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coralli, ed i signori mercanti genovesi ed altri mercanti gli vendon loro e gl’hanno da Trapani di Sicilia. Or<br />
per dire in poche parole le virtù e lode de’ coralli, si deve dir che il corallo leggiermente è costrettivo e<br />
refrigerativo, [87v] abbassa le crescenze della carne, netta le cicatrici degl’occhi, empie l’ulcere profonde e<br />
le cicatrici, è efficacissimo allo sputo del sangue, conferisce a chi non può orinare e, bevuto con acqua,<br />
sminuisce la milza, di più abbellisce e ripulisce i delicati colli <strong>delle</strong> donzelle e le belle mani loro, altresì<br />
adorna le tenere braccia de’ putti piccoli, insieme i teneri colli e sovente i fanciulli piccoli n’hanno de’<br />
rametti de’ coralli rossi attaccati con nastri di seta a’ colli loro, posciaché spesso si trastullano, pigliandoli in<br />
mano, e se li mettono in bocca, che è lor gran giovamento, altresì passamento di tempo. Per ultimo i coralli<br />
rossi adornano i tavolini e studiuoli, che si fanno oggidì da’ maestri, che commettono le belle e vezzose<br />
<strong>pietre</strong> in quelli. Non ci resta a dir altro che i nomi loro, i Latini chiamano il corallo corallum, gl’Arabi<br />
bassad, mergen, besd e morgianì, i Tedeschi corallen, li Spagniuoli, i Franzesi ed i Toscani dicono corallo.<br />
[88r].<br />
CXXIV. DEL CRISTALLO<br />
Varie sono l’opinioni intorno a bei e lucidissimi cristalli, laonde alcuni van dicendo e bene, secondo che pare<br />
a me, che è pietra di color simile al ghiaccio, è trasparente con non molta durezza; alcuni stimono che sia<br />
neve congelata ed indurita, conversa in pietra o vero per la sua durezza messo fra le <strong>pietre</strong>; altri tengono che<br />
il cristallo si congeli di frigidissimo ghiaccio e, per l’ordinario, non si trova se non per dove sempre nevica o<br />
vi sta di continuo la neve; ed è cosa certa che egli non è altro che ghiaccio, onde gl’è stato dato il nome da<br />
Greci, e questa è l’opinione di Plinio intorno al generarsi del cristallo e questa è la vera. Che si puote veder<br />
che della terra delli Svizzeri, ove sempre vi è freddo e sovente vi nevica e vi diaccia l’acqua, indi è che di<br />
cotal paese ne vien assai gran pezzi di cristallo, come ne fanno fede le gran saldezze che fece venire il Gran<br />
Duca Francesco ed io gl’ho visti nella sala del Casino, palazzo così detto, che è appresso San Marco di<br />
Firenze, ove quel virtuoso Gran Duca si trovava ogni dì per suo diporto, posciaché ci a [88v] vesse una gran<br />
pezza d’uomini virtuosi di tutte l’arti. Egli di più comperò da un milanese molti animali fatti di cristallo, che<br />
oggi sono nella Tribuna della Galleria appresso il Palazzo Vecchio ducale, che in vero sono animali fatti di<br />
più pezzi pur di cristallo, ed io gl’ho visti con mia satisfazione, poiché tengo amistà con quei virtuosi maestri<br />
milanesi; che in vero tenghiamo assai obbligo a quelli poiché hanno abbellito quella Tribuna e sempre vanno<br />
lasciando belle memorie per la nostra città, come si dirà in quella nostra opera <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong>, la quale speriamo<br />
mandar in luce per utile e spasso delli spiriti nobili, se averò tempo che la falce della morte non mi dia noia,<br />
poiché molte fiate rompe il filo a molti virtuosi che hanno per le mani molt’imprese nobili.<br />
Di più si crede che il cristallo venga e sia generato di neve o ghiaccio, imperoché ne viene gran quantità di<br />
pezzi a Milano de’ paesi delli Svizzeri, come si dice per ognuno, e quei maestri milanesi fanno molti vasi e<br />
lavori di quei cristalli, come animali, croce e vasi molto ben fatti, come ne fa fede quelli che sono [89r] nella<br />
sagrestia di Santa Maria Novella di Firenze ed altri che sono per l’altre chiese e monasteri di Firenze e d’altre<br />
città dell’Italia. Oggi ne è venuto un pezzo per ordine del Gran Duca Ferdinando, de’ grandi che si sia visto,<br />
che si puote vedere appresso il Palazzo Vecchio ducale. Si puote confermare questa cotal opinione, che si<br />
dice esser conforto a molti uomini virtuosi, poiché si vede di continuo venir gran saldezze dell’Alpi<br />
settentrionali, dove di sovente vi nevica e ghiaccia, poiché il sole nel tempo della state non manda i suoi<br />
raggi ferventissimi se non molto obliquamente per l’elevazione del polo; ed in quelli colali monti abbonda<br />
grandissima quantità di cristalli.<br />
Altri hanno contraria opinione di questa, e non senza efficaci ragioni, imperoché non credano esser altrimenti<br />
vero che nasca o si generi il cristallo di neve o di ghiaccio, ma di quello stesso umore di cui nelle viscere<br />
della terra si generano i berilli, i diamanti, ed altre simili gioie e <strong>pietre</strong> preziose; che adunque si generi il<br />
cristallo d’un umore più puro e più limpido di tutti gl’altri apparisce esser cosa chiara per esser egli più<br />
lucido, più trasparente e più chiaro di tutte l’altre [89v] gemme ed è di maggior grandezza. Provasi che si<br />
genera così e non di ghiaccio e di neve, percioché ogni frigidissimo ghiaccio congelato di più e più decine<br />
d’anni nei frigidissimi monti, da cui né il verno né la state mai si parte la neve, ancorché sia di quello <strong>delle</strong><br />
parti più profonde, portato in luoghi caldi finalmente si liquefa tutto, non solamente al fuoco, ma ancora al<br />
sole: il che interverrebbe parimenti al cristallo, se fusse fatto di ghiaccio, quando si mette al fuoco o sotto al<br />
caldissimo sole, né altrove si ritroverebbe che nei monti, che sono sempre ricoperti di neve. Ma ritrovandosi<br />
egli veramente nelle cave dei monti dove sono i bei marmi bianchi, che spezzando quei massi vi si vede per<br />
entro il cristallo fatto a sei facce lucidissime (ed io ne tenevo due nella nostra piccola camera, che mi sono<br />
stati imbolati, come sovente m’accade per aver un’infinità di <strong>pietre</strong> diverse ed io non conosco gl’uomini<br />
disleali e malvagi che hanno le mani a uncini e tirano a sé ogni cosa: questi tali potrebbono tenere per