Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi
Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi
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e di rivalse. L’economia del tempo era fortemente aleatoria e lo stipendio in moneta sarebbe<br />
parso di fragile consistenza. Tutto il sistema doveva adattarsi elasticamente alla realtà di fatto;<br />
prodotti e finanze erano strettamente correlati; la scarsa produzione aumentava i prezzi,<br />
l’abbondanza li deprimeva; dettava legge l'andamento stagionale non la moneta. Tesaurizzare<br />
in un tale sistema significava morire di fame con i denti d’oro. Nel Sinodo del 1338 can. 6, il<br />
patr. Bertrando denuncia il vero colpo di mano operato da coloro che "danno denaro per<br />
alquanto tempo, ricevendo invece biade o vino a doppio valore; che essi poi vendono per<br />
molto di più" (MARCUZZI 1910, p. 160). Una concatenazione economico-finanziaria legava tutti<br />
allo stesso destino; l’interesse di ciascuno, che di per sé divide, qui è una pietra al collo che<br />
trascina al fondo o un salvagente che permette di galleggiare ma sempre legati l'uno all'altro:<br />
uno per tutti e tutti per uno. I fideiussori infatti vengono scelti di regola tra i confratelli. I<br />
contrattempi, seppur esclusi nei contratti preventivi, venivano di fatto riconosciuti se effettivi,<br />
appunto perché fra "noi" ci si poteva e doveva aiutare. In questa società, compresa la<br />
<strong>religiosa</strong>, ciò che importava era la solidarietà materiale di cui il religioso costituiva un collante<br />
di rinforzo, non l’obiettivo del vivere e del testimoniare. Credere era l'unico modo per durarla<br />
un po' più a lungo.<br />
Il comune aveva il giuspatronato sulla cappella sopra la fonte di piazza del mercato, oggi<br />
Piazza Paolo Diacono. Sulla richiesta di pre Pasqualino, prete di Venezia, come titolare della<br />
cappella della fonte, "*si decise di assegnargli fin d'ora la cappella, ossia la chiesa della<br />
fonte e non si notifichi la nomina al capitolo se non è convalidata. Per cui si comunichi la<br />
decisione a pre Giovanni da Udine, perché il comune considera questo modo di procedere<br />
rispettoso del diritto che vanta e delle lettere del sig. luogotenente e in fine perché pre<br />
Giovanni è un canonico". Pre Giovanni era proposto dal capitolo che ha dovuto chiedere<br />
l'appoggio del luogotenente contro l'iniziativa del comune. D'altronde costui era canonico,<br />
dunque già ben provvisto e più legato al capitolo di un semplice cappellano comunale. La<br />
chiesa della fonte non doveva ancora possedere tutti i crismi per la legittimazione di un tale<br />
manufatto sacro se il comune procede inscio capitulo: uno stato di tensione. Il 1427 sembra la<br />
data della erezione di questa cappella, sotto cui nel 1874 verrà scoperto il cosiddetto sarcofago<br />
di Gisulfo.<br />
"*Il provisore Antonio del comune, sulla nomina di pre Giovanni da Udine alla cappella<br />
della fonte, riferì sull'ambasceria da lui compiuta a nome del comune presso il luogotenente,<br />
cioè che il comune di Cividale ha giuspatronato sulla nomina del prete della cappella e, dopo<br />
lungo discorrere, il luogotenente rispose che non intendeva immischiarsi nella faccenda".<br />
Aveva abbastanza rogne da risolvere in un momento ancora turbolento per il Friuli e non<br />
intendeva lasciarsi coinvolgere in questioni religiose le più delicate del momento per la<br />
reazione del patr. Ludovico di Teck. Ma non può prescindere. Se il comune vuole pre<br />
Pasquale, pre Giovanni si vede costretto a ricorrere al luogotenente. Il comune manda dei suoi<br />
incaricati al luogotenente per informarlo "*come il comune fece ciò che doveva nell'esercizio<br />
del suo diritto nel deporre pre Giovanni e nel presentare un altro. Ora il luogotenente<br />
propone il contrario e perciò il comune prega che non voglia violare la sua giurisdizione né<br />
fare ciò che tornerebbe a disdoro del comune" 5 .<br />
5 AMC Def com n. 01, 21-5-1425, p. 44. "Super eo quod captivatus fuit famulus ser Johannis Gally infamatus quod<br />
accepit unam bursam cuidam sacerdoti. Quod deputetur unus qui vadat ad Fagedis et sit cum illo sacerdote et<br />
inquirat an stet firmus in querela quam faciebat de bursa sibi arepta etc. et referat et interim conducatur Martinus qui<br />
est capitvatus ad locum ubi posuit cultellum quem accepit sacerdoti etc. Super eo quod fiunt multa latrocinia per<br />
Civitatem". AMC Def com n. 01, 8-10-1425, p. 100v. AMC Def com n. 02, 31-3-1427, p. 37. "diffinitum fuit quod ex<br />
nunc assignetur illa capella sive ecclesia fontis dicto presbitero et non notificetur capitulo si non est sacrata. Tunc<br />
dicatur presbitero Johanni de Utino hoc quare videtur communitati hoc fieri tam respectu auctoritatis quam habet<br />
quam respectu litere domini locumtenentis et quare presbiter Iohannes est canonicus". AMC Def com n. 02, 4-4-1427,<br />
p. 40v. "Super facto presbiteri Iohannis de Utino pro capella fontis, retulit Anthonius provisor quod exposita<br />
ambasciata sibi commissa per communitatem domino locumtenenti videlicet quod communitas Civitatis habet<br />
providere de presbitero ipsi capelle et tandem dictis multis dicendis dominus locumtenens dixit se nolebat impedire".<br />
AMC Def com n. 02, 9-4-1427, p. 44. "quomodo communitas introytu suo fecerat id quod fecerat in deponendo<br />
presbiterum Iohannem et presentando illum; nunc ipse petit contrarium et ideo communitas suplicat quod non velit<br />
rumpere iurisdictiones suas neque facere id quod sit dedecus communitatis".<br />
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