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non sono molto stimati; quei che tengon color di vio [72r] la o di vino o vero di viola acquea son più utili di<br />
tutto. I luoghi per dove son trovati pongono loro il nome, come soventemente si dice dell’altre <strong>pietre</strong> preziose<br />
ed altre <strong>pietre</strong> dure e tenere <strong>delle</strong> quali io scrivo. L’indico tiene il principato, seguono poi l’arabico, il<br />
galatico, l’egittico, il tarsico, il ciprico, ancora che i due ultimi sieno i più vili di tutti. La virtù di queste<br />
gemme è di scacciare l’umbriacaggine, percioché, essendo legate sopra il bellico, raffrenano il vapor del vino<br />
e così risolvono detta umbriacaggine; di più hanno questa virtù, che fanno l’uomo destro e presto nelle sue<br />
azioni, inducono l’uomo ad esser di bell’intelletto e, se dette <strong>pietre</strong> si tengono in molle in acqua cristallina<br />
buona, giovano assai a quei che avessero preso qualche veleno.<br />
CXIX. DEL CRISOPAZIO<br />
Questa leggiadra e vaga pietra è trasparente ed è detta sotto varii nomi, ma tutti significano il medesimo;<br />
alcuni l’addimandano crisopazio, altri crisopasso, è pietra di color dorè o vero per entro ha alcune vene<br />
d’oro, onde ella prende il nome, percioché criso nella lingua greca deno [72v] ta oro, essendo composta di<br />
color d’oro e verde. L’India e l’Etiopia producono cotal gemme preziose, si trovano dei pezzi grossi, che<br />
l’uno pesa una mezz’oncia o meno, ha questa virtù questa pietra che molto giova alla vista.<br />
CXX. DEL CRISTALLO<br />
In molti luoghi ritrovansi cristalli trasparenti, nel contado di Pisa, appresso ad un luogo detto Calci, ve ne son<br />
molti pezzi, ma piccoli come nocciuole o quanto son grosse le pere: talvolta a Carrara ancora molte fiate gli<br />
scarpellini ne trovano nei marmi bianchi, ma in pezzi grandissimi, e sono ne’ mezzi per entro di quelli che<br />
s’addomandono l’anime de’ marmi da’ semplici. Io ne ho avuto due pezzi piccoli nella camera mia insieme<br />
con molt’altre anticaglie, ma non è guari che mi sono stati imbolati, posciaché molti vengono a vedere tali<br />
cose ed io ho in buona opinione tutti e molte fiate mi trovo ingannato da uomini disleali e malvagi; ma questi<br />
due pezzi di cristallo erano trasparenti ed avevano sei faccie ed una punta per ciascheduno come hanno quasi<br />
tutti i cristalli, così fatti dalla na [73r] tura madre nostra. E che più? Io battevo col fucile in essi e ne cavavo il<br />
fuoco. Ma per parlar de’ rari e buoni, dico che vengono portati di più luoghi dall’amatori ed avveduti uomini<br />
dal paese delli Svizzeri, siti freddosissimi; posciaché in certe valli e caverne dove sempre vi sta la neve, che<br />
ivi ghiaccia, si viene a convertire, dicono, in bianchissimo cristallo; e che questo sia il vero, si trovano rami<br />
d’alberi, frondi, paglie ed animali per entro i gran pezzi di cristalli, i quali pezzi grandissimi sono condotti<br />
alla gran città di Milano e si trova tal pezzo che pesa più di dugento libbre; che di cotal pezzi sovente i<br />
maestri rarissimi di Milano ne fanno animali grandi, come oche grandi al naturale, ma di più pezzi ed altri<br />
animali, come si vede nella Tribuna della galleria che fece la Felice memoria del Gran Duca Francesco al<br />
Palazzo Vecchio: poiché, non mai abbastanza tanto lodato quanto merita, il detto Gran Duca Francesco<br />
amava i virtuosi forestieri e particolarmente [73v] il virtuoso maestro Giorgio Milanese ed i suoi figli, altresì<br />
i rari e virtuosi maestri della medesima patria, cioè maestro Ambrogio e maestro Stefano fratelli; ed io con<br />
tutti colali virtuosi sempre ho tenuto amistà, con tali uomini leali e rari in lavorar cristalli e far animali ed<br />
altri lavori, come un’altra volta si dirà con miglior occasione. Che il detto Gran Duca quei ed altri maestri<br />
teneva al suo palazzo (che il fece per suo diporto, detto il Casino, che è appresso il nostro convento di San<br />
Marco in Firenze), dove sovente io m’andavo per mio spasso, poiché tanto era il contento che prendevo in<br />
vedere sì gran pezza d’uomini rarissimi in molte arti, quei lavorar molte cose, perché il Gran Duca, il quale<br />
mi portava amore, molte fiate mi lodava sopra i miei meriti. Ma per tornare alla nostra istoria dei cristalli,<br />
voglio raccontare quel che ho trovato scritto da un uomo leale e fidele, che dice così.<br />
Il cristallo è pietra di color simile al ghiaccio ed è tra [74r] sparente con molta durezza, alcuni la stimano<br />
neve gelata ed indurata per spazio di trenta anni o più e per la durezza conversa in pietra. Altri sono a questi<br />
contrarii e dicono che essi si generano come l’altre <strong>pietre</strong> con molta parte acquea: confirmano la lor ragione<br />
con dir che s’è trovato il cristallo nelle parti di mezzo giorno, nelle quali non fu mai neve. La prima opinione<br />
è confirmata da molti avveduti e dotti uomini, posciaché, veggendosi nelle Alpi settentrionali, ove di<br />
continuo vi è neve e ghiaccio, quando il sole nel tempo della state non mai manda i suoi cocenti raggi, se non<br />
molto obliquamente, che poco giova per l’elevazione del polo, e simili siti abbondano d’una grandissima<br />
quantità di cristalli, come s’è detto di sopra. Si generano anco nell’Asia ed in Cipro, ma il più eccellente<br />
cristallo è quello che nasce ne’ giuoghi dell’Alpe d’Etiopia e nell’isola del Mar Rosso detta Merone posta<br />
innanzi all’Arabia. La Scizia ancora abbonda di cristalli da farne de’ suoi pezzi bei vasi ed animali, ma di più<br />
pezzi congiunti insieme, come fanno [74v] i maestri milanesi, poiché fanno animali grandissimi di cristallo:<br />
il corpo è d’un pezzo, le gambe e l’ali ed i colli son di più pezzi, ma sono in tal modo congiunti e messi