12MESI - BsNews.it
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16<br />
“Vede, quando ho incominciato a lavorare<br />
in banca era fatto obbligo risiedere<br />
nel comune dove si svolgeva la propria<br />
attiv<strong>it</strong>à. Poi, col tempo, questa norma è<br />
venuta meno, anche se r<strong>it</strong>engo sia tuttora<br />
molto importante per un operatore<br />
di banca “vivere” la comun<strong>it</strong>à di cui è a<br />
servizio. Innanz<strong>it</strong>utto aiuta a capire le<br />
problematiche d’assieme e, in secondo<br />
luogo, la conoscenza personale e approfond<strong>it</strong>a<br />
di famiglie e imprese facil<strong>it</strong>a<br />
e migliora i rapporti di relazione con la<br />
clientela”.<br />
Venendo all’oggi, quanto ha inciso,<br />
a suo parere, la crisi sulle economie<br />
delle province dove opera il Banco di<br />
Brescia?<br />
“Le province dove il Banco di Brescia<br />
vanta presenze significative in termini<br />
di quote di mercato stanno essenzialmente<br />
in Lombardia e Veneto; regioni<br />
che sono state fra le più colp<strong>it</strong>e dalla<br />
crisi, essendo le più industrializzate del<br />
nostro Paese. In queste aree, fatturati e<br />
pil sono decresciuti fino ai livelli d’inizio<br />
millennio, la propensione al consumo si<br />
è contratta e le famiglie hanno fatto ricorso<br />
sempre di più all’indeb<strong>it</strong>amento<br />
bancario. Occorre peraltro osservare<br />
che, trattandosi di economie con un elevato<br />
grado di apertura all’estero, queste<br />
province sono state anche le prime ad<br />
imboccare la strada di un seppur lento<br />
ma progressivo recupero”.<br />
rispetto alle cosiddette “province<br />
ricche” lim<strong>it</strong>rofe, come Verona, Parma<br />
e Bergamo, la crisi ha pesato di<br />
più o di meno su Brescia che, come<br />
12 MESI<br />
marzo 2012<br />
PENsIERI dI<br />
la SCheda PerSonale<br />
Roberto Tonizzo, nato a Carlino (udine)<br />
nel 1954, residente a Brescia, si<br />
è formato al Cred<strong>it</strong>o Italiano a partire<br />
dal 1975, ricoprendo diversi ruoli<br />
nel Nord Italia. Nel 1990 è passato al<br />
Cred<strong>it</strong>o Agrario Bresciano, nel 1999<br />
è entrato nel gruppo Banca Lombarda.<br />
Ha ricoperto incarichi di vice<br />
direttore generale del Banco di Brescia,<br />
direttore generale di Banca Regionale<br />
europea (Bre) e di direttore<br />
generale del Banco di San Giorgio.<br />
noto, presenta un tessuto industriale<br />
con una forte presenza di settori “maturi”?<br />
“È vero che il tessuto industriale bresciano<br />
poggia in misura significativa<br />
su comparti “maturi” e che l’apparato<br />
produttivo di province come Verona,<br />
Parma, Reggio Emilia è settorialmente<br />
meno concentrato e più terziarizzato.<br />
Così come è vero che alcune branche di<br />
attiv<strong>it</strong>à, vedi il tessile, la moda, la casa,<br />
il calzaturiero hanno sofferto molto in<br />
questa crisi. È doveroso tuttavia osservare<br />
che in alcuni settori – sempre più<br />
di peso – Brescia vanta specializzazioni<br />
ed eccellenze riconosciute in ogni parte<br />
del mondo, avendo saputo trasformare<br />
ed arricchire produzioni, cosiddette<br />
“mature”, con elementi altamente innovativi<br />
e tecnologicamente all’avanguardia,<br />
come è il caso della lavorazione dei<br />
metalli ferrosi e non ferrosi, della fabbricazione<br />
di macchine utensili e macchine<br />
transfer”.<br />
Quali azioni, secondo lei, andrebbero<br />
intraprese, sull’asse Brescia-<br />
Bergamo, dal macrosistema Governo-banche-imprese<br />
perché queste<br />
province possano essere sempre più il<br />
traino della locomotiva <strong>it</strong>aliana?<br />
“Le province di Brescia e di Bergamo<br />
rappresentano il cuore pulsante di Ubi<br />
Banca e sono tra le prime province<br />
più industrializzate del nostro Paese.<br />
Relativamente all’azione sinergica fra<br />
governi locali-banche-imprese, credo<br />
gioverebbe molto alle aree bresciana ed<br />
orobica se la Pubblica amministrazione<br />
migliorasse il tasso infrastrutturale<br />
(trasporti su ferrovia ed aerei, soprattutto<br />
cargo, telecomunicazioni, fibre<br />
ottiche, istruzione, master di specializzazione<br />
per l’industria) ed efficientasse<br />
gli <strong>it</strong>er procedurali, e se il sistema bancario<br />
seguisse sempre di più le imprese<br />
che innovano, che vogliono crescere,<br />
che desiderano internazionalizzarsi, le<br />
imprese start up, le imprese giovani,<br />
anche a costo di marginalizzare tutte<br />
quelle attiv<strong>it</strong>à (soprattutto microimprese)<br />
carenti di progettual<strong>it</strong>à. Da parte<br />
loro, le imprese dovrebbero risolvere<br />
questioni annose, che rimandano da<br />
decenni, come il ricambio generazionale,<br />
la governance, il dimensionamen-<br />
Essere un<br />
gruppo di<br />
rilevanza nazionale<br />
non signifi ca<br />
perdere<br />
la vocazione<br />
localistica<br />
to, la ricerca di sinergie, la patrimonializzazione”.<br />
In un contesto ancora tanto incerto,<br />
cosa si sente di dire ai giovani per i<br />
quali lavoro, casa, pensione appaiono<br />
oggi sogni irraggiungibili?<br />
“È certamente la prima volta che alle<br />
nuove generazioni si prospetta un futuro<br />
più difficile di quello immaginato<br />
dai loro padri. Futuro, reso ancor più<br />
incerto dalla crisi, che ha spinto il tasso<br />
di disoccupazione giovanile oltre il 25%<br />
a livello nazionale – un po’ meno, per la<br />
ver<strong>it</strong>à, nelle nostre province – e allontanato<br />
nel tempo progetti come il “metter<br />
su famiglia”, acquistare un’ab<strong>it</strong>azione,<br />
ecc.. Eppure, nonostante ciò, io sono<br />
un irriducibile ottimista e consiglio i<br />
giovani di impegnarsi al massimo per<br />
acquisire un livello d’istruzione almeno<br />
pari a quello delle nazioni più evolute, di<br />
aprirsi ad esperienze di studio/lavoro in<br />
modo da essere pronti quando il ciclo<br />
economico ripartirà”.<br />
E per quanto riguarda la s<strong>it</strong>uazione<br />
finanziaria delle famiglie bresciane?<br />
“In questi anni di recessione anche le<br />
famiglie bresciane hanno sofferto. Il<br />
taglio ai consumi e agli investimenti<br />
in ab<strong>it</strong>azioni, il calo della propensione<br />
al risparmio (dal 12 al 9 %), il tasso di<br />
disoccupazione giunto al record del 6%<br />
(9% a livello nazionale) sono i sintomi<br />
più evidenti di questo malessere. Eppure,<br />
anche in questo caso, io guardo con<br />
estrema fiducia ai prossimi mesi, innanz<strong>it</strong>utto<br />
perché la ricchezza finanziaria<br />
delle famiglie bresciane si è mantenuta<br />
consistente, in secondo luogo, perché<br />
il grado d’indeb<strong>it</strong>amento, pur aumentato,<br />
si è fissato entro livelli relativamente<br />
bassi”.