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8 MARTEDÌ 2 OTTOBRE 2012 Cronaca di <strong>Forlì</strong><br />
CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI<br />
Provincia unica, ecco <strong>il</strong> primo atto<br />
Nascono Bologna metropolitana, Ferrara, Reggio-Modena e Piacenza-Parma<br />
<strong>Forlì</strong>-<strong>Cesena</strong>, Ravenna e Rimini ora sono un simbolo di unità<br />
di Pietro Caruso<br />
FORLÌ. Nell’anno domini<br />
2012 gli alibi e le attese<br />
sono cadute e dal Comitato<br />
per le autonomie locali<br />
sono state approvate le<br />
quattro nuove province<br />
che prenderanno <strong>il</strong> posto<br />
dell 9 precedenti che andranno<br />
via, via allo scioglimento.<br />
Provincia di<br />
Romagna, Provincia di<br />
Ferrara (l’unica inalterata<br />
rispetto al precedente<br />
assetto), Province di Reggio<br />
Em<strong>il</strong>ia-Modena (si badi<br />
bene l’ordine della<br />
priorità) e di Piacenza-Parma<br />
(stesso ragionamento<br />
delle province confinanti).<br />
E infine l’attuale<br />
provincia bolognese che<br />
assume la fisionomia di<br />
Città metropolitana.<br />
Romagnoli concordi.<br />
Alla fine, sia pure dopo<br />
mugugni, mal di pancia e<br />
retromarcia di alcuni amministratori<br />
locali romagnoli,<br />
questo<br />
territorio si è<br />
dimostrato <strong>il</strong><br />
più coeso<br />
del resto<br />
della regione.<br />
Segno<br />
che un’idea<br />
della<br />
Ro magn a,<br />
anche senza<br />
l’i st i tu z io ne ,<br />
c’era ieri e sopravvive<br />
tuttora.<br />
Dalla Regione. Ora la<br />
proposta del Cal (che ha<br />
visto alcuni astenuti eccellenti<br />
come <strong>il</strong> sindaco<br />
gr<strong>il</strong>lino di Parma o la presidente<br />
della Provincia di<br />
Bologna del Pd) passa alla<br />
Regione, che dovrà deliberare<br />
<strong>il</strong> proprio parere<br />
in assemblea legislativa<br />
entro <strong>il</strong> 23 ottobre e inviarlo<br />
al Governo entro <strong>il</strong><br />
31 del mese. L’esecutivo<br />
dovrà, poi, vagliare tutto<br />
nella Conferenza unificata<br />
Stato-Regioni-Enti locali<br />
(sede dove dovrà<br />
decidere anche cosa<br />
fare con le Regioni<br />
che non<br />
hanno completatol'iter)<br />
prima<br />
di approvare<br />
l’intero riordino<br />
in Parlamento. Per<br />
quanto le intenzioni<br />
a Roma siano di<br />
chiudere la partita<br />
entro l’anno, lì<br />
le scadenze diventano<br />
meno certe:<br />
non solo <strong>il</strong> Governo<br />
non si è fissato i propri<br />
tempi, ma manca<br />
ancora <strong>il</strong> Decreto presidenziale<br />
del Consiglio<br />
dei ministri<br />
di riparto<br />
ai Comuni<br />
delle<br />
funz ioni<br />
non più governate<br />
dalla Province,<br />
e delle<br />
relative risorse,<br />
che era<br />
atteso entro lo<br />
scorso 5 settembre.<br />
«E’ un passo decisivo -<br />
ricorda Massimo Bulbi,<br />
presidente della Provincia<br />
di <strong>Forlì</strong>-<strong>Cesena</strong> - ora<br />
vedremo su quali deleghe<br />
questo organismo potrà<br />
co ntar e,<br />
ga ran ten do<br />
quello che insieme a 29<br />
sindaci abbiamo sottoscritto<br />
come impegno destinato<br />
alla Regione». Gli<br />
ultimi oppositori, occulti<br />
e palesi, non si sono espressi,<br />
per ora.<br />
Dissenso Pdl. E’ passata<br />
la linea indicata dal deputato<br />
Giancarlo Mazzu-<br />
I COMMENTI<br />
ca, unico in seno al Pdl a<br />
indicare la strada della<br />
Provincia unica.<br />
Il sentimento di esplicita soddisfazione da parte di Balzani, Mazzuca, Di Maio, Lelli e Casadei<br />
La Romagna ora è diventata più grande<br />
L’idea, solo un anno fa, trovava ancora fiere e trasversali resistenze<br />
F O RL Ì . Prevale <strong>il</strong> sentimento della<br />
soddisfazione per la decisione del Cal,<br />
Comitato per le autonomie locali, di ieri<br />
mattina a Bologna nel promuovere <strong>il</strong><br />
territorio unificato delle tre province di<br />
<strong>Forlì</strong>-<strong>Cesena</strong>, Rimini e Ravenna. Ora,<br />
anche se <strong>il</strong> 6 novembre la Consulta accogliesse<br />
i ricorsi di opposizione di altri<br />
territori provinciali che in alcune parti<br />
del Paese non vogliono l’accorpamento<br />
proposto dal Governo, rischiano di essere<br />
comunque respinti i tentativi di ostacolo.<br />
Infatti, la riduzione delle Province<br />
si evince nel decreto “Salva Italia”<br />
dell’anno scorso prima ancora che<br />
nel decreto dello scorso agosto.<br />
La soddisfazione traspare dal commento<br />
del sindaco forlivese R ober to<br />
Balzani. «Qui non si tratta di primogeniture,<br />
anche se puntare all’obiettivo diretto<br />
della Provincia unica di Romagna<br />
solo un anno fa sembrava una provocazione<br />
che faceva scattare molte sensib<strong>il</strong>ità;<br />
se mai fare in modo che chi amministra<br />
i territori si renda conto con<br />
realismo del processo storico di razionalizzazione<br />
della spesa pubblica che è<br />
in corso in Italia e nel resto dell’Europa».<br />
Rincara Giancarlo Mazzuca, deputato<br />
del Pdl ed ex direttore del Quotidiano<br />
Nazionale che unisce su questo<br />
prof<strong>il</strong>o Il Resto del Carlino, La Nazione e<br />
<strong>il</strong> Giorno. «Insieme a Balzani abbiamo<br />
condotto una battaglia bipartisan su un<br />
terreno rispetto al quale dovevamo fornire<br />
una risposta ai romagnoli, rompen-<br />
do le rigidità ideologiche e politiche che<br />
avevano finora allontanato persone e istituzioni<br />
dall’obiettivo comune». Per <strong>il</strong><br />
segretario forlivese del Pd Marco Di<br />
Maio «per la Romagna è l’opportunità<br />
di dimostrare di essere “diventata grande”<br />
e di saper massimizzare, con <strong>il</strong> supporto<br />
della Regione, le innumerevoli potenzialità<br />
economiche e turistiche di<br />
cui disponiamo ora su un unico territorio».<br />
Nettamente a favore della scelta<br />
<strong>il</strong> segretario regionale Renato Lelli del<br />
Pri. «E’ una svolta epocale, poiché in<br />
contemporanea spariscono le giunte<br />
provinciali, ed i nuovi enti verranno governati<br />
esclusivamente dal presidente e<br />
da un consiglio provinciale estremamente<br />
snello (10 membri). Questo è, però,<br />
solo <strong>il</strong> primo passo o meglio <strong>il</strong> primo<br />
gradino di una lunga scalata. Non ho<br />
dubbi che entro <strong>il</strong> mese seguirà la delibera<br />
regionale sulla proposta di riordino,<br />
mentre c’è <strong>il</strong> rischio che <strong>il</strong> Governo<br />
non rispetti i tempi che si è imposto<br />
relativamente al riassetto complessivo<br />
delle province in Italia, che non è male<br />
ricordare riguarda 64 dei 107 enti». E<br />
Thomas Casadei, consigliere regionale<br />
Pd, accentua la validità della scelta e apre<br />
la riflessione anche sui Comuni<br />
«che devono cogliere l’occasione per <strong>il</strong><br />
loro accorpamento di funzioni, ma anche<br />
addirittura puntando alle fusioni di<br />
Comuni come l’esperienza della vallata<br />
del Samoggia, in provincia di Bologna,<br />
sembra essere d’esempio». (pi.car.)