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102<br />

L’EVaSIoNE FISCaLE<br />

a BrESCIa<br />

12 MESI<br />

marzo 2012<br />

POsT-IT<br />

Sedici acquisti, ma soltanto due scontrini<br />

fiscali, più uno parziale. È questo<br />

il risultato di un’inchiesta svolta<br />

dal Corriere della Sera. Non al sud o<br />

nelle isole, ma a Brescia, nel centro di<br />

una delle zone più sviluppate d’Italia,<br />

nel cuore dei padani duri e puri. C’è<br />

stato perfino chi – una pasticceria nella<br />

zona di via Crocifissa di Rosa – ha<br />

rifiutato il pagamento col bancomat:<br />

solo contante e niente scontrino, questo<br />

è il verbo dilagante! C’è stato anche<br />

chi, incredulo a fronte dell’85 per<br />

cento di evasori, ha voluto condurre<br />

una sua personale inchiesta, col proprio<br />

portafogli, con il seguente risultato:<br />

500 euro per una serratura, 320<br />

al tapparellista, 180 all’orologiaio,<br />

300 per le tende. Totale 1.300 euro,<br />

ricevute fiscali neanche a parlarne,<br />

nemmeno un conticino sul tovagliolo<br />

ruTELLI Tra<br />

GLI “INSaPuTISTI”<br />

Come ha fatto il senatore Pd Lusi ad<br />

impadronirsi di 13 milioni di euro<br />

della ex Margher<strong>it</strong>a? Semplice, se li è<br />

presi e se li è messi in tasca, ci sarebbe<br />

riusc<strong>it</strong>o anche un bambino. Questo<br />

perché nessuno controllava nulla,<br />

come è emerso in maniera lampante.<br />

Rutelli, il presidente, si è presentato<br />

in televisione per dichiarare il suo<br />

sconcerto, perché era stata trad<strong>it</strong>a<br />

la fiducia assoluta che lui riponeva<br />

in Lusi, che tutto era avvenuto a sua<br />

PoVEra PICCoLa…<br />

Non è un’altra piccola fiammiferaia la<br />

“povera” in questione, si tranquillizzino<br />

gli emotivi e i cardiopatici. La piccola<br />

in questione è la Piccola Veloc<strong>it</strong>à,<br />

lo scalo ferroviario di via Dalmazia,<br />

il cui progetto di rilancio come Centro<br />

intermodale risale ormai al tempo<br />

dei faraoni. Erano anche intervenuti<br />

accordi precisi tra Ferrovie dello Sta-<br />

di carta, altro che Cortina o i Navigli.<br />

Possibile che l’Agenzia delle Entrate<br />

o la Guardia di Finanza non possano<br />

mandare in giro due agenti in borghese<br />

a prendere qualche caffè (non troppi,<br />

se no diventano troppo nervosi, i<br />

baristi, ovviamente), oppure a farsi otturare<br />

qualche carie? Non servirebbe a<br />

molto, ma almeno un pizzico di paura<br />

in più, perché tanta sfacciataggine ha<br />

proprio superato la misura.<br />

insaputa. A sua insaputa? Vogliamo<br />

scherzare? Rutelli era il primo responsabile<br />

di quei soldi, e se lui non ha vigilato<br />

è su di lui che ricade la colpa, e<br />

non ci sono alibi che tengano. Colpa<br />

grave, tra l’altro, perché i soldi erano<br />

degli <strong>it</strong>aliani, erano entrati nelle casse<br />

della Margher<strong>it</strong>a grazie alla legge che,<br />

aggirando il risultato del referendum,<br />

aveva reintrodotto il finanziamento ai<br />

part<strong>it</strong>i attraverso la mistificazione del<br />

“rimborso elettorale”. Che rimborso<br />

Pelo e<br />

di iMManUeL<br />

immanuel@ dodicimesi.com<br />

to, Regione, Provincia, Comune e Aib,<br />

l’Associazione industriale bresciana,<br />

ma la conclusione è infausta. Cade il finanziamento<br />

regionale (9 milioni) della<br />

bretella per l’accesso allo scalo (18 milioni<br />

di euro), e così il progetto resta in…<br />

braghe di tela. È iniziata sub<strong>it</strong>o, invece,<br />

la consueta fuga dalle responsabil<strong>it</strong>à dei<br />

vari attori sulla scena, ma la realtà rimane<br />

questa: dalla scena sparisce, molto probabilmente,<br />

solo il centro intermodale,<br />

allungando così, a Brescia, la collana<br />

delle occasioni perdute. A meno che, in<br />

extremis, non si apra da qualche parte<br />

qualche tavolo, ma non se ne vedono le<br />

avvisaglie. Peccato, perché gli impegni<br />

c’erano stati, e la Piccola (quella dell’Aib,<br />

questa volta) ci aveva lavorato molto, con<br />

l’impegno assiduo, personale e diretto<br />

da Alberta Marniga, prima che passasse<br />

alla presidenza della Fondazione Asm.<br />

non è, perché il rimborso presuppone<br />

una spesa e la verifica della spesa, cioè<br />

il controllo. Che non c’è stato, perché<br />

nessuno vuole che ci sia, perché è più<br />

comodo così, in questa nostra Repubblica<br />

in cui il popolo è sovrano, fino<br />

a quando lo permettono quelli che<br />

stanno più in alto, sugli scranni e tra<br />

le scorte, perché, evidentemente, e<br />

saggiamente, del popolo cominciano<br />

ad avere paura.<br />

IN aIB SEI INCoNTrI<br />

SuLLa DIDaTTICa<br />

Importante iniziativa promossa<br />

dall’Associazione industriale bresciana<br />

nel campo della didattica. Sono part<strong>it</strong>i<br />

ben sei incontri seminariali, in via<br />

Cefalonia, tutti incentrati sul rapporto<br />

tra la didattica e i moderni strumenti<br />

multimediali e di comunicazione. Si<br />

inserisce nell’amb<strong>it</strong>o del programma<br />

delle Regione “Lombardia eccellente”<br />

ed è destinata ad insegnanti, docenti e<br />

formatori, che potranno partecipare<br />

gratu<strong>it</strong>amente agli incontri. Si tratta,<br />

evidentemente, di un’iniziativa di rilievo,<br />

che si inquadra nel filone della<br />

scuola e della formazione, alla quale<br />

gli industriali bresciani dell’Aib stanno<br />

dedicando molta attenzione.<br />

VENTI mILIoNI DI Euro<br />

PEr LE PICCoLE ImPrESE<br />

Non saranno molti, ma non sono neanche<br />

pochissimi, con questi chiari di<br />

luna, e con il cred<strong>it</strong> crunch che attanaglia<br />

le aziende, come ben sanno gli<br />

imprend<strong>it</strong>ori bresciani. Ed in mezzo a<br />

tanti tavoli che discutono, forse è meglio<br />

aprire anche uno sportello. Così<br />

deve aver pensato l’Api, vedendo i<br />

problemi delle imprese, e si è adoperata,<br />

riuscendoci, a mettere insieme<br />

un gruppo di banche (Banco di Brescia,<br />

Banca di Valle Camonica, Banca<br />

Popolare di Bergamo, ben nove Bcc<br />

bresciane). Ma ha fatto una cosa ancora<br />

più importante, Maurizio Casasco,<br />

che dell’Api di Brescia è il presidente.<br />

Ha messo in piedi un com<strong>it</strong>ato di indirizzo<br />

e certificazione per il cred<strong>it</strong>o,<br />

presieduto dal prorettore dell’Univers<strong>it</strong>à<br />

di Brescia, Claudio Teodori.<br />

Cosa farà questo com<strong>it</strong>ato? Erogherà<br />

i soldi, ovviamente, ma farà una cosa<br />

di importanza straordinaria: renderà<br />

l’impresa più “bancabile”, per usare le<br />

parole di Casasco, nel senso di aiutare<br />

le aziende a migliorarsi, a rendersi più<br />

affidabili sotto un profilo finanziario,<br />

attraverso accorgimenti economici e<br />

La rEGIoNE CI ProVa, ma L’aPI VIGILa.<br />

Ci ha provato, la Regione Lombardia, ad<br />

introdurre modifiche nella gestione dei<br />

Fondi interprofessionali, che per legge<br />

dello Stato non può subire deroghe se<br />

non con il consenso delle parti sociali e a<br />

livello nazionale. Ci stava quasi riuscendo,<br />

tra la disattenzione e il disinteresse<br />

dei più, ma ci ha pensato l’Api a rimettere<br />

le cose entro i giusti binari. Maurizio<br />

Casasco non ci ha dorm<strong>it</strong>o su, ha visto,<br />

ha letto, ha cap<strong>it</strong>o ed è corso sub<strong>it</strong>o ai ripari,<br />

vergando una lettera che non lascia<br />

ad<strong>it</strong>o a dubbi, come riporta Bresciaog-<br />

ahI, D’aNNuNzIo!<br />

Non c’entra nulla il poeta che, a sua<br />

insaputa (questa volta è proprio vero!),<br />

ha dato il nome all’aeroporto bresciano.<br />

Anzi, se gli fosse possibile, probabilmente<br />

lo strapperebbe con ira funesta<br />

dalle insegne di quel monumento al<br />

nulla su cui volano i corvi a Montichiari.<br />

Ormai è chiaro per tutti, è lapalissiano:<br />

Verona non vuole Montichiari, se non<br />

come ruota di scorta o cestino dei rifiuti.<br />

Si è saputo con certezza quello che<br />

molti – non ci voleva una grande intelligenza<br />

– avevano già stracap<strong>it</strong>o, tra i<br />

normali c<strong>it</strong>tadini, non tra gli addetti ai<br />

lavori: non lo ha mai voluto, non lo vuole<br />

e non lo vorrà. Si sono illusi coloro<br />

che r<strong>it</strong>enevano che, terminato il periodo<br />

di ristrutturazione del Catullo di<br />

Verona, durante il quale Montichiari fu<br />

la pista di scorta, si sarebbe sviluppato<br />

un rapporto di proficua collaborazione.<br />

Non c’era spazio, ormai, dopo Malpensa,<br />

dopo Bergamo, e quello residuo i<br />

veronesi volevano, comprensibilmente,<br />

tenerselo stretto. L’ultima a lottare<br />

per l’autonomia di Montichiari è stata<br />

la Camera di Commercio di Franco<br />

Bettoni, poi costretta ad arrendersi di<br />

fronte all’ottimismo e alla fiducia dei<br />

patrimoniali, ma anche attraverso un<br />

più adeguato approccio sotto il profilo<br />

culturale, strategico e comunicativo.<br />

Se si riuscirà a perseguire l’obiettivo,<br />

il risultato potrà avere ricadute<br />

103<br />

gi. “Il ruolo negoziale di regolamentazione<br />

dei rapporti di lavoro è attribu<strong>it</strong>o<br />

alle parti sociali nell’amb<strong>it</strong>o della contrattazione<br />

collettiva nazionale, e non<br />

può essere oggetto di deroga se non per<br />

accordo con le stesse e nell’amb<strong>it</strong>o della<br />

legislazione nazionale”.<br />

Con questo secco e preciso mon<strong>it</strong>o l’Api<br />

ha detto stop a un’iniziativa che, se<br />

realizzata, avrebbe sminu<strong>it</strong>o, e molto,<br />

il ruolo delle associazioni, dei datori di<br />

lavoro e dei sindacati nel delicato settore<br />

della formazione professionale.<br />

più, che nel D’Annunzio avevano invest<strong>it</strong>o<br />

soltanto gli spiccioli. Ora siamo<br />

ormai alla resa dei conti; Passera<br />

ha collocato Montichiari al di fuori del<br />

sistema aeroportuale di interesse, rec<strong>it</strong>andone,<br />

in pratica, il de profundis. Tra<br />

il disinteresse, tra l’altro, dei bresciani,<br />

per i quali, tutto sommato, non cambia<br />

molto tra l’andare a Montichiari, piuttosto<br />

che a Bergamo o a Verona e che<br />

comprendono benissimo che l’occasione<br />

Brescia la perse tanti anni fa, quando<br />

non esistevano Malpensa, Bergamo<br />

e Verona. Montichiari, in quel tempo<br />

avrebbe potuto diventare il grande hub<br />

<strong>it</strong>aliano, ma Brescia non colse l’opportun<strong>it</strong>à.<br />

È giunto il momento di guardare<br />

la realtà, di smetterla con gli sciocchi<br />

ottimismi e con le espressioni di una fiducia<br />

senza i fondamentali, di smetterla<br />

di sprecare risorse, magari comprando<br />

parte dei deb<strong>it</strong>i di Verona. Cargo?<br />

Voli stagionali? Rotte inconsuete per<br />

destinazioni minori? Chissà, forse, su<br />

questo versante, qualche spazio ci può<br />

essere ancora. Ma guardando alle cose,<br />

meglio da soli, senza sogni, senza voli<br />

pindarici, con concretezza, come si usa<br />

a Brescia, o forse, come si usava.<br />

rilevanti sull’imprend<strong>it</strong>oria bresciana,<br />

ben al di là dei 20 milioni di euro messi<br />

a disposizione, che pure hanno un<br />

alto valore, in assoluto, a prescindere<br />

dai tempi che viviamo.<br />

12 MESI<br />

marzo 2012

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