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Istoria delle pietre

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Fra le diverse specie di graniti una è detta orientale, che è di color bigio e bianco. La sua cava è incognita,<br />

riceve pulimento e lustro, è sodissimo e durabile, può star al coperto ed all’aria. In Firenze la base, che è<br />

sotto la loggia della Piazza, che regge laJudit di bronzo di Donatello, è di questo marmo; e la colonna su la<br />

piazza di Santa Trìnita, che, come fu detto quando trattammo del porfido, dal Gran Duca Cosimo fu condotta<br />

di Roma e dirizzata alla Giustizia. In Ogni Santi ancora, è una colonnetta che regge la pila dell’acqua santa.<br />

In Roma ne sono molte colonne, così nella città di Sarsina sopra allegata ed in altri luoghi.<br />

X. DELLE SELCE ORIENTALI<br />

Durissime sono queste selce e sì mal agevoli a lavorarsi che bisogna la ruota. Pigliono buon lustro, non son<br />

matrose [7r] e se ne trovano saldezze assai grandi. La cava loro è occulta, quantunque si sappia che nelle<br />

parti d’Oriente si ritrova, come molte altre <strong>pietre</strong> scritte da me. Il suo colore è bigio smorto, che pende in<br />

nero, regge alle piogge ed al coperto mantiene il suo bel lustro. In Firenze nel palazzo del Gran Duca è una<br />

testa di Scipione Affricano, una di Faustina ed un’altra di Lucrezia di questa pietra. In Roma parimente,<br />

appresso alla scala del Campidoglio, vi sono due arpie di questa pietra. Così due arpie si veggono in detta<br />

città, che Papa Sisto V di Santa memoria fece mettere alle terme Diocleziane alla fontana abbondantissima<br />

d’acque; e le dette arpie erono su la piazza della Rotonda.<br />

XI. DELLA PIETRA DETTA OCCHIATO D’ANTIOCHIA<br />

In Antiochia si trova un marmo mistiato nominato da alcuni pietra del fiele, il quale è sodo, non matroso,<br />

durabile, piglia gran lustro, ed è bello a vedere. In Firenze ne ho io veduti molti pezzi in tavolini commessi e<br />

fuora di tavolini. Ha questa nobil pietra il campo rosso, ma è vergata di venuzze gialle per tutto, ed è<br />

punteggiata molto leggiadramente. Vi si scorgono in fra l’altre [7v] cose figurette per mano della natura, che<br />

va scherzando in far occhi piccioli, i quali gl’hanno dato nome d’occhiato. Di questa pietra particolarmente<br />

ne ho veduta nel bellissimo tavolino, che ha lasciato il signor cavalier Niccolò Gaddi nella sua bellissima<br />

galleria a perpetua memoria, con altre bellissime anticaglie di singular pregio, le quali egli lasciò, che<br />

perpetuamente da’ suoi eredi nella sua casa se ne facesse cortese mostra a coloro che veder le volessino, e<br />

massimamente ai forestieri. Di questa pietra rara e bella, se ne vede nel palazzo del Gran Duca, ed in altre<br />

case di gentiluomini fiorentini.<br />

XII. DEL MARMO ROSSO ORIENTALE<br />

Il più bel marmo rosso che sia è l’orientale, ma la sua cava è smarrita. In Roma ne son molti pezzi, è un<br />

marmo sodo e, benché ami stare al coperto, non è matroso, piglia buon lustro; è in opera nei tavolini del<br />

signor cavalier Niccolò Gaddi, così in altri tavolini come si usa oggi per molti gentiluomini in Firenze. La<br />

Santa memoria di Papa Pio V edificò una bella chiesa in Alessandria, con un nobil convento detto [8r] il<br />

Bosco. In detta chiesa fece fare per sé un sepolcro di varie <strong>pietre</strong> di pregio e tutto adornò il tempio di marmi<br />

varii. Infra l’altre <strong>pietre</strong> vi è una pila dell’acqua santa a garbo d’un nicchio, la quale è di questo marmo rosso<br />

orientale: si dice che è il maggior pezzo che si sia visto infino a qui, ch’io sappi.<br />

XIII. DEL BROCCATELLO ORIENTALE<br />

Questa bella sorte di marmo, che broccatello orientale è detto, ha il suo col or giallo e rosso. Veggonsi in<br />

esso vene, occhi ed altre piacevolezze dalla natura scolpite, ed è veramente simile al broccatello che si tesse<br />

in Firenze. È marmo durabile, sodo, non matroso, piglia gran lustro, ama star al coperto, se ne trovano<br />

saldezze non molto grandi. Oggi non si trova la sua cava ancorché dichino esser in Oriente. In Firenze nella<br />

devota cappella della Annunziata è un quadretto di questo marmo sopra la pila dell’acqua santa; un altro<br />

quadretto simile si vede nell’arco di detta cappella a dirimpetto. In Santa Croce nella nobil cappella de’<br />

signori Niccolini ne sono parimente due tavole picciole commesse [8v] nell’altare con altre <strong>pietre</strong>;<br />

similmente nella suntuosa cappella del signor Niccolò Gaddi due altri pezzi pur dell’istesso marmo si<br />

veggono sotto l’altare. In Santa Maria del Fiore ne son più pezzi nel bel pavimento dinanzi alla cappella di<br />

San Zanobi. In Pisa n’è una colonna nel duomo d’altezza in circa di braccia due, il maggior pezzo, secondo<br />

che dicon li antiquarii, che sia stato visto fin a qui.<br />

XIV. DEL MARMO DETTO FITES

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