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[PDF] Atti del convegno - Regione Emilia-Romagna

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una parte rappresentano indubbiamente la domanda e di conseguenza alimentano<br />

questo tipo di mercato, oggi per certi aspetti rappresentano anche<br />

un canale di contatto che può permettere di scoprire le situazioni di sfruttamento,<br />

le situazioni di violenza, le situazioni di schiavitù.<br />

Ad un certo punto <strong>del</strong> nostro dibattito mi pare che ci sia stato uno scivolamento<br />

dal tema <strong>del</strong>la tratta e <strong>del</strong>la violenza, al tema <strong>del</strong>la prostituzione.<br />

Quando l’oggetto <strong>del</strong> nostro confronto non è più la tratta, lo sfruttamento, la<br />

violenza, ma diviene la prostituzione, emergono inevitabilmente le diverse<br />

opzioni personali con le quali occorre che noi ci confrontiamo. Emerge cioè la<br />

questione dei valori morali che è una questione di fondo nella collaborazione<br />

ma che va al di là <strong>del</strong>le appartenenze alle forze <strong>del</strong>l’ordine o agli operatori<br />

sociali. Su tali valori dobbiamo mantenere aperto un dibattito sereno,<br />

dobbiamo confrontarci e trovare <strong>del</strong>le intese, sapendo però che questa<br />

diversità non può essere eliminata. Nel percorso di formazione che ha<br />

coinvolto gli operatori sociali non ci siamo addentrati più di tanto sulle questioni<br />

valoriali,ma credo che anche il nostro dibattito abbia messo in evidenza<br />

che per contrastare la tratta (e la prostituzione) non è sufficiente l’applicazione<br />

sia pur rigorosa di una legge,perché è anche una questione di cultura.<br />

Io credo che assimilare il cliente <strong>del</strong>le prostitute al tossicodipendente, all’alcolista<br />

non sia corretto, anche se può in alcuni casi svilupparsi una vera<br />

dipendenza e si può sfociare anche nella patologia.<br />

Quando facciamo l’invito alla prevenzione <strong>del</strong>la prostituzione il tema vero<br />

diventa la convivenza, diventa l’educazione ai rapporti affettivi. Non<br />

preoccupa tanto il fatto che i giovani vadano con le prostitute, preoccupa<br />

piuttosto il fatto che cerchino risposte alle loro esigenze solo attraverso questa<br />

modalità. A questo punto la questione non riguarda più tanto la prostituzione<br />

quanto i rapporti sociali e la qualità <strong>del</strong>la convivenza.<br />

Per questa ragione coglierei l’invito che faceva Pietro Basso, di andare anche<br />

oltre i ruoli professionali che noi ricopriamo formalmente nella società e<br />

vederci nel ruolo di cittadini, di cittadini consapevoli, di cittadini responsabili,<br />

di cittadini che hanno in mente un progetto per il mondo nel quale vogliono<br />

vivere, e che questo progetto lo portano avanti in termini responsabili,<br />

attraverso il confronto anche con altri che hanno ulteriori progetti.<br />

Alla fine tutto questo richiama un’esigenza di coinvolgimento e di partecipazione<br />

di tante componenti: le comunità degli immigrati, i cittadini<br />

immigrati, le comunità locali, i cittadini residenti, ecc. Creare questo coinvolgimento<br />

e questa collaborazione, creare le condizioni affinché ciascun attore<br />

contribuisca per la propria parte è un lavoro. Il coinvolgimento e la collaborazione<br />

non sono scontati e non può regalarceli nessuno e non è dichiarandone<br />

la necessità che si promuovono. Per fare questo lavoro dobbiamo<br />

attrezzarci dobbiamo mettere in conto fatica e anche <strong>del</strong>usioni; possiamo<br />

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