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Istoria delle pietre

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prima statua. Questo tesoro così grande è in luogo scoperto, ch’ogni uomo a sua voglia può andar a vederlo,<br />

che coloro che li fanno la guardia non proibiscono l’entrarvi ad alcuno. Si disse che ogn’anno questo re in<br />

certe feste trionfa, che, per esser cosa bellissima da vedere, mi par di doverla scrivere. Va il re sopra un<br />

trionfante carro tutto dorato, qual’è tirato da sedici bellissimi cavalli ed alto, con una bellissima cuba adorna<br />

come si richiede ad un tal re, e dietro gli camminano venti signori superbissimamente vestiti e ciascheduno<br />

ha una corda in mano, le quali sono legate al carro per tenerlo diritto e che ballar non possi. Il re sta in mezzo<br />

al carro e su l’istesso intorno quattro signori da lui più favoriti innanzi; e dietro cammina il suo esercito in<br />

ordinanza come di sopra si disse ed in mezzo a questo ed intorno al carro sta tutta la sua corte del suo regno;<br />

ed è cosa maravigliosa certo a vedere tanta gente vestita ed adorna sì sontuosamente ed in particulare vedere<br />

le bellissime spose adornate con vari vestimenti belli; ed in particulare hanno molti cerchi d’oro alle braccia,<br />

ma quei son pieni di gioie come diamanti, rubini, zaffiri, spinelle, perle ancora ed altre gioie, altresì le [64r]<br />

dita loro son ripiene d’anella d’oro, nelle quali ci sono legate <strong>pietre</strong> bellissime che rilucono come tante stelle,<br />

e portano i capelli rinvolti intorno alle teste loro; ed assai portano su le spalle un panno che serve com’un<br />

ferraiuolo. Ha il re del Pegù una moglie principale, la quale è sì bene adornata ed ha tante gioie addosso che<br />

risplende com’un sole, di più ha trecento concubine e quelle sono bellissime, ancora esse sono adornate di<br />

veste ricche e portano assai gioie com’usano le donne del Gran Turco. Nella città nuova sta il re e tutti i suoi<br />

baroni ed altre persone e questa è molto bella per aver tutte le parti che si conviene, altresì per esser fatta con<br />

architettura buona e tutta ad un tratto e non a poco a poco, come sovente si fanno le città, che non posson<br />

esser mai belle come questa, posciaché si dice esser questa in piano e fatta in quadro perfetto e murata<br />

intorno intorno con buone mura, alte, grosse, con fosse profonde che la circondano piene d’acqua, nelle quali<br />

vi sono molti coccodrilli. Questa bella città ha venti porte, cinque per ogni quadro, con assai luoghi da<br />

sentinelle di legno indorati, le sue strade son più belle di quante si possin vedere dell’altre città, perché tutte<br />

son diritte a linea [64v] da una porta all’altra e stando su una porta in un’occhiata si scuopre in sino all’altra<br />

porta e per esse possono cavalcare dieci o dodici uomini al pari con familiarità ragionando; ed anco quelle<br />

strade che son per traverso son così belle e dritte che è gran piacere a camminar per quelle. Le case sono<br />

fabbricate di legno, coperte di coppi. Il palazzo del re è in mezzo alla città, fatto in fortezza murata, con le<br />

sue fosse intorno piene d’acqua e le abitazioni dentro sono di legno, ma tutte indorate ed ogni tanti anni si<br />

rifiniscono di nuovo e sono di più adornate con certe grottesche o vero piramidi, con gran maestria e fattura e<br />

quelle similmente sono coperte d’oro di foglia: son veramente case di re. Dentro la prima porta è una larga<br />

piazza, da una banda e dall’altra sono le grandissime stanze dell’elefanti del re; fra li altri ne ha quattro<br />

bianchi, cosa in vero rara, posciaché non si trova altro re che n’abbia e, trovandosene qualcheduno in qualche<br />

parte si sia, subito gl’è mandato a donare; ed al tempo che messer Cesare Veneziano v’era, vidde che due<br />

volte gliene furono menati due di lontani paesi. Egli riferisce [65r] che li costerno molti denari, percioché<br />

sono obbligati tutti i mercanti ad andarli a vedere e donare una cortesia a quelli che li conduce, e li offiziali<br />

dei mercanti mettono una tassa che può importare mezzo ducato per testa, che viene una gran somma di<br />

denari, percioché molti sono i mercanti che vanno in quel bellissimo regno e, pagata che si ha la tassa, si può<br />

ancora lassare stare d’andarli a vedere per quella volta, perché poi quando sono nelle stalle regie, si possono<br />

vedere quanto si vuole, ma si va quella volta perché si sa che il re ha caro che si vada. Questo re fra gl’altri<br />

suoi titoli si chiama re degli Elefanti bianchi e si dice che, se gli sapesse che altri re n’avesse, metterebbe<br />

tutto il suo stato in pericolo, più tosto che non lo conquistare. Egli fa tenere questi onorati e belli elefanti<br />

bianchi con gran servitù e pulitezza e ciascheduno sta in una casa indorata e se li da da mangiare in vasi<br />

d’argento e d’oro. Ve un nero, che per esser il più grande che mai sia stato visto, è tenuto con comodità<br />

grande e veramente è tanto grande e tanto grosso che è una maraviglia e la sua altezza è nove cubiti. Questo<br />

re ha quattromila elefanti da guerra, cioè armati di denti, in cima a due delli quali li mettono due spuntoni di<br />

ferro, imbroccati e con anelli che li tengono fermi, [65v] percioché con i denti questi animali fanno la guerra.<br />

Questi elefanti quando vanno in battaglia li mettono addosso un castello di tavole, legato con buone cigne<br />

sotto il corpo, nel quale vi stanno comodamente quattro uomini che combattono con archibusi, freccie, dardi<br />

ed altre armi da lanciare; e la sua pelle è sì dura che resiste ad un colpo d’archibuso, eccetto se non lo<br />

cogliesse in un occhio o in una tempia o in altri luoghi teneri. Ed oltre a questa gran forza degl’elefanti,<br />

hanno anco bellissima ordinanza in battaglia. È vero che questo potente re ha altri elefanti giovani che non<br />

sono atti a combattere... ma che più? Egli ha la più bella caccia da pigliar elefanti salvatichi che uomo del<br />

mondo.<br />

Io la voglio raccontare per spasso dei lettori, ancora che molti mi biasimeranno che parlando <strong>delle</strong> gioie<br />

faccia sì gran digressione, pur ogn’uno dica quello che li piace, io so che chi fa la casa in piazza o l’è bassa o<br />

l’è alta.

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