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870 GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
Avv. DOMENICO CHINELLO
(avvocato amministrativista del Foro di Venezia)
Autorizzazione paesaggistica a
sanatoria e regime transitorio
del D.L.vo n. 42/2004
SOMMARIO: 1. Il nuovo Codice dei beni culturali
e del paesaggio - 2. Il divieto di autorizzazione
paesistica a sanatoria - 2.1. La disciplina
previgente e la sanabilità pretoria - 2.2. La
tesi contraria alla sanatoria paesaggistica - 3.
L’autorizzazione nel regime transitorio - 3.1.
Disciplina transitoria e poteri regionali - 3.2. Il
controllo ministeriale - 3.3. Il potere sostitutivo
della soprintendenza - 4. Considerazioni conclusive.
1. - Il nuovo Codice dei beni culturali e del
paesaggio
Con l’emanazione del D.L.vo. 22 gennaio
2004, n. 42, il Governo è venuto parzialmente
ad attuare la più ampia delega conferitagli dal
Parlamento con l’art. 10 (recante «Delega per il
riassetto e la codificazione in materia di beni
culturali e ambientali, spettacolo, sport, proprietà
letteraria e diritto d’autore») della legge
6 luglio 2002, n. 137, varando così il nuovo
«Codice dei beni culturali e del paesaggio»,
nell’ottica di un globale riassetto della materia,
anche – e soprattutto – dopo l’intervento della
L. cost. 18 ottobre 2001, n. 3, che ha modificato
in maniera sostanziale – com’è noto – il
(1) Per una prima analisi del Codice, si rinvia a M.L.
TORSELLO, Il Codice dei beni culturali e del paesaggio,
sul sito on line della Giustizia amministrativa, all’indirizzohttp://www.giustizia-amministrativa.it/documentazione/studi_contributi/annuario2003sito.htm;
G. SEVERINI,
I principi del Codice dei beni culturali e del paesaggio, in
Giorn. dir. amm., 2004, 469 ss.; S. FOÀ, La tutela dei beni
culturali, ivi, 2004, 473 ss.; L. CASINI, Valorizzazione e
fruizione dei beni culturali, ivi, 2004, 478 ss.; V. MILANI, Il
paesaggio, ivi, 2004, 486 ss.; M.L. TORSELLO, Le ragioni di
una codificazione (il Codice dei beni culturali e del paesaggio),
sul sito on line della Giustizia amministrativa,
all’indirizzo http://www.giustizia-amministrativa.it/documentazione/studi_contributi/torsello_codice.htm;
AA.VV.,
Il Codice dei beni culturali e del paesaggio, in Guida dir.,
Dossier mensile n. 4/2004, 78 ss.; AA.VV., Il Codice dei
beni culturali e del paesaggio, in Edil. e territorio, n.
9/2004; M. CAMMELLI, Il Codice dei beni culturali e del
paesaggio: dall’analisi all’applicazione, sulla Rivista on
Titolo V della Parte seconda della nostra Carta
fondamentale anche nel settore dei beni culturali.
Non è certamente questa la sede per una
compiuta disamina della nuova disciplina (1),
onde ci si può limitare – ai fini della presente
indagine, riguardante la sola tutela del paesaggio
e i mezzi di controllo da parte dell’amministrazione
pubblica nel periodo di transizione –
a ricordare le definizioni principali recate dal
D.L.vo. n. 42/04, in ordine ai profili di interesse.
In proposito, è da evidenziare la significativa
innovazione apportata dall’art. 2 – rientrante
nella Parte prima del Codice, tra le disposizioni
di carattere generale – che definisce il
nuovo concetto di «patrimonio culturale» come
costituito sia dai beni culturali in senso stretto,
sia dai beni paesaggistici, con le conseguenti
implicazioni sull’interpretazione dell’art. 117
della Costituzione: è chiaro, infatti, che una lettura
onnicomprensiva dell’espressione «patrimonio
culturale», tale per cui anche i beni paesaggistici
sono, in senso lato, beni culturali (2)
– ossia una species del più ampio genus dei
beni culturali – fa sì che la funzione di tutela di
questi ultimi – attribuita alla potestà legislativa
esclusiva dello Stato, ai sensi della lett. s) del
secondo comma, dell’art. 117 Cost. – comporti
la rimessione alla potestà legislativa esclusiva
statale anche della tutela del paesaggio (3).
Altro elemento innovativo è senz’altro la definizione
stessa di «beni paesaggistici», in quanto
il Codice, all’art. 131, considera come paesaggio
quella parte omogenea del territorio
line di arti e diritto http://www.aedon.mulino.it, n. 2/2004.
Per una lettura fortemente critica della nuova disciplina, cfr.
V. TOSATTI, Sulla necessità di modificare il nuovo Codice
dei beni culturali e del paesaggio, in http://www.dirittoambiente.com.
(2) Così espressamente la Relazione di accompagnamento
al Codice, la quale ha precisato che all’interno del
genere «patrimonio culturale» insistono, in realtà, due
specie di beni culturali: «… i beni culturali in senso stretto
(…) e quell’altra specie di bene culturale in senso
ampio, che è costituito dai paesaggi italiani».
(3) Cfr., in termini, O. FORLENZA, Nasce la categoria di
patrimonio culturale. Un’unica categoria per aumentare la
tutela, in Guida dir., Dossier mensile n. 4/2004, 78; G.
SEVERINI, I principi del Codice dei beni culturali e del paesaggio,
cit., 473; P. CARPENTIERI, I beni paesaggistici nel
nuovo codice dei beni culturali e del paesaggio, nella Rivista
on line della Scuola Superiore dell’economia e delle
finanze, all’indirizzo http://www.rivista.ssef.it.