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CAPITOLO 8<br />
Gli eventi stavano correndo troppo in fretta, sembrava mi <strong>di</strong>cessero:<br />
prova a prendermi. L’ultimo mese era stato un susseguirsi <strong>di</strong><br />
situazioni, una <strong>di</strong>scesa mozzafiato dal temutissimo scivolo kamikaze<br />
della famosa piscina sul Garda: un brivido in un lampo. Non riuscivo<br />
a capire le sue parole, suoni ovattati e lenti, il mio timpano si rifiutava<br />
<strong>di</strong> riconoscerli. La guardavo inebetito, aveva una strana fiammella<br />
mefistofelica negli occhi. Ero stufo, ormai il cassetto dove riponevo le<br />
foto delle ex, con quest’ultima non si sarebbe chiuso, lasciando una<br />
ferita aperta nel mio cuore. L’ultima parola afferrata: sappia… sapere<br />
cosa?<br />
- … così, sono finita a fare shopping.<br />
- Ho capito, hai finito la giornata a fare spese, ma prima?<br />
- Ma allora non mi ascolti, avresti dovuto capire cosa ti aspetta?<br />
Mi sentivo come un mozzicone <strong>di</strong> sigaretta, una volta spento a<br />
pedate smette <strong>di</strong> bruciare. Avevo combattuto per non spegnere<br />
qualcosa… che bruciava dentro <strong>di</strong> me, ardeva l’allegra follia, mi<br />
sentivo svuotato delle mie favole e gettato davanti alla cruda realtà.<br />
La ruota stava girando, adesso che ero inguaiato per bene, venivo<br />
abbandonato sull’autostrada del sole.<br />
- Ok, devo fare le valigie?<br />
- Se non te la senti… devi fare quello che cre<strong>di</strong> sia giusto per te…<br />
Eravamo caduti così in fondo al secchio da non riuscire più a<br />
comunicare, parlavamo due <strong>di</strong>aletti <strong>di</strong>versi? Che strani <strong>di</strong>scorsi stava<br />
facendo? I nostri due sguar<strong>di</strong> nel vuoto del mondo, non erano più<br />
tanto soli…<br />
Mi alzai dal tavolo, urgeva una ritirata al cesso… avrei avuto qualche<br />
minuto per immedesimarmi in Napoleone e schierare la fanteria.<br />
Mi avevano regalato una vita, che non avevo chiesto, non avevo<br />
voluto perché ogni giorno lottare, soffrire… dov’era il premio!<br />
Rassegnato tornai al tavolo, Monica mi attendeva basita.<br />
Notai una strana busta sotto il tavolo, la griffe <strong>di</strong> un negozio, la quale<br />
nulla aveva a che fare con le nostre vite…<br />
Una leggera pioggerella primaverile iniziò a scendere dai miei occhi,<br />
la mia vita stava ancora cambiando, nel migliore dei mo<strong>di</strong>.<br />
- Ma la borsa qui sotto, centra con la novità?<br />
- Ma hai bevuto o cosa? E’ due ore che cerco <strong>di</strong> fartelo capire!<br />
- Siamo sicuri…<br />
Piansi come un bambino, bambino appunto! Monica era in stato<br />
interessante. Non avrei mai immaginato <strong>di</strong> provare una sensazione<br />
simile. Gioia allo stato puro, sarebbe nato un “Polettino”. Era vera<br />
magia! Un concentrato del nostro amore, l’insieme delle nostre parti<br />
migliori.<br />
- Un souvenir delle vacanze alle Mal<strong>di</strong>ve…<br />
Questa volta avevo superato la linea <strong>di</strong> confine, tagliato il filo spinato,<br />
dribblato il campo minato e piantato la ban<strong>di</strong>era della pace sul colle.<br />
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