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Istoria delle pietre

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In Palermo e per quel regno vi son molti sepolcri di regi. [3r]. In Ravenna è il gran sepolcro, dicono di<br />

Teodosio, fatto di questa pietra, la quale, essendo molto agevole ad esser conosciuta, non è di bisogno che ci<br />

estendiamo in raccontare più luoghi dove ella si ritrovi in opera.<br />

II. DEL MARMO GIALLO<br />

Quello che ora nominiamo marmo giallo anticamente si diceva Numidico. La sua cava si dice esser presso<br />

all’Egitto. Benché si chiami giallo, ha pur liste di rosso, or maggiori or minori, riceve buon lustro, non è<br />

matroso ma saldo, tuttavolta ama stare al coperto. D’esso si trovano gran saldezze. Ne vedrai in Roma alla<br />

Rotonda gran colonne, così al Settinzonio di Severo. Una grandissima colonna, che era sotterrata alla Torre<br />

de’ Conti, ne’ tempi di Gregorio XIII fu divisa in quattro colonne, <strong>delle</strong> quali due furono condotte a Bologna,<br />

due a San Giovanni Laterano. In Firenze nella cappella del signor cavalier Niccolò Gaddi due dadi reggono i<br />

due depositi e quattro basi e molti pezzi adornano il pavimento. In Santa Croce, alla bellissima cappella del<br />

signor Giovanni Niccolini, oltre a molti mistii e marmi, si vede di questo marmo giallo.<br />

III. DEL MARMO DETTO PORTA SANTA<br />

Il marmo dalli antichi detto Libico, perché dalla Libia si con [13v] duceva, è da noi oggi detto porta santa,<br />

perché in Roma di esso è fatta la Porta Santa di San Pietro e di San Giovanni. I suoi colori sono varii, rossi,<br />

bianchi, azzurri e chiari, quali sono colori accesi ed altri smorti. È pietra soda, non matrosa ma salda, piglia<br />

bel lustro e lo mantiene, se però è conservata in luoghi coperti. Trovasene pezzi grandi e molti ne sono in<br />

Roma nella grandissima cappella Gregoriana dalla Santa memoria di Papa Gregorio XIII fondata, la più ricca<br />

di marmi varii e la più ornata che sin qui si sia veduta; veggonsene nella bellissima cappella fatta da Papa<br />

Sisto V di Santa memoria in Santa Maria Maggiore.<br />

In Firenze abbiamo alla cappella del signor cavalier Niccolò Gaddi il deposito ed altri compartimenti in detta<br />

cappella; e la colonnetta, che all’entrare in Santa Maria Novella a mano dritta regge la pila dell’acqua santa,<br />

è di questa pietra: della quale viene adornata la bellissima cappella in Santa Croce del signor Giovanni<br />

Niccolini e quella de’ signori Salviati in San Marco, cappella ornatissima, dedicata al Santissimo<br />

Arcivescovo Antonino fiorentino. In San Lorenzo di più colonne di questa pietra sono sostenuti i due pulpiti<br />

di bronzo, opera dell’eccellente scultor Donatello. In Santa Maria del Fiore v’è di essa pietra la soglia della<br />

porta verso il campanile e l’altra che gl’è all’incontro; così molti tondi si [4r] veggono nel bellissimo<br />

scompartimento del detto tempio presso al coro.<br />

IV. DEL MARMO NERO ORIENTALE<br />

Il nero orientale ha bellissimo nero morato con qualche vena di bianco. Si dice esser la sua miniera in<br />

Oriente, ma non si sa dove, è sodo, non matroso, piglia bel lustro sopra ogn’altro nero, è durabile, ma pur<br />

ama l’aere coperto. Nella cappella del signor Gaddi se ne veggono, oltre a molt’altri, cinque pezzi, che<br />

contengono l’inscrizioni; ed al medesimo sono ordinati due epitaffi sopra le tavole, e più pezzi sono in detta<br />

cappella bellissima de’ signori Salviati in San Marco. Si potrebbe dire che in Santa Croce, in quella del<br />

signor Giovanni Niccolini, vi son più pezzi di questo nero orientale. In Roma se ne veggono assai pezzi<br />

grandi e piccioli, sì ne’ tempii come ne’ palazzi; e tanti pezzi di questo nero si trovano nelle rovine di Roma<br />

sempre, che molti hanno occasione d’abbellire le cappelle loro, così i suntuosi palazzi ed ancora darne<br />

all’altre città.<br />

V. DEL GRANITO ROSSO<br />

Chi potrebbe abbastanza maravigliarsi <strong>delle</strong> gran saldezze del marmo granito rosso? Di esse si veggono<br />

smisurati obelischi [4v] d’un pezzo intiero; quaranta ne condussono d’Egitto gl’Imperatori a Roma, de’ quali<br />

Papa Sisto V di Santa memoria a’ nostri tempi uno ne ha dirizzato su la piazza di San Pietro, come dimostra<br />

Monsignor Michele Mercati nel suo libro dell’obelischi, uno in su la piazza di Santa Maria Maggiore, un<br />

altro a Santa Maria del Popolo ed uno a San Giovanni Laterano. I suoi colori non sono un solo, ma varii,<br />

alcune particelle maggiori rosseggiano, altre sono cristalline e quasi d’alabastro, alquanto trasparenti<br />

(quantunque la spessezza <strong>delle</strong> commettiture, anche dalla natura sono unite le facce), parte saligne e di color<br />

che tende al bigio: ora di queste particelle ne sono alcune più minute di color nero. Ed il marmo è sodo e<br />

durissimo, riceve pulimento e gran lustro ma con fatica, resiste all’acque ed a’ ghiacci. In Roma, oltre le

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