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Istoria delle pietre

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Santa Maria Novella, in Santa Croce, nell’Oratorio d’Orsanmichele ed altri tempii. Che dirò de’ palazzi fatti<br />

di queste <strong>pietre</strong> forti, come il palazzo antico della Signoria, con la sua loggia, il palazzo de’ Pitti, Strozzi,<br />

Gondi e Medici ed altri palazzi che per brevità non dico? Che potrei dire che anticamente tutte le muraglie<br />

della città erono fatte di queste <strong>pietre</strong>, però sono stabili e non hanno fatto mai mozione nessuna o mostrato<br />

rovina. Potrei qui nominare la bella facciata che si fa oggi al tempio di Santa Trinita, abitato dai venerandi<br />

monaci di San Giovan Gualberto; ed è architettore di detta facciata, fatta l’anno 1594 e fornita l’anno 1595,<br />

maestro Bernardo Buontalenti architettore raro. La città di Firenze è, infra l’altre <strong>pietre</strong>, dotata di questa<br />

pietra forte, che non so (e così ne ho domandato uomini intendenti) e non trovo che ne sia in altre città cave<br />

di questa pietra; e così dico in opera. Si cavano di gran saldezze di questa pietra come si vede ne’ palazzi<br />

nominati. Il suo colore è sereno che pende in nericcio, quando è stata assai tempo in opera, non teme l’acque<br />

né venti, ma sta sempre forte, però merita questo nome di pietra forte.<br />

LXXXVI. [33r]. DELLE PIETRE DETTE ALBERESE<br />

L’alberese è pietra alquanto di color bianchiccio, si trovano di ragionevoli saldezze d’essa in verso Pian di<br />

Mugnone ed in molti altri luoghi intorno alla città di Firenze, e di questa pietra si fanno le casse dove stanno<br />

dentro le macine dei mulini che macinano il grano, così di queste <strong>pietre</strong> si fanno buone calcine. Si potrebbe<br />

dir che sono in opera in Santa Maria Novella in chiesa dove si veggono due liste lunghe, che i padri di quel<br />

convento cantando la Salve Regina ogni sera, vi stanno su per stare ordinatamente in fila; così si vede in<br />

opera nel capitolo del convento nella sua facciata.<br />

LXXXVII. DELLE FROMBOLE DEL FIUME ARNO<br />

La città di Firenze ha tanta comodità di murare quanto ogni altra città, poiché non ha a far altro che quelli<br />

palazzi e casamenti che sono sotto terra cavarli e metterli sopra terra, come si può dir del bellissimo palazzo<br />

de’ Pitti. È tanta copia di <strong>pietre</strong> varie appresso la città, come ho dimostro in questo nostro libro <strong>delle</strong> <strong>pietre</strong>,<br />

che non è maraviglia che tempii e chiese, torri e palazzi, casamenti, logge fanno stupir tutti i forestieri. Infra<br />

le <strong>pietre</strong> infine che ha [33v] detta città ci sono le frombole d’Arno abbondantemente, ottime per i fondamenti<br />

de’ suntuosi edifici e palazzi quando sono mescolate con buone calcine e rene; che ancora ne siamo<br />

abbondanti di rene ottime, che di molte città non hanno. Si potrebbe ancor dire che le dette frombole d’Arno,<br />

sì le grandi come le mezzanotte, son buone a far la calcina.<br />

LXXXVIII. DELL’ALBERESE DEL FIUME D’ARNO<br />

Gl’amatori <strong>delle</strong> vaghe e belle <strong>pietre</strong> hanno cominciato a cercare nel fiume d’Arno, dove in esso fiume ci<br />

sbocca assai fossati grandi e piccioli; e, venendo de’ lor letti con impetuose acque, menano in Arno assai<br />

frombole e sassi, che oggidì s’usano segare, così poi lustrare, che in essi si veggono varie fantasie e scherzi<br />

che fa la madre natura, or alberetti, talvolta selve, or occhii; e brevemente si dice chi è d’un colore, chi d’un<br />

altro, e dette <strong>pietre</strong> segate si mettono nei bei tavolini, che si fanno oggi di varie <strong>pietre</strong> commesse insieme,<br />

così si fanno fattorini, che son <strong>pietre</strong> quadre o veramente ovate picciole, che si tengono su li scritti. Ancora<br />

[34r] che queste frombole si trovano in varii fossati, pur in Arno ne sono assai ed in particulare sotto il ponte<br />

a Rignano e vengonsi a trovare di continuo in fino alla città di Firenze.<br />

LXXXIX. DEL MARMO ROSSO DI MONSOMMANO<br />

I marmi rossi con vene bianche si cavano gran saldezze a Monsommano di Valdinievole o di Valle di<br />

Nievole, son marmi simili a quelli di San Giusto a monte Rantoli, ch’io ho descritto al capitolo LXXIV in<br />

questo libro, però non dirò altro per ora.<br />

XC. DEL MARMO MISTIO DEL MONTE A SAN GIULIANO<br />

Vago e bello è il marmo che si trova alla sua miniera ne’ monti di San Giuliano appresso a Pisa. I suoi colori<br />

sono rossi buii, incarnatini, bianchi ed altri colori, e molto s’assomiglia alla porta Santa, ma questo mistio è<br />

più buio e non è così allegro; ma se questa cava si seguitasse, si troverebbono pezzi più allegri e far come s’è<br />

fatto a Seravezza, seguitar di cavare in varii luoghi. È cava comoda, può venir per acqua i suoi marmi in fino<br />

a Pisa e di Pisa vanno per Arno fin a Firenze. Si cavano di gran saldezze, è pietra soda, piglia buon

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