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Uscimmo regolarmente con la solita mezzora <strong>di</strong> ritardo, “brillanti”<br />
come due neon, la serata era nelle nostre mani. Ci incitammo al<br />
<strong>di</strong>vertimento, autocaricandoci a vicenda, pronti per il seratone.<br />
Nel mio cuore galleggiava ancora un gommone, reduce dal<br />
naufragio del veliero, che mi lasciava un non so che <strong>di</strong> amaro in<br />
bocca. Chiesi imme<strong>di</strong>atamente una cicca al mio socio, da salva alito.<br />
Dovevamo essere la perfezione.<br />
No <strong>di</strong> certo, non ero pronto per un’altra relazione, ma la tentazione <strong>di</strong><br />
evasione mi entrava subdolamente in tutti i pori delle pelle tirata a<br />
lucido.<br />
Dopo una bella bottiglia <strong>di</strong> Ferrari, all’ora opportuna eravamo davanti<br />
al parcheggiatore, con una bella banconota da cinquanta euro nella<br />
mano sinistra, per avere il posto davanti all’ingresso del locale, e<br />
mostrare alle ragazze in fila, l’oggettino acquistato. Scendemmo<br />
dall’auto, usata come biglietto da visita.<br />
Entrammo senza problemi dall’ingresso riservato, un tavolo a mio<br />
nome offerto dal titolare ci attendeva all’interno del locale alla moda.<br />
Sul tavolo si leggeva chiaramente Poletti, il mio cognome, mi<br />
risuonava nella testa esattamente come quelle palline “rimbalzine”<br />
usate dai bimbi, che una volta lanciate <strong>di</strong>fficilmente riuscivano a<br />
fermarsi.<br />
Ero contento?<br />
- Sì, ora con la storia della felicità stai <strong>di</strong>ventando pesante, lo sai<br />
è? Ma cos’hai passato la vita a rincorrere la felicità? - scosse il<br />
sommo capo Gioacchino.<br />
- Sai come scrisse un mio compagno <strong>di</strong> classe alle superiori, un<br />
certo Conte, la felicità è un sussurro che non vuole essere<br />
ascoltato, ed io ero assai sordo.<br />
- Questo tuo compagno la sapeva lunga eh...<br />
- Mica tanto, per amore si è suicidato, che sia qui in giro?<br />
Il tavolo, lo spumante, le ragazze mezze nude che ballavano<br />
ovunque... non riuscivo a togliermi l’insoluto con Laura, <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>re<br />
ad una persona amata per anni: è tutto finito! E con quale<br />
motivazione?<br />
La serata era cominciata alla grande, perchè sprecarla in apatici<br />
pensieri. Beppe dopo aver unito nel suo stomaco una bottiglia intera<br />
<strong>di</strong> spumante, che raggiunse velocemente la prima metà gustata poco<br />
prima al bar, si buttò in pista ballando avvinghiato ad una rossa<br />
niente male.<br />
Seguivo le sue mosse, appollaiato sulla mia comoda poltroncina<br />
imbibito <strong>di</strong> alcool, sorseggiando un nuovo calice <strong>di</strong> quel nettare, con<br />
le gambe allungate verso la pista, improvvisamente sentii un dolore<br />
immondo al polpaccio sinistro, in una frazione <strong>di</strong> secondo op là, fra<br />
le mie esili braccia, una bomba bionda.<br />
Lei cercò subito <strong>di</strong> ricomporsi, arrossendo dolcemente, per la<br />
figuraccia, dal canto mio la tenevo ben stretta, non potevo certo<br />
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