[PDF] Atti del convegno - Regione Emilia-Romagna
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trastare efficacemente questo fenomeno; già contrastarlo è difficile in sé, ma,<br />
appunto, diventa difficilissimo, se non impossibile, se non c’è una piena consapevolezza<br />
che la nostra società disgraziatamente produce una domanda di<br />
prostituzione. Questa è una prima riflessione, ed io credo che anche nel corso<br />
ulteriore bisognerà non tacere su questo aspetto.<br />
Secondo aspetto: abbiamo discusso anche nel nostro corso circa la molteplicità<br />
<strong>del</strong>le risposte – è molto interessante e intelligente il riferimento al federalismo<br />
che potrebbe ancora di più rendere confuso il quadro <strong>del</strong>le risposte -,<br />
però io ho cercato di dire, in conclusione <strong>del</strong> nostro corso, che sia gli operatori<br />
<strong>del</strong>la polizia, dei vari corpi <strong>del</strong>la pubblica sicurezza, sia gli operatori sociali<br />
possono essere protagonisti in quanto cittadini, perché se è vero che hanno<br />
<strong>del</strong>le funzioni determinate, è altrettanto vero che in queste funzioni determinate<br />
possono portare un principio di iniziativa, se esiste un quadro sociale e<br />
un quadro istituzionale che glielo consente, e noi abbiamo verificato che tutto<br />
sommato questo quadro almeno formale di intervento esiste, possono<br />
riempire questo quadro istituzionale (se c’è anche una spinta sociale convergente)<br />
con <strong>del</strong>le proprie iniziative. Non è inevitabile attendere istruzioni<br />
univoche, che sarebbero ottime; è anche possibile che questo frastagliamento<br />
di risposte si rovesci in qualcosa di positivo,nella produzione di esempi positivi<br />
alla fine abbiamo quasi dovuto evitare che si portasse sugli altari Modena, nel<br />
senso che l’esempio positivo ha catalizzato molto. Si può fare, e io credo che,<br />
pur con questi limiti, la possibilità di fare sia legata moltissimo al non mettere<br />
a freno questa tensione che si è manifestata anche come cittadini.<br />
Sino a qualche tempo fa tutto era all’insegna <strong>del</strong> “riduciamo il danno”; io<br />
credo che la filosofia di, semplicemente, ridurre e contenere il danno, è una<br />
filosofia che si è scontrata con la realtà invece di un fenomeno in espansione.<br />
Allora,quello che io ho visto avvenire all’interno <strong>del</strong> nostro stesso corso,è una<br />
consapevolezza che bisogna fare qualcosa in più, anche come presa di<br />
coscienza, che l’idea di un mero contenimento è un’idea che viene superata<br />
dai fatti che vedono un processo in allargamento.<br />
Per reagire efficacemente (questa è l’ultima mia considerazione, ma non è<br />
l’ultima in ordine di importanza, tutt’altro!) io concordo che ci vuole una<br />
maggiore unità d’intenti anche con le popolazioni immigrate, perché esse<br />
stesse sono colpite da questo tipo di fenomeno, anzi sono le prime ad essere<br />
colpite, e questo coinvolgimento, sino ad ora, non c’è stato nella misura<br />
dovuta. Sappiamo bene che ci sono persone immigrate che sfruttano la prostituzione,<br />
ma se questo è vero, io direi che è dieci volte vero che ci sono larghissimi<br />
strati <strong>del</strong>le popolazioni immigrate che vorrebbero contribuire attivamente<br />
a contrastare questo fenomeno. Allora, se c’è un problema di interazione<br />
tra servizi sociali e forze di sicurezza, c’è anche un problema di interazione<br />
tra le popolazioni locali e le popolazioni immigrate. In questo senso<br />
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