03.06.2013 Views

Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi

Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi

Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

(pira), una di segala, 3 conzi di vino, dal tesoriere ebbe lire 10 di soldi e ducati 6 e mezzo<br />

“pro emendo unum bovem”, indispensabile per l'aratura. Non ha saldato l'affitto del 1467 e<br />

del 1468; all'epoca era canipario Lodovico de Valvasone per un valore complessivo di 6<br />

marche e 18 soldi. Idem l'affitto per il 1469, 7 staia di frumento, 2 d'avena, 4 conzi di vino e 2<br />

galline. Affitto del 1470 al canipario dell'anno Daniele di Trieste deve 5 staia di frumento, 2<br />

d'avena e 2 galline. Mutuo di uno staio di frumento, uno staio di segala e uno staio di farro<br />

(pira). Per pagare tutto ciò promette e mette a disposizione “omnia bona sua”. Ci vuole<br />

coraggio a sperare in una soluzione positiva in tale situazione, ma il capitolo si fida di lui.<br />

Si chiede di anticipare gli anniversari perché la chiesa abbia il dovuto suo ed i chierici<br />

“congaudeant emolumentis”. Si decide che gli officiali debbano anticipare gli anniversari<br />

“*almeno di un mese prima della scadenza e ad un compenso più ridotto”. Il 1471 è un anno<br />

economicamente normale, ma va tenuto presente il carico che grava sul personale capitolare<br />

pro fabrica, sempre più pressante e con saldi sempre più dilazionati.<br />

Contro coloro che riscuotono i redditi dai massari del capitolo senza il permesso degli<br />

ufficiali. “Diffinitum fuit” che nessuno osi ecc., se no “sub pena excommunicationis late<br />

sententie et statutorum”. Il capitolo vuole favorire i massari, scegliendo un momento medio<br />

del mercato.<br />

Permessi e durata per le vendemmie per soli 12 giorni, perché qua le cose vanno di male in<br />

peggio per il culto, “*di modo che ciascun chierico abbia motivo di sollecitare i massari<br />

delle prebende e delle cedole con stile e moderazione quali furono usati per il passato” 42 . Se i<br />

chierici devono pagare è normale che sollecitino.<br />

C'è Bonsignore da Udine che attenta alla prebenda della fabrica, ma il capitolo resiste e<br />

non intende neppure prendere visione delle bolle. Il tizio ha presentato lettere apostoliche in<br />

base alle quali vantava maggiori diritti di quelli della fabrica. Si commetta la causa ai sapienti<br />

per non fare torto a nessuno. Si comprende la renitenza del capitolo ad alienare la prebenda<br />

già destinata, per concessione pontificia, alla fabrica del duomo. Anche qui si tratta di<br />

distrazioni burocratiche.<br />

“*A proposito del Parlamento di Udine. Si decise di inviare una lettera e di incaricare pre<br />

Bernardo Chont, visto che è assente”. Il capitolo di Cividale aveva un suo rappresentante al<br />

Parlamento udinese, così come in seguito ce l'avrà per quello di Gorizia. La lettera serve a<br />

coprire la distanza.<br />

“In Ecclesia Sancte Marie de Curia”. Vicario è pre Çitarutto che rivendica un livello da<br />

Nicolò figlio di pre Leonardo di Artegna su un certo orto, “*andando” a San Pantaleone,<br />

davanti alla chiesa di Santa Maria di Curia, “*davanti alla cappella di San Michele vicino<br />

alla chiesa maggiore di Cividale” e altri censi. La collocazione dell'orto è “fuorviante”.<br />

I rappresentanti della magnifica comunità di Cividale propongono la mansioneria vacante<br />

per morte di pre Giovanni Testore a pre Matteo da Venezia cappellano del magnifico signor<br />

Francesco provisore generale. “Deum habens pre oculis”, gliela concedono. D'ora in poi però<br />

si ordina di non rinunziare al proprio beneficio se non “in pleno capitulo congregato” e che<br />

non si possano concedere simili benefici se non con la presenza di tutti gli interessati.<br />

Confermato qualche giorno dopo: “*A proposito della nomina alla mansioneria vacante per<br />

morte di Giovanni Testore. Sentiti i nobili ser Marchanto e ser Ermacora de Filitinis<br />

rappresentanti del comune che insistono a favore di pre Matteo di Venezia ecc.”, si dicono<br />

tutti d'accordo e lo eleggono, rinnovando però la disposizione che d'ora in poi nessun<br />

42 AMC Def n. 19, 4-10-1470, p. 237. “prefati domini decreverunt quod quilibet acolitus infra spatium IX dierum<br />

quorum IX dierum duo pro primo duo pro secundo et reliqui pro tercio ultimo et peremptorio termino debeant, sub<br />

pena residentie, docere de ordinibus suis ne plus debito lucretur et de hoc fiat edictum in choro et factum est”. AMC<br />

Def n. 20, 10-2-1471, p. 1v. AMC Def n. 20, 16-2-1471, p. 3. “saltem per spatium mensis ante diem suam et bonum<br />

cum debiliori”. -Pre Giovanni Cristoforo è investito della messa di San Nicolò e promise di “bene regere et laborare,<br />

facere braidam pertinentem ad ipsam missam et ipse dixit esse contentus” (AMC Def n. 20, 28-2-1471, p. 3). AMC<br />

Def n. 20, 10-6-1471, p. 13. AMC Def n. 20, 23-6-1471, p. 13v. “ut quilibet clericus habeat materiam solicitationis<br />

massariis prebendarum et cedularum cum modo et conditione quibus dabantur aliis proximis temporibus”.<br />

-“Ioanuttus de Purgessimo” doveva condurre un pegno per 1 marca, ma obietta che spettava a Nardino. Si controlla<br />

“et quare facta est fides de inopia sua, detur sibi media elemosina pro amore Dei” (AMC Def n. 20, 26-10-1471, p.<br />

23).<br />

38

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!