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SEMPLICEMENTE ANDREA… - Comune di Parma

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Il barista, non avrei mai immaginato <strong>di</strong> vedermi <strong>di</strong>etro un bancone,<br />

non fu facile imparare il mestiere. Visto dall’altro lato del banco,<br />

sembra tutto facile e <strong>di</strong>vertente, ma <strong>di</strong>eci ore al giorno in pie<strong>di</strong><br />

passate a fare caffè, <strong>di</strong>ventavano interminabili.<br />

Avevo perso il tempo, non portavo più l’orologio, le mie giornate<br />

erano scan<strong>di</strong>te, come per i conta<strong>di</strong>ni dal sole, si lavorava dall’alba al<br />

tramonto e la sera a letto <strong>di</strong>strutto. Stavo ritrovando me stesso,<br />

lavoravo finalmente per me e non per la lei <strong>di</strong> turno. Dovevo<br />

imparare a stare bene da solo, e quella solitu<strong>di</strong>ne mi stava<br />

insegnando <strong>di</strong> più sulla vita, <strong>di</strong> un bravo psicoterapeuta.<br />

Iniziavo ad assomigliare ad un arabo, barba lunga, i pochi capelli si<br />

erano allungati e complici i raggi solari ero sempre più scuro. Vestivo<br />

solo <strong>di</strong> bianco, forse un retaggio del camice <strong>di</strong> Monica.<br />

Diego, il mio capo, si stupì della mia “bravura”, non riusciva a<br />

credere che un colletto bianco fosse così in gamba. Infatti, non lo<br />

ero, a volte <strong>di</strong>menticava la mia precedente occupazione: il<br />

pubblicitario. Pure bravo, sapevo vendere <strong>di</strong> tutto: anche le pale per<br />

la neve ad agosto.<br />

Mi concesse una domenica <strong>di</strong> festa, decisi <strong>di</strong> fare la via dell’amore:<br />

la passeggiata costiera che da Rio Maggiore porta a Monterosso al<br />

Mare. Scorci <strong>di</strong> natura e mare da volare via… ed infatti…<br />

Respirando le onde nebulizzate, arrivai ammirando il paesaggio fino<br />

a Vernazza, il sentiero era pianeggiante e piastrellato. Le mie<br />

ciabatte infra<strong>di</strong>to si erano comportate egregiamente durante tutto il<br />

percorso. Il cielo era terso, ed i raggi solari cercavano <strong>di</strong> farsi spazio<br />

nei peli della mia barba, avevo sempre più l’aspetto “del barbone”,<br />

ma questo nuovo look, mi faceva sentire in pace, non dovevo più<br />

piacere a nessuno, neanche a me stesso. Era un mese da quando<br />

ero arrivato a Deiva, che non mi guardavo allo specchio. I risultati si<br />

vedevano, eccome! Nessuno mi notava, e chi mi osservava lo<br />

faceva schifato. Per questo mi sentivo in pace.<br />

Da Vernazza le piastrelle finivano ai pie<strong>di</strong> del bosco, per <strong>di</strong>ventare<br />

un sentiero impervio <strong>di</strong> montagna, avevo ancora una volta fatto i<br />

conti senza l’oste, avrei dovuto affrontare la scalata in ciabatte.<br />

Il sentiero era a strapiombo sulla scogliera, sarebbe bastato un piede<br />

in fallo e avrei fatto una brutta fine. Ma cosa mi sarebbe potuto<br />

accadere, ero nato con la camicia! Sentii il piede sinistro rigido, non<br />

riuscivo più a sollevarlo, u<strong>di</strong>i uno strappo. Il "montanaro“ alle mie<br />

spalle mi aveva pestato la battuta della ciabatta, che sotto la<br />

pressione della mia camminata si era rotta, facendomi calciare<br />

violentemente un pallone immaginario. Persi aderenza con la terra,<br />

cad<strong>di</strong> naturalmente giù per il <strong>di</strong>rupo. Ricordo solo <strong>di</strong> essermi<br />

svegliato per un attimo, complice il rumore delle eliche,<br />

sull’elisoccorso.<br />

- Andrea, finalmente siamo giunti alla fine, ma non capisco…<br />

- Mi <strong>di</strong>spiace deluderti ancora una volta, ma questo è l’inizio, da<br />

quella caduta è cambiata la mia vita, anche se solo per poco.<br />

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