sommario - Giustamm.it
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872 GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA<br />
recato dall’approvazione della legge 28 febbraio<br />
1985, n. 47. In tal senso, per esempio, è<br />
stato evidenziato come il r<strong>it</strong>enere che, in mancanza<br />
di un espresso raccordo, la normativa<br />
paesistica prevalga inev<strong>it</strong>abilmente su quella<br />
urbanistica, e che la previetà dell’autorizzazione<br />
ex art. 7, della legge 29 giugno 1939, n.<br />
1497 sia incompatibile con la posterior<strong>it</strong>à della<br />
sanatoria ex art. 13, L. n. 47/85, significhi<br />
ancorare la lettera della normativa sulla protezione<br />
delle bellezze naturali alla concezione<br />
vigente nel periodo in cui essa è stata emanata:<br />
quando, cioè, la violazione delle norme stabil<strong>it</strong>e<br />
per edificare comportava la sanzione dell’abbattimento<br />
in ogni caso, anche se il trasgressore<br />
aveva soltanto omesso di munirsi del formale<br />
t<strong>it</strong>olo autorizzativo. Viceversa, una volta<br />
ammessa la possibil<strong>it</strong>à di edificare anche senza<br />
il rilascio di un provvedimento previo ed<br />
espresso dell’amministrazione (con il silenzioassenso<br />
previsto dall’art. 8, D.L. 23 gennaio<br />
1982, n. 9), ed introdotta – nel prosieguo – la<br />
facoltà di sanare le difform<strong>it</strong>à dell’opera dalla<br />
normativa urbanistica, verso il pagamento di<br />
una sanzione pecuniaria, deve necessariamente<br />
ammettersi che la mancanza del solo t<strong>it</strong>olo edificatorio<br />
possa essere, a maggior ragione,<br />
ovviata con il compimento successivo di tutti<br />
gli adempimenti procedimentali, ivi compresi<br />
quelli inerenti la conform<strong>it</strong>à del fabbricato alla<br />
disciplina paesaggistica, quando non risultino<br />
ostare particolari motivi di interesse pubblico<br />
(7). Inoltre, la detta impostazione ermeneutica<br />
(7) In tal senso la motivazione della decisione TAR<br />
Liguria, sezione I, 27 maggio 1999, n. 230, in Riv. giur.<br />
edil., 1999, I, 1121. Ma sulla stessa falsariga si erano già<br />
espresse, in precedenza, anche le pronunce TAR Campania,<br />
Napoli, sezione I, 10 settembre 1987, n. 500, in tar,<br />
1987, I, 3856; TAR Lazio, sezione II, 21 dicembre 1994,<br />
n. 1557, in Riv. giur. amb., 1995, 879; TAR Lazio, sezione<br />
II, 17 marzo 1995, n. 464, in tar, 1995, I, 1526, e TAR<br />
Lazio, sezione II, 22 marzo 1995, n. 525, ivi, 1995, I,<br />
1529; TAR Campania, Salerno, 2 marzo 1995, n. 169, in<br />
Foro amm., 1995, 2807; TAR Veneto, 5 maggio 1997, n.<br />
880, in tar, 1997, I, 2461.<br />
(8) Già col parere reso dalla Commissione speciale,<br />
adunanza del 9 maggio 1977, n. 5 – integralmente riportato,<br />
da ultimo, in calce a V. GIUFFRÈ, L’autorizzazione<br />
paesaggistica negata in sanatoria, in Corriere giur.,<br />
1993, 1121 ss. – il Consiglio di Stato, pronunciandosi<br />
sull’ammissibil<strong>it</strong>à dell’autorizzazione paesistica postuma,<br />
aveva precisato che, qualora non sussistesse alcun<br />
era già stata fatta propria dal Consiglio di Stato<br />
– sia pur in maniera non così chiara ed evidente<br />
– anche prima dell’avvento della c.d.<br />
«legge sul condono», sia in sede consultiva (8)<br />
che giurisdizionale (9). Tale orientamento ha,<br />
infine, trovato ulteriore conferma – e, ovviamente,<br />
maggiore visibil<strong>it</strong>à – quattro anni or<br />
sono, quando il Supremo Consesso amministrativo<br />
è intervenuto, con più decisioni ravvicinate,<br />
a confermare alcune sentenze del TAR<br />
Lazio di metà anni Novanta, provvedendo a<br />
ribadire – a chiare lettere e con ampia motivazione<br />
– l’ammissibil<strong>it</strong>à del rilascio del nulla<br />
osta paesistico in un momento successivo alla<br />
realizzazione delle opere edilizie in area vincolata.<br />
Con quelle pronunce (10) degli ultimi<br />
mesi del 2000, il Consiglio di Stato ha respinto<br />
le argomentazioni difensive del Ministero, le<br />
quali si fondavano I) sull’eccentric<strong>it</strong>à dell’autorizzazione<br />
postuma rispetto al disposto normativo<br />
– del tutto silente sul punto – così da<br />
risultare in contrasto col principio di tipic<strong>it</strong>à<br />
degli atti amministrativi; II) sul contrasto della<br />
sanatoria ambientale con il meccanismo sanzionatorio<br />
di cui all’art. 15, L. n. 1497/39<br />
(vigente al momento dei fatti); III) sull’inammissibil<strong>it</strong>à<br />
di un’applicazione analogica della<br />
normativa in materia di condono edilizio, eccezionale<br />
per definizione e, dunque, di stretta<br />
interpretazione. A fronte di tali motivi di censura,<br />
svolti in appello, il percorso motivazionale<br />
delle decisioni di Palazzo Spada si snoda<br />
fondamentalmente nei seguenti punti:<br />
danno per i valori paesaggistici tutelati, non occorreva il<br />
rilascio di alcuna autorizzazione in sanatoria, ma non<br />
aveva certo sostenuto che essa sarebbe stata inammissibile<br />
e/o illeg<strong>it</strong>tima.<br />
(9) Può ricordarsi la sentenza Consiglio di Stato,<br />
sezione VI, 30 ottobre 1981, n. 547, in Foro amm., 1981,<br />
I, 2003, che aveva precisato: «È ammessa la sanatoria<br />
dell’intervento tardivo di un organo amministrativo nell’amb<strong>it</strong>o<br />
di un procedimento (o di un sub-procedimento),<br />
purché vengano assicurate le garanzie e le final<strong>it</strong>à cui<br />
tendeva l’atto presupposto (nella specie: rilascio tardivo<br />
del nulla osta da parte della soprintendenza, rispetto alla<br />
licenza edilizia)».<br />
(10) Ci si riferisce alle sentenze Consiglio di Stato,<br />
sezione VI, 9 ottobre 2000, n. 5373, in Riv. giur. edil.,<br />
2001, I, 67; Consiglio di Stato, sezione VI, 31 ottobre<br />
2000, n. 5851, in Giur. <strong>it</strong>., 2001, 1052 e Consiglio di Stato,<br />
sezione VI, 16 novembre 2000, n. 6130, in Riv. giur.<br />
amb., 2001, 468.