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Istoria delle pietre

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45. Le <strong>pietre</strong> macinate e ridotte in polvere non si mettono per far stucchi, come il marmo bianco pesto? Non<br />

si fa <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong> gesso da formare statue, grandi e pie [50r] cole con il medesimo gesso? Esso è buono a far<br />

che gl’arpioni ne’ muri tenghin forte, e d’alabastro si fa il gesso da formare.<br />

Bene a ragione mi son messo a ragionar <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong> di varie sorti, poiché contempliamo Iddio in esser<br />

donatore, ce l’ha date e concesse per nostro beneficio e utilità, così per nostro ornamento e spasso, sì come ci<br />

ha donato l’altre cose che si trovano create da Sua divina Maestà, che sia sempre benedetto da tutte le<br />

creature ed in particulare dagl’uomini.<br />

[50v]. Quantunque non apparisca che io mi sia messo a favellare <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong> e sia cosa vana ed inutile,<br />

voglio allegare una gran pezza d’uomini dotti, savii e prudenti, che n’hanno trattato in molte loro opere,<br />

come il nostro dottissimo Alberto Magno, corona nostra, così Aristotile, maestro dei filosofi, il dotto<br />

Dioscoride, il Lapidario, Giacob Vechero, Hermete, Evase, Giorgio Agricola, Avicenna, il Mattiolo,<br />

Seraphione, Mesue Giovanni, Celio Rodigino, Fisiologo, Plinio, Solino, Vincenzo Historico, Isidoro,<br />

Helimanto, Iuba, Arnaldo, Dionisio Alessandrino, il Cardano, Thetel, Rabano, Bartolomeo di Riva Romana,<br />

Cornucopia, Marbodio Vescovo, il libro <strong>delle</strong> Pandette, Chirando, il Calepino, il Falopio, la Piazza<br />

Universale, e così quasi tutti i dottori sacri che espongono la Bibbia Santa, che anco in essa si ragiona<br />

sovente di molte <strong>pietre</strong>, però giudico che non sia follia come certi disleali ed ignoranti vanno dicendo, poiché<br />

quelle sono stimate più che cose che noi abbiamo, come ariento ed oro ed altri metalli d’equal peso; e si<br />

potrebbe dire come le <strong>pietre</strong> preziose adornano i capi e mani dei santi Pontefici e d’Imperatori, altresì i bei<br />

capi <strong>delle</strong> leggiadre donne, anco i puliti colli e delicate mani di esse. Non voglio dire le quarantacinque<br />

ragioni che ho dette di sopra in favor d’esse, ma incomincerò [51r] a dirle ad una ad una, e nominerò le<br />

<strong>pietre</strong>, i colori e le virtù e donde vengono e credo che sarà opera di grande spasso ed utilità non piccola<br />

apporterà alle creature.<br />

CVII. DEL DIAMANTE<br />

In questa nostra opera non voglio favellare di tutte le gemme e gioie che si trovano nel mondo, ma di quelle<br />

che averò cognizione; chi più ne saprà le potrà aggiugnere a queste, che ne prenderò piacere.<br />

Il diamante è pietra preziosissima fra l’altre gioie, poscia che quella è di più valsuta e la più soda e dura che<br />

sia fra l’altre, e non cede a veruna materia, cioè né a fuoco, né a ferro, né ad altro metallo, onde prese il nome<br />

suo, il quale nella lingua greca suona virtù indomita.<br />

I veri diamanti si trovano appresso il re di Bezeneger, gentile ed infedele; questa città gitta con le sue mura<br />

ventiquattro miglia, ha le case di terra, eccetto che tre palazzi abitati dai tigri ed altre fiere; ed è lontano sei<br />

giornate da Bezeneger, dove si cavano; è un luogo grande, circondato da un muro ed il terreno si vende a<br />

misura un tanto il quarto, con limitazione quanto debbono andar sotto, ed i diamanti da una certa caratta e<br />

peso in su sono del re. Invero queste Indie Orien [51v] tali sono abbondantissime di gioie e perle, come si<br />

vedrà in questa opera, e gl’abitatori ne fanno gran conto, poiché s’adornano i lor monarchi e signori e signore<br />

di queste <strong>pietre</strong> preziose.<br />

Ma per ritornare a favellare del nostro diamante, si dice che la sua grandezza non passa la grossezza d’una<br />

nocciuola ed il maggior diamante si dice che pesa centocinquanta caratti, che noi sappiamo infino a qui, e la<br />

sua valsuta arriva a centomila scudi l’uno o più; e di questi cotal pezzi ne sono appresso il Gran Turco con<br />

una grandissima pezza d’altre gioie ed infra l’altre <strong>pietre</strong> dicono che ha due diamanti apuntati grandi, che<br />

egli tiene in un paio di speroni in cambio di stelle di ferro e questo lo fa per grandezza.<br />

Qui potrei nominare come la Maestà di Filippo Re di Spagna ne ha assai gran pezzi, così altri re e gran duchi,<br />

come il nostro Gran Duca Francesco nella sua bellissima corona, corona veramente degna e di gran valsuta;<br />

non posso mancare di non dire come il sommo Pontefice di Santa Memoria Giulio Papa II comprò un<br />

diamante ventiduemila e cinquecento scudi ed ora adorna, di [52r] cono, il petto delli Papi mentre celebrano<br />

solennemente la Santa Messa in Roma. Se io volessi dire che il signor Orazio della famiglia de’ Rucellai<br />

aveva un pezzo di diamante che valeva più d’ottantamila scudi e di simil pezzi ne ha il re di Bezeneger e<br />

gl’altri monarchi orientali. Queste gioie son bianche e trasparenti. Avvertisci che li scrittori dicono che ci<br />

sono più sorti di diamanti e di varii colori, cioè bianchi, gialletti, neri e sono denominati dal luogo dove si<br />

cavano. Il diamante dell’India Orientale è il più lucidissimo, come un puro cristallo, così pesante e sodo più<br />

di tutti gl’altri, di cui ne è fatto gran conto dai monarchi e re del mondo, e questo resiste al ferro ed ha la<br />

medesima virtù che ha la calamita. Il secondo è nominato l’arabico, del color medesimo, ma alquanto più<br />

assai pulito. Il terzo diamante è quello che viene dalla Macedonia, ha il color di risplendente ferro. Il quarto<br />

diamante è detto etiopico, è più scuro di tutti gl’altri. Il quinto diamante di Cipro si volge al color dell’oro,<br />

ma dicono questo essere il più vile e più tenero di tutti. [52v]. Il sesto è il sirteo, che il suo colore è di ferro

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