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Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi

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che è stimato da tutti come gerente dell'intoppo a lui dovuto ecc., si decise che rimanga nel<br />

suo stato e nel diritto di chiedere simili cose” 57 . Il passato turbolento di questo canonico è ora<br />

riscattato dalla stima dei confratelli e forse un po' dal suo complesso “giustizialista”.<br />

Il povero rev.do Leonello de Leonellis eletto cantore è costretto a spendere e spandere a<br />

causa del rev.do Daniele de Tergesto, che lo ha denunciato presso il vicario governatore di<br />

Udine. Chiede al capitolo di intervenire per sbrigare la faccenda che ostacola la sua nomina a<br />

cantore. Si incarica persona a supplicare il governatore patriarcale ad abbreviare la procedura<br />

ed a confermare Leonello nell'ufficio di cantore, essendo stato eletto legalmente. Il cantore era<br />

un compito assai specializzato: intonava, sosteneva, dirigeva conoscendo la teoria musicale<br />

per bene. Se era all'altezza poteva suonare anche l'organo ed insegnare il canto ai chierici<br />

della chiesa collegiata.<br />

Sulla cappella della Beata Maria Vergine, di giuspatronato della famiglia de Claricini,<br />

Ermanno de Claricini intende presentare “*dei chierici che non sono ancora in sacris. Si<br />

decise che, sebbene la cappella non sia ancora completata, tuttavia perché quei tali abbiano<br />

motivo di farsi promuovere al sacerdozio, si favorisca la loro presentazione così che non<br />

abbiano ad incassare prima del completamento della cappella anche per il ritardo e<br />

convocato il richiedente lui nominò ser Battista de Valvesono e ser Pietro di Maria<br />

mansionari di questa chiesa”. Ammessi a condizione che per Pasqua si facciano promuovere<br />

al sacerdozio. Il giuspatronato dava diritto alla scelta dei soggetti che, nel caso come<br />

mansionari, non erano ancora preti, titolo richiesto per le messe da celebrare, non certo per la<br />

dignità della persona che dipendeva dalla consistenza del beneficio goduto.<br />

Si trattava della cappella legata all'eredità Spatarino; i cappellani non hanno ancora<br />

celebrato la prima messa e la cappella non è ancora finita; l'introito annuale previsto dal<br />

lascito venga passato all'ornato e alla fabbrica della cappella che si può completare solo<br />

“magnis sumptibus et expensis”. Ser Pietro “asserebat” che intendeva celebrare la sua prima<br />

messa in agosto, ma “non suppetunt facultates” e chiede un mutuo di 4 ducati. Concesso.<br />

“*Inoltre si decise che ciascuno nel giorno della sua prima messa offra un pranzo” 58 . La<br />

prima messa per un prete è come un matrimonio per un laico: si festeggia allo stesso modo<br />

magari omologando i due momenti.<br />

Santo de Perchuto è impotente ed ammalato e rinuncia al terreno, promettendo di pagare<br />

tutti gli affitti. I canonici, “*avendo compassione del suo stato, accolsero la rinuncia,<br />

nonostante abbia il carattere di rinuncia, a patto che presenti un altro che accetti e conduca<br />

il terreno”. Cioè deve rimediare alla rinuncia o violazione del contratto, proponendo un altro<br />

al suo posto.<br />

L'“ancilla Gheldrudis” del defunto pre Nicolò Puliçutti rivendica parte dell'eredità ed è<br />

una faccenda lunghissima. La questione è trattata dal consiglio comunale e sta a provare come<br />

la convivenza sottintendesse una comunanza di beni. Nessuno se ne meraviglia.<br />

57 AMC Def n. 21, 20-10-1481, p. 44. AMC Def n. 21, 2-11-1481, p. 45. “qui personaliter compareant vigilia et festo<br />

sancti Martini qui compareant ut fiat capitulum et provisiones tam super residentia fienda deinceps quam super aliis<br />

rebus necessariis et urgentibus”. AMC Def n. 21, 20-11-1481, p. 49. AMC Def n. 21, 3-12-1481, p. 50. AMC Def n.<br />

21, 4-2-1482, p. 55v. AMC Def n. 21, 22-1-1482, p. 56. “Super quo attento quod est antiquior ipse dominus Nicolaus<br />

et quod ipsum gratissimum habent gerentem sibi debitam rixam etc., diffinitum fuit quod remaneat in statu suo et talia<br />

querere”. -Per le vendemmie “pro isto anno habeant” 15 giorni quelli che staranno fuori e 30 quelli che stanno dentro<br />

(AMC Def n. 21, 22-1-1482, p. 56).<br />

58 AMC Def n. 21, 28-1-1482, p. 57. AMC Def n. 21, 15-3-1482, p. 66. “personas que nondum sunt in sacris,<br />

diffinitum fuit quod videlicet capella non sit perfecta tamen ut illi tales habeant causam promovendi se ad<br />

sacerdotium, admoneatur eius presentatio ita tamen quod non lucrentur ante perfectionem capelle etiam pro mora et<br />

vocato eo ipse nominavit ser Baptistam de Valvesono et ser Petrum Marie mansionarios huius ecclesie”. AMC Def n.<br />

21, 15-7-1482, p. 75v. “Item diffinitum fuit quod fiat unum prandium pro quolibet eorum in die qua primam novam<br />

missam celebraverint”. -“Cauciones: Jeronimus decanus, Daniel de Puppis, Nicolaus Loth, Bernardus Chont,<br />

Leonellus, Daniel de Glemona, Alexander de Leonellis, Daniel de Carlevariis, Anthonius de Nordis, Nicolaus de<br />

Nordis, Daniel de Tergesto, Mapheus de Mugla, Leonardus de Puppis, presbiteri Nicolaus Cencher, Petrus Solono,<br />

Franciscus de Puppis, Christianus de Valvesono, Bertrandus de Susans, ser Bartolomeus Perotti, Bertulus<br />

mansionarius, presbiter Johannes Pizafigo, presbiter Leonardus Stelle, presbiter Anthonius Floris, Baptista Rubeus,<br />

presbiter Petrus Marie, Baptista de Valvesono” (AMC Def n. 21, 14-7-1482, p. 76v). -Gli eredi di Antonio di Vito<br />

lasciano un orto al capitolo in borgo di Ponte (AMC Def n. 21, 31-7-1482, p. 77v).<br />

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