: Leida fu chiamata il Furbacchiotto,
- Page 67 and 68: Bambino, e con tenerezza se lo stri
- Page 69 and 70: Fig. 20. Costumi alemanni (stampa d
- Page 71 and 72: che ebbe questa stampa, stabili def
- Page 73 and 74: dell'incisione. In Inghilterra l'in
- Page 75 and 76:
Fig. 22. Ritratto di R. BayfeiId (s
- Page 77 and 78:
la nobiltà e la vita data dal pitt
- Page 79 and 80:
PARTE VI. SCUOLA FRANCESE CAPITOLO
- Page 81 and 82:
Fig. 24 Stampa di W. Hogarth, per i
- Page 83 and 84:
architettoniche, popolate di figuri
- Page 85 and 86:
compromettere l'omogeneità del lav
- Page 87 and 88:
Fig. 25. Testa di Gesù Cristo (sta
- Page 89 and 90:
una superficie uniforme e liscia, s
- Page 91 and 92:
La Lorena diede alla Francia un alt
- Page 93 and 94:
Fig. 27. Il levar del sole (incisio
- Page 95 and 96:
CAPITOLO IV. INCISIONE SU METALLO.
- Page 97 and 98:
pittori dell'epoca di Luigi XIV, si
- Page 99 and 100:
credere che la Cerimonia della pres
- Page 101 and 102:
Fig. 30. Costume (incisione all'acq
- Page 103 and 104:
dei segni di matita da imitarsi, e
- Page 105 and 106:
fisionomie; il conte di Caylus, arc
- Page 107 and 108:
di minor momento, egli seppe mostra
- Page 109 and 110:
terribilmente a fieri colpi di scur
- Page 111 and 112:
Fig. 33. La Vanità (incisione all'
- Page 113 and 114:
i migliori scolari di Gian Giorgio
- Page 115 and 116:
insolubile nell'acqua-forte, la las
- Page 117 and 118:
Krichuber ebbero però una gran vog