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Frombole di mare son di color nero, pigliano buon pulimento e lustro, si trovano <strong>delle</strong> grandi e <strong>delle</strong> picciole,<br />
come si vede in Roma. Dicono che con esse davono tormenti a’ primi Cristiani. Son queste frombole di<br />
paragone, ché si tiene che molti pezzi di paragone, cadendo in mare, per la mozione dell’acque del mare che<br />
fa spesso, vengono col tempo in foggia di frombole dette di sopra.<br />
XXXVI. DEL MISTIO DEL COLOR DE’ PESCI<br />
Nella chiesa della Traspontina del Borgo di Roma, è fatta la porta di questa pietra, che è molto bella, soda,<br />
piglia buon lustro, ma con fatica. Si trovono gran pezzi, ma la sua cava a noi è incognita. I colori di questa<br />
pietra son come punti di pesci in campo bigiccio.<br />
XXXVII. DELLA RITROPIA<br />
Di questa nobil pietra detta ritropia, non si trovono pezzi [19r] maggiori, ch’io sappia, d’un pan casalingo, il<br />
color suo è verde scuro, cioè il fondo della pietra, ma tutta è spruzzolata di sangue, ma gocciolette picciole.<br />
Questa bella pietra tien di gioia ed è sodissima, piglia grandissimo lustro, non è matrosa, la sua cava si dice<br />
esser in Oriente. C’è un’altra sorte di ritropia simigliante a questa detta di sopra, eccetto che ha le gocciole di<br />
sangue maggiori. Dicono ancor questa esser pietra orientale.<br />
XXXVIII. DELLA PIETRA LUNARIA<br />
La pietra lunaria ha in sé il color nero scuro, è soda, non matrosa, piglia buon pulimento e lustro, la sua cava<br />
a noi è incognita. In Roma ne son dei pezzi, ma per non aver visti, non dirò altro.<br />
XXXIX. DEL MARMO VERDE DI CALABRIA<br />
Nello stato dell’Illustrissimo signor Duca di Nocera, a Monte Lione o appresso, s’è trovato una cava di<br />
marmo verde, a similitudine del marmo verde che vien d’Egitto, come s’è detto di sopra al capitolo VII. È<br />
marmo sodo, non matroso, si cavano gran saldezze, vuole star al coperto, piglia gran [19v] lustro, è in opera<br />
in San Francesco di Paula molte colonne che adornano la cappella dove è il suo corpo. Così a Roma ne sono<br />
state condotte ventidue colonne. Sarà cava molto frequentata dall’amatori <strong>delle</strong> belle <strong>pietre</strong> e da quelli che<br />
cercano lasciar gran memoria nella patria de’ nomi loro. In Santa Maria Novella di Firenze ne vedrai due<br />
colonne alla prima nicchia, che ha fatto l’onorata casa de’ Benedetti.<br />
XL. DELLA BRECCIA PELLEGRINA<br />
Ho visto un pezzo di breccia tanto bella, che è bene farne memoria.<br />
Nelle rovine di Roma vecchia, vi si trovono di giorno in giorno molte <strong>pietre</strong> nuove, ma le cave loro a noi son<br />
incognite. Di questa breccia dico che è pietra soda, non matrosa, piglia pulimento e lustro, vuole star al<br />
coperto, i suoi colori son varii, come rossi di più sorte, così bianchi, bigi ed altri colori, che ha in sé, ma son<br />
certe macchiette picciole commesse in questa pietra con arte mirabile dalla natura.<br />
XLI. DELLA PIETRA DI STIAVONIA<br />
Si trovano di gran saldezze di questa pietra, che si cava [20r] di Stiavonia; è pietra soda, non matrosa, il suo<br />
colore è ulivigno, piglia buon lustro e pulimento, ama star al coperto, si vede in opera alla Madonna del<br />
Loreto nel chiostro, così ancora in Venezia al bellissimo palazzo de’ signori Grimani.<br />
XLII. DELL’ALABASTRO SCURO<br />
Alabastro scuro detto dall’antiquarii: non si vede troppi gran pezzi, i suoi colori son più, come dir vene rosse<br />
scure, così vene bianche e gialle e d’altri colori, ma tutte sono scure; è pietra nobil e bella, piglia buon lustro,<br />
non è matrosa, ma salda, ama star al coperto. Nelle rovine di Roma se ne trovono de’ pezzi, sì come d’altri<br />
alabastri, che passono più di venti sorte, ma per ora non gli scriverò tutti, perché mi son resoluto di far questa<br />
prima bozza di questo libro <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong> il meglio che ho possuto per ora; se mi sarà concesso tempo, lo<br />
rescriverò con più ordine e metterò più numero di <strong>pietre</strong>.