Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi
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ammesso alla prebenda della teologia con il rispettivo incarico. Si decise che, tenuto conto<br />
della necessità che ha l'ornato della chiesa e poiché per tali lavori vi è una gran quantità di<br />
debitori ecc., non si deroghi alla bolla, ma la si mantenga nella sua finalità e che il rev.do<br />
sig. vescovo per ora abbia pazienza”. La prebenda teologale, per riserva papale, era stata in<br />
parte legata alle spese per la ricostruzione della chiesa collegiata. Ora il deviarne la<br />
destinazione non era facoltà del capitolo. L'essere vescovi allora meritava al massimo il ruolo<br />
di vicario generale e meno ancora. Che questo sia un vescovo crociato (lo prendiamo in<br />
questo senso, in riferimento all'ennesima crociata indetta di Pio <strong>II</strong> a seguito della caduta di<br />
Costantinopoli nel 1453 per mano della nuova potenza musulmana e svanita poi nel nulla nel<br />
1464), per di più disoccupato e male beneficiato, è un ulteriore indizio del carattere<br />
secondario che allora aveva tale titolo come quello del prete in cura d'anime di fronte<br />
all'arcidiacono.<br />
“*Presentazione delle bolle di pre Pietro Bagnacavallo. Presa di possesso della prebenda<br />
della fabbrica, prima goduta dal rev.do Alberto. Si presenta il nobile ser Nordio de Nordis”,<br />
quale procuratore di pre Pietro Bagnacavallo, con bolle “*del rev.do Bessarione ed il<br />
processo del rev.do Beraldini esecutore. Sulla faccenda si decise che chiunque sia disposto a<br />
sborsare 4 ducati per la cappa secondo la prassi, gli si deve assegnare il possesso senza<br />
alcun pregiudizio della fabbrica”. Credo che si tratti del card. Basilio-Giovanni Bessarione<br />
(1408-1472) quale portavoce della Curia romana. Pietro Bagnacavallo corrisponde al vescovo<br />
di Capodistria (1471-1475). La riserva per la fabrica doveva essere in parte.<br />
Affitto di un terreno della prebenda “doctoratus”, sito “in villa Sancti Petri de Chazaco”,<br />
al nobile ser Nicolò Rancon con i suoi eredi “tamquam massariis”, per mezza marca di denari<br />
e 4 conzi di vino alla misura del capitolo. Il terreno “est satis bene vidatum et domos male in<br />
ordine”. La migliore coltura d'ogni tempo è stata la vite che temeva solo la grandine.<br />
Pre “Guielminus” appella alla Santa Sede a seguito della privazione della prebenda ossia<br />
alla legazione di Venezia attraverso il signor patriarca veneto ed il suo vicario. Ha citato il<br />
capitolo. Ma ora per non incontrare spese “et laboribus” insostenibili intende rinunciare<br />
all'appello accettando la sentenza del capitolo. La defatigazione processuale è lo strumento<br />
dissuasivo per i poveri: la giustizia è di chi può permettersi il lusso di sostenerne le spese. La<br />
legge non può essere uguale per tutti se non in astratto, perché in pratica non tutti sono uguali.<br />
Come la miseria offende più il ricco decaduto che il povero in pianta stabile, altrettanto<br />
l'applicazione della legge in modo egualitario punisce più il primo che il secondo, almeno così<br />
la pensano i giudicanti in via di fatto. L'ordine pubblico prevale sulla giustizia.<br />
Rinuncia all'ufficio “*di sagrestano e rinuncia eseguita di Giovanni sagrestano. Ser<br />
Colussio custode di fronte al rev.do pre Pietro custode. Ser Bartolomeo per Giovanni<br />
sagrestano rinuncia alla carica e così il rev.do custode ser Colussio custode del compito di<br />
sagrestano con la prebenda finora goduta da Giovanni sagrestano con l'onere e l'onore<br />
corrispondenti, una volta convalidata la rinuncia ecc. in forma giuridica” 29 . La custodia<br />
detiene l'ufficio pastorale del duomo, mentre il sagrestano provvede tutto il necessario per la<br />
proprietà dell'azione liturgica, compreso il sono delle campane per le funzioni religiose.<br />
29 AMC Def n. 19, 10-11-1463, p. 47. “Super terra de Ilegio alienata. Diffinitum fuit quod terras quas tenet a capitulo<br />
precio ducatorum CXXXIV et non alias illi cui promiserunt dicti deputati”. AMC Def n. 19, 5-12-1463, p. 48. “Electio<br />
ad claves sigilli. Pro domino Nicolao de Sulmona quare renuntiavit beneficio et clavibus sigilli, diffinitum fuit quod<br />
eligatur alius in locum suum et sic electus fuit dominus Baptista de Vençono ibidem presens et acceptans. Super altari<br />
domus apud illam domini Valentini diffinitum fuit quod suspendatur collatio. Ad Anthonium de Nordis”. AMC Def n.<br />
19, 13-1-1464, p. 50. AMC Def n. 19, 9-4-1464, p. 54. “Pro reverendo domino Nicolao episcopo Cruciate et quod per<br />
egregium doctorem dominum Anthonium de Nordis nomine huius magnifice communitatis institit quod ipse episcopus<br />
admittetur ad prebendam teologie cum onere suo. Diffinitum fuit quod attenta necessitate ornatus ecclesie et quare<br />
per ornatum sunt debitores in magna quantitate etc. non derogetur bulle, sed observetur in suo statuto et quod<br />
reverendus dominus episcopus habeat pacienciam”. AMC Def n. 19, 9-4-1464, p. 54. “Presentatio bullarum<br />
presbiteri Petri Bagnacavallo. Possessio prebende fabrice alias possessa per dominum Albertum. Constitutus nobilis<br />
ser Nordius de Nordis... reverendi domini Bessarionis et processus reverendi domini Beraldini executoris. Super quo<br />
diffinitum fuit quod quicumque exbursaverit ducatos IV pro cappa secundum consuetudinem, assignari debeat<br />
possessio eidem sine aliquo tamen preiudicio fabrice”. AMC Def n. 19, 16-5-1464, p. 57v. AMC Def n. 19, 27-5-<br />
1464, p. 58.<br />
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