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Istoria delle pietre

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inverso San Casciano, poiché era vicario d’un ospizio del convento di Santa Maria Novella, che si<br />

addimandava Santa Maria in sul Prato, e così mangiava d’ogni cosa. Tutto ho voluto dire <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong> che si<br />

generano negl’uomini ed altri padri si son cavati le <strong>pietre</strong> e son guariti e vissuti molt’anni dopo, come fu un<br />

padre venerando dell’Annunziata di Firenze, che fece per memoria il bello ed onorato pozzo del primo<br />

chiostro del detto convento.<br />

Or ci resta di favellare d’alcune <strong>pietre</strong> [103r] e poi far due tavole a questo libro, accioché il mio illustre<br />

signor Francesco e suoi diletti e fidi fratelli dell’onorata famiglia de’ Sommai abbino cotal libro ed altre<br />

opere fatte da me nelle loro case per mia memoria. Imperoché eglino m’hanno dato questo contento di far<br />

dipingere due libri, un <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong> e l’altro de’ fiori dell’Italia, ed ambedue resteranno nelle lor case ed io<br />

non mancherò di pregare il Signor Iddio che gli prosperi sempre e vadino di bene in meglio tutti, cioè il<br />

signor Girolamo primo quanto al tempo, il secondo il signor Francesco, il terzo il signor Angelo, che stieno<br />

in pace infra loro e continua unione, perché ogni cosa anderà bene quando si manterrà concordia infra di<br />

loro, laonde disse Salustio questa aurea sentenzia: concordia parvae res crescunt, discordia massime<br />

dilabuntur; ed il dotto Salomone disse che il funicolo fatto di tre corde difficilmente si rompe: funiculus<br />

triplex difficile rumpitur.<br />

CXXVIII. DELL’AGATE<br />

Chi mai abbastanza potrebbe lodare le vezzose e belle agate, che si trovano in diverse parti e provincie del<br />

mondo? Laonde si deve dire senza menzogna che l’abbondan [103v] te e fertilissima Sicilia fu la prima che<br />

diede l’agate, posciaché fussero trovate nel fiume Acheo e da questo cotal fiume presero il nome; di poi si<br />

puote dir che specialmente dall’Indie Orientali ne venghino, sì ancora dal bel regno d’Egitto; la Persia ne<br />

produce, così anco similmente l’Arabia, insieme il regno di Cipri e la Candia. Si puote dir senza falsità, che<br />

in tutte le provincie se ne trovano come specialmente si vede nella Magna ed in Boemia particularmente.<br />

L’invittissimo Imperator Ridolfo l’anno 1597 ha ottenuto di veder fornito il suo bellissimo tavolino, quadro<br />

poco più che due braccia per ogni verso, opera non più stata fatta al mondo, dicono gl’amatori<br />

dell’anticaglie; indi avviene che detta tavola è tutta di <strong>pietre</strong> dure e gioie, ma apparisce tutta d’un pezzo e<br />

non commessa in marmo o bardiglio o in altra sorte di marmo, come si fanno i tavolini in Firenze ed in<br />

Roma; e questo tavolino è stato condotto alla sua perfezione da i più eccellenti maestri che fussero giudicati<br />

a tal bell’opera dal Gran Duca Ferdinando de’ Medici. Le <strong>pietre</strong> che ho veduto in detta tavola [104r] tutte son<br />

venute dello stato dell’invittissimo Imperatore nominato e son queste, cioè agate bellissime di varie sorti e<br />

colori; alcune erano bianche e rosse, altre bianche e bigie, altre lionate e gialle ed altre avevano varii colori e<br />

scherzi, che crono in dette <strong>pietre</strong>, che sarebbe cosa tediosa a dirle, tanto variano dette agate; ma chi desidera<br />

veder tal bell’opera, vadia in guardaroba e vedrà questo tavolino dipinto con somma diligenza dall’eccellente<br />

miniatore maestro Daniel Flosche Fiammingo, con cui tengo amistà. Di più si vedrà dipinto molte sorte<br />

diaspri bellissimi, altresì molte corniole che variano di colori e scherzi che fa la madre natura in esse; ancora<br />

ci sono un’infinità di granatine, amatiste, corniole, calcedonii e parte di queste nominate <strong>pietre</strong> sono ridotte<br />

in augelli, in armi ed altre cose che si vede in sì bell’opera, che sarei molto prolisso a dirle. Solo dirò che i<br />

maestri eccellenti che hanno fatto sì bell’opera sono milanesi, con i quali tengo amistà, ma per ora non dirò i<br />

nomi loro o casati; ma quando sarà concesso di dar l’ultima mano a questo libro bello, non mancherò di<br />

nominare questi ra [104v] ri e virtuosi maestri milanesi ed anco dire le bell’opere che hanno fatto per il Gran<br />

Duca Francesco de’ Medici, le quali sono conservate fra le belle cose che sieno nel Palazzo Ducale di Loro<br />

Altezze. Quei che son desiderosi di vedere bellissime agate, cerchino di vedere lo studiuolo che fece fare il<br />

Gran Duca Francesco, altresì quello che fece fare il signor cavalier Niccolo Gaddi e vedrà queste <strong>pietre</strong> come<br />

variano in colori ed in fattezze, vene, filetti, che fanno ovati varii e talvolta formeranno diverse imagini,<br />

quando diverse fiere, fiori, boschi, uccelli ed anco vere effigi di re, come si dice che aveva l’agata del Re<br />

Pirro; e si è visto anco qualche pezzo d’agata che in sé apparivano alberi diversi.<br />

Queste così belle e vezzose <strong>pietre</strong> hanno virtù di scaricare i veleni, legate in su le carni, o vero trite e ridotte<br />

in fine polvere e prese col vino: anco giovano a guardarle, posciaché fortificano la vista ed ancora si deve dir<br />

che smorzano la sete, massimamente quando sono ridotte in tal guisa che si possine tenere in bocca. Chi<br />

porta tali <strong>pietre</strong> addosso è sollecito; hanno ancora altre virtù come puoi vedere [105r] nelli scrittori ed in<br />

particulare nel libro di maestro Piero Andrea Mattiolo Senese, che queste agate sono in nostra salvezza.<br />

Queste son <strong>pietre</strong> sode e vaghe alla vista, pigliono gran lustro, quand’è dato loro su le ruote con lo smeriglio<br />

ed ancora lo ritengono; sono i pezzi che si trovano per i campi in varii paesi di grossezza d’una pera grande,<br />

tal ora minori; questi si segone con seghe di rame e con smeriglio e vengono sì sottili lastre che in guisa di<br />

scudi d’ariento sono; si attaccano su le lavagne con la mestura e poi si possono mettere nell’onorati e belli

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