Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi
Storia religiosa II - Dott. Faustino Nazzi
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“Locatio sescalcarie”: un campo “extra burgum Pontis in Arvalis” per 2 conzi di vino ed<br />
uno staio e mezzo di frumento. Sono stati destinati dei campi in beneficio della sescalcaria o<br />
servizio mensa del capitolo. In Arvalis-relativo ai campi, si riferisce al territorio fuori borgo di<br />
Ponte abbastanza vasto, destinato al pascolo, alle esecuzioni capitali ed agli esercizi ginnicomilitari<br />
per la gioventù.<br />
“Circa officiales sescalcarie”. L'incaricato dell'ufficio “*della porta abbia pranzo ed uno<br />
staio di miglio e null'altro. I cuochi abbiano cibo e bevanda e che nulla portino a casa e dove<br />
avevano soldi 8 abbiano soldi 10 ciascuno e nulla prelevino delle carni né le portino altrove<br />
e compiano il loro dovere. Lo scodellaro partecipi al pranzo in refettorio, ma non asporti<br />
nulla neppure le code ed abbia oltre al pranzo ed il campo come suo compito e uno staio di<br />
frumento ed un conzo di vino e null'altro” e faccia il suo dovere 34 . Sembra strano che non si<br />
fossero dotati anche questi uffici con i rispettivi benefici come da tradizione. Deve essere<br />
intervenuta una specie di inflazione occupazionale: un po' tutti ufficiali o pensionati baby, un<br />
qualcosa di insostenibile. Basti pensare a tutte le discrezionalità, ora imbrigliate, di portarsi a<br />
casa i “resti” di cucina. Vuol dire che si era vissuti in un'epoca di vacche grasse che ora non è<br />
più possibile continuare; siamo in crisi. I turchi premono. Il mondo agrario o capitalistico che<br />
sia, impatta prima o poi con il tutto occupato od esaurito e patisce la carenza d'ossigeno.<br />
“*Ci si chiede se coloro che acquistano le prebende debbano o meno pagare tre decime<br />
oppure una sola ecc. Dopo matura riflessione sul caso ecc. si decise che sebbene fossero<br />
tenuti al carico intero delle stesse con l'onere e l'onore, siano vendute e siano tenuti a versare<br />
di queste tre decime solo una e ciò per puro favore sia loro concesso per questa volta<br />
soltanto”. Si possono immaginare le decime: la prima quella feudale al capitolo, poi quella<br />
per la fabbrica del duomo, una terza tra la Santa Sede e la Dominante per la difesa dai turchi.<br />
“*Per il rev.do sig. vescovo. In previsione del suo arrivo, si decise che pre Antonio di<br />
Strassoldo si assuma il compito di provvedere e sollecitare tutto il necessario. Per la signora<br />
Giovannina moglie del fu Dini, si decise di darle i redditi che rimangono a Nicolò Lanario<br />
perché altrimenti procederebbe in contraddittorio. Affidamento del capitolo a pre Palamede<br />
che fu investito di due messe della sagrestia secondo il diritto. Pre Pizzafigo fu investito di tre<br />
messe dell'altare di Santa Caterina”. Fu investito dell'altare di San Lorenzo, “*un tempo<br />
nella chiesa di San Giovanni, pre Mattia” di borgo di Ponte. Pre Nicolò Magdalene fu<br />
investito della messa di San Sebastiano. L'altare “Omnium Sanctorum” a pre Bartolomeo in<br />
San Silvestro 35 . Come c'è una selva di altari sistemati un po' dovunque così ci sono altrettanti<br />
ruminanti orationes.<br />
Il capitolo compera da ser Giacomo de Venustis l'affitto di due staia di frumento e uno<br />
staio di miglio che un tale Giovanni Paolo di Moimacco gli deve pagare sopra certi beni “ad<br />
mensuram capituli” per un prezzo di 17 marche e mezza di soldi ed è d'accordo che il<br />
capitolo esiga dai massari tali affitti. “*Sul frumento che sta in granaio, tenuto conto della<br />
necessità di non pochi chierici ecc., si decise che i frutti conservati in granaio del capitolo<br />
34 AMC Def n. 19, 28-3-1466, p. 101. AMC Def n. 19, 2-6-1466, p. 102v. “Super facto olei sacri et hostiarum<br />
diffinitum fuit quod pro oleo dominus custos nihil recipiat sed stare debeat discretioni petencium oleum. Sed de hostiis<br />
petere valeat et exigere id quod liceat. Super ornatu; attenta penuria et incomodo etc., diffinitum fuit quod debitores<br />
habeant ad huc terminum per totum istum mensem et non debeant prodidisse”. AMC Def n. 19, 12-6-1466, p. 106.<br />
AMC Def n. 19, 12-6-1466, p. 107. “porte habeat prandium et milii starium unum et non ultra. Pro coquariis habeant<br />
cibum et potum quod nihil portent ad domus et ubi habebant solidos V<strong>II</strong>I habeant solidos X pro qualibus et nihil<br />
habeant de carnibus nec quocumque exportent et suum officium faciant. Pro scottellario prandium si vult in refettorio<br />
et nihil exportet nec caudas et habeat ultra prandium campus cum onere suo et frumenti starium unum et vinum<br />
congium unum et nihil aliud”. -Per le vendemmie un mese “per totum annum et quod non residenti detur pro rata<br />
temporis”. Non si è d'accordo di permettere l'affrancazione di certe terre (AMC Def n. 19, 6-8-1466, p. 111).<br />
35 AMC Def n. 19, 31-10-1466, p. 117v. “Pro emptoribus prebendarum utrum teneantur solvere tres decimas vel<br />
unam tantum etc. Habita super hoc matura deliberatione etc., diffinitum fuit quod licet tenerentur ad totum onus de<br />
istis cum onere et honore, vendentur et solvere teneantur de istis tribus tantum unam et hoc de gratia sit eis concessum<br />
pro ista vice tantum”. AMC Def n. 19, 20-4-1467, p. 129. “Pro reverendo domino episcopo. Attento adventu suo,<br />
diffinitum fuit quod dominus Anthonius de Strasoldo habeat onus providendi et sollicitandi necessaria. Pro domina<br />
Johannina quondam uxore Dini, diffinitum fuit quod detur sibi fructus qui restant habere a Nicolao Lanario quare<br />
proceditur in contradictione. Collatio capituli presbitero Palamede; fuit investitus de missis duabus de sacristia, in<br />
forma. Presbiter Pizafigo investitus de missis tribus de altare Sancte Caterine... alias in ecclesia Sancti Johannis<br />
presbiter Mattia”.<br />
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