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Duplessis, Giorgio, Le meraviglie dell'incisione ... - Toni Pecoraro

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pesanti e senza, carattere messe innanzi. Era però eccellente nel dare effetto alle sue vedute e le<br />

cinque o sei marine che si conoscono di sui mano, possono essere messe fra quelle che danno la più<br />

giusta e più sentita impressione dei mari del Nord. Renato Nooms, più noto sotto il nome di Zeeman<br />

(marinaio), nato ad Amsterdam, verso il 1612, era talmente innamorato del, mare, che per meglio<br />

conoscerlo e studiarlo ne' suoi aspetti di calme e di sconvolgimenti, e per rendersi, cognito d'ogni<br />

particolare della forma delle navi, fece diversi viaggi, imbarcandosi come marinaio semplice.<br />

<strong>Le</strong> sue stampe, che mancano forse d'effetto e di un'esecuzione gradevole, hanno quindi un'impronta<br />

di verità, che si nota in poche incisioni del suo tempo in grado eguale, e possono servire agli storici<br />

come documenti dei modi di costruire navigli al suo tempo.<br />

Mentre si sviluppava, dietro 1'esempio di Rembrandt, la scuola dell'acqua-forte, producendo opere<br />

d'altissimo valore, accanto a questa veniva crescendo una scuola d'incisione al bulino, che lasciò<br />

pure delle splendide traccie. Gl'incisori di questo gruppo attinsero in Italia i principii dell'arte,<br />

recandovisi per un tempo limitato, per tornare in patria a consacrare il loro ingegno<br />

all'interpretazione delle opere dei loro compaesani. Costituitasi nel decimosettimo secolo, la scuola<br />

olandese degli incisori a bulino, dopo un Crispino De Passe, che diede alle numerose sue stampe un<br />

aspetto gradevole e colorato, presenta una serie d'incisori che maneggiavano il bulino con destrezza<br />

per certo troppo grande. Ne' suoi primordj Enrico Goltzius si mostrò però timido, ed innamorato<br />

sino all'eccesso della finitezza e della precisione; ma sentitosi padrone degli istrumenti del lavoro,<br />

prese la carriera, ed invece di ritrattini che poteano competere colle miniature, e di scene di costume<br />

che stavano a pari colle più delicate cose prodotte dall'incisione, e che erano incise un po' nella<br />

maniera di Dürer , pubblicò le stampe le più stravaganti che si fossero mai immaginate, cercando,<br />

con tagli larghi e molto discosti, di rendere delle composizioni complicate e sovranamente<br />

pedantesche. Acquistò per tal modo fama d'uno de' primi incisori a bulino olandesi, ma perdette<br />

quella di disegnatore finito e corretto che già aveva. Il peggio è che egli ebbe imitatori e fece scuola,<br />

seducendo ed attirando ingegni facili ed impazienti di farsi distinguere senza guardare pel sottile ai<br />

mezzi per ottenere lo scopo.<br />

Giovanni Saenredam e Giovanni Muller vanno citati fra i suoi scolari meno sensati: è impossibile<br />

spingere più oltre la destrezza nel maneggiare il bulino con impudenza; tanta facilità d'esecuzione li<br />

portò a riprodurre delle composizioni piene di figure contornate all'eccesso. Vincere difficoltà in<br />

apparenza insormontabili, era il loro ideale, e quest'ostentazione di bravura li dominava<br />

esclusivamente, spingendoli ad incidere le opere del manierato Bartolomeo Sprangher, piuttostochè<br />

altre di stile più semplice. Giacomo Mathm, altro scolaro di Goltzius, non contentandosi delle<br />

lezioni del maestro, si recò in Italia, a Roma, ove ricevette qualche consiglio dal suo compatriota<br />

Cornelio Bloemaert. Ma se per tal modo per dette il vezzo di trattare, esclusivamente soggetti<br />

complicati e forme esagerate, volgendosi a riprodurre maestri diversi, perdette la sua originalità.<br />

I ritratti da lui incisi, e nei quali la fisionomia è sempre accuratamente studiata, valgono assai<br />

meglio delle stampe nelle quali, con scipita monotonia, riprodusse dei quadri di Josephin, di<br />

Zuccaro, e talora anche di Tiziano e di Raffaello, senza il carattere proprio a ciascuno di questi<br />

maestri. Enrico Hondius fu pure fra quelli rimasti sempre in patria; egli diresse per cinquant'anni,<br />

all'Aja, sua città nativa, uno studio d'incisori, nel quale si formarono molti artisti: scolari di poca<br />

levatura, di un maestro di stile duro, senza carattere e difficile a definirsi, e più che maestro<br />

incisore, editore di stampe senza impronta personale di qualche pregio.<br />

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